Referèndum - s. m. [propr. lat. mod., gerundivo
neutro sostantivato del verbo referre
«riferire», dalla locuz. ad
referendum «(convocazione) per riferire»]. – 1. Istituto
giuridico per il quale, in senso lato, è consentita o richiesta al corpo
elettorale una decisione su singole questioni; in senso più ristretto,
pronuncia popolare, autorizzata dalla legge e nei modi da questa previsti, su
un atto normativo.
Di solito,
quando rifletto su di un tema, do un’occhiata ai dizionari. Le etimologie ed
alcuni brevi cenni storici, favoriscono e spesso chiariscono la comprensione
dell’insieme. Grazie alla definizione qui sopra, mi viene in mente la frase
lapidaria di Paolo Franceschetti: ‘se fosse importante non ci farebbero votare’.
Se le forze di
potere chiedono l’espressione popolare vuol dire che l’esito dell’eventuale
votazione gli è indifferente. Il famigerato e perniciosissimo Trattato di Lisbona
ad esempio (quello si davvero importante) è stato approvato a porte chiuse
nonché addensato in un testo incomprensibile ai profani.
La nostra Costituzione,
quella della Repubblica italiana (una Spa di origine massonica, costituitasi
con la frode e la violenza alla fine dell’ottocento), fa acqua da tutte le
parti. Basti considerare il capitolo primo: ‘L'Italia è una Repubblica
democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la
esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.’
Repubblica - Stato non
monarchico. Il termine, usato originariamente per indicare il regime che fu in
vigore a Roma dalla cacciata dei re (509 a.C.) fino alla battaglia di Azio (31
a.C.), fu ripreso poi per indicare forme analoghe di Stato. Nell’uso moderno,
posteriore alla Rivoluzione francese, forma di governo in cui il potere
politico è esercitato da organi rappresentativi del popolo o di una parte di
esso e il capo dello Stato, con poteri più o meno estesi, è organo elettivo e
temporaneo (in contrapposizione alla monarchia in cui il titolo di capo dello
Stato è ereditario e vitalizio).
La Repubblica
quindi è una forma di potere antichissima, per forza di cose familistica ed
oligarchica in cui il popolino non conta quasi nulla. Il diritto al lavoro
infine è una subdola trappola. Sappiamo bene come tutti gli italiani potrebbero
vivere dignitosamente a carico dello stato ma che ciò non è permesso perché
tramite il lavoro si pone in essere una sofisticata macchina di controllo
sociale e psicologico. L’epopea del
Fantozzi del grande Paolo Villaggio ne è un divertente esempio.
In un sistema
come questo, che cosa volete che vi chiedano di scegliere? Vorrei
pronunciarmi sul sistema fraudolento del signoraggio bancario, sulla gestione
delle risorse e dell’ambiente, sui diritti inalienabili di ogni individuo,
sulla difesa dei più deboli, sul sistema militare di controllo. Ed invece ci
troviamo ad accapigliarci sui dettagli di un sistema fallato alla radice.
Votare inoltre,
comunque lo si faccia, comprende una adesione implicita al sistema massonico/repubblicano
in cui conduciamo le nostre esistenze. Votare significa quindi fornire energia al
sistema e questo quesito referendario mi sembra oscuro e soprattutto fuorviante.
Catturano la nostra attenzione su temi irrisori mentre continuano bellamente ad avvelenarci dal cielo, con l’acqua, il cibo, i farmaci, le radioonde. Creare tensione intellettuale per un evento irrisorio è quindi un’abile mossa psicologica di controllo di massa, alla quale ci sottraiamo con piacere.
Catturano la nostra attenzione su temi irrisori mentre continuano bellamente ad avvelenarci dal cielo, con l’acqua, il cibo, i farmaci, le radioonde. Creare tensione intellettuale per un evento irrisorio è quindi un’abile mossa psicologica di controllo di massa, alla quale ci sottraiamo con piacere.
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