Mai nella storia Central Intelligence Agency
e surrogati hanno così palesemente e audacemente interferito nelle
elezioni degli Stati Uniti. I media degli Stati Uniti, in poche ore,
passavano dalle “notizie false” su innocue pizzerie legate alla
pedofilia all’“intelligence falsa” sulla presunta operazione di
cyber-spionaggio della Russia volta ad eleggere il Presidente Donald
Trump. La CIA faceva sapere al Washington Post, il cui proprietario ha
un contratto di 600 milioni di dollari con essa per fornirle cloud
computing, i risultati di un rapporto segreto sulla presunta
“sistemazione” russa delle elezioni presidenziali degli Stati Uniti,
favorendo Trump su Hillary Clinton.
La corrotta Clinton è stata
sconfitta da Trump non per dei nefasti cyber-segugi di Mosca, ma perché
si era dimenticata di come gli accordi di libero scambio del marito e di
Barack Obama hanno distrutto la vitalità economica degli USA, in
particolare negli Stati della “cintura arrugginita” del Midwest. Invece
di parlare di posti di lavoro ed economia, la campagna di Clinton si
concentrava su questioni banali come servizi igienici per trans-genere e
l’ex-Miss Venezuela che in un’inglese maccheronico diceva di come fosse
stata insultata per il peso da Trump. Clinton s’è ridotta ad apparire
in pubblico vestita di viola, sembrando una bambina di “Barney” il
dinosauro.
La “mise viola” di Clinton è una proiezione della
“rivoluzione viola” ribalta elezione di George Soros. Mentre i
manifestanti pagati da Soros vandalizzano il Paese, la mancata
presidentessa si lamenta pateticamente delle “notizie false”. Ma quando
si tratta dell’“intelligence falsa” della CIA su Russia ed elezioni
negli Stati Uniti, gli ardenti sostenitori della Clinton chiedono che i
risultati siano respinti e che il presidente Obama resti in carica fino a
nuova elezione. Naturalmente, niente di ciò è costituzionale. E i
clintonisti avrebbero un’altra soluzione per calmate le sicure proteste
negli Stati che hanno votato per Trump e i suoi sostenitori: Obama deve
dichiarare la legge marziale e sospendere la Costituzione degli Stati
Uniti.
L’intelligence della CIA sul coinvolgimento della Russia nelle
elezioni presidenziali degli Stati Uniti è così scadente che il Federal
Bureau of Investigation (FBI), in risposta alle domande dei congressisti
informati sul rapporto della CIA, testimoniava alla commissione Servizi
Segreti della Camera, che l’affermazione della CIA sulla Russia è
“confusa e ambigua”. L’FBI non ha appoggiato le conclusioni della CIA,
affermando che mancavano di “fatti e prove tangibili”.
Anche il
presidente repubblicano del Comitato Servizi Segreti della Camera, Devin
Nunes della California, ha detto al Washington Post che, per quanto lo
riguarda, le conclusioni della CIA sulla Russia sono prive “di prove
chiare”, aggiungendo: “Vi sono molte insinuazioni, molti indizi, e null’altro”.
Ma le osservazioni di Nunes ed FBI non hanno impedito a CIA, marionette
democratiche ed esperti sui media di lamentarsi delle elezioni
“truccate” e della necessità di un’“altra” elezione. Non vi sono
disposizioni costituzionali che lo permettano. Obama, che sostiene di
essere un costituzionalista, non aiuta ordinando alla comunità
dell’intelligence di intraprendere un’ampia indagine sul presunto
coinvolgimento della Russia nelle elezioni degli Stati Uniti.
Chi non
vede l’ora di sabotare la nomina di Trump del CEO di Exxon Rex Tillerson
a Segretario di Stato è la “coppia neocon” dei senatori John McCain e
Lindsey Graham. Tale versione politica di “Ken e Barbie” vuole
trasformare l’audizione di conferma di Tillerson al Senato in uno show
russofobo. McCain, continuando a mostrare i tipici segni della demenza,
ha dichiarato che la Russia ha condotto una forma di “guerra” contro gli
Stati Uniti durante la campagna elettorale. Costui pensò che nominare
la governatrice dell’Alaska Sarah Palin suo vice, nelle presidenziali
del 2008, fosse una saggia mossa politica.
È
indicativo che Obama, ordinando un’indagine sull’ingerenza straniera
nelle elezioni, contribuisca a fornire munizioni alla CIA nel tentativo
di annullarle. Le azioni di Obama avvenviano la stessa settimana in cui
il dittatore dello Gambia, Yahya Jammeh, dopo aver subito la sconfitta
per la rielezione, invertiva rotta e l’annullava, e il presidente del
Ghana John Mahama si opponeva ad ammettere la sconfitta elettorale.
Obama, amico di entrambi, si comporta più da dittatorello africano che
da presidente degli Stati Uniti, accreditando ufficialmente la frottola
della cospirazione elettorale della Russia. La squadra di transizione di
Trump ha respinto le accuse della CIA e il fatuo rapporto affermando
che sono “gli stessi che disero che Sadam Husayn aveva le armi di
distruzione di massa”. Fu il direttore della CIA George Tenet che disse a
George W. Bush e Dick Cheney, all’indomani dell’11 settembre, un “caso
di dagli all’anatra”, che Sadam Husayn avesse armi di distruzione di
massa.
La richiesta fu usata come prova dagli Stati Uniti per
giustificare l’invasione e l’occupazione dell’Iraq. Ora, sempre la CIA e
sempre gli stessi screditati funzionari della CIA, cercano di
convincere il popolo statunitense che la Russia ha “scelto” Trump
presidente degli Stati Uniti. Durante la campagna elettorale, non era la
Russia ma la CIA che cercava d’influenzare il popolo statunitense. Ad
agosto, dopo la nomina di Trump a candidato presidenziale,
l’ex-direttore della CIA Michael Morrel disse che “Donald J. Trump non solo non è qualificato alla carica, ma costituirebbe anche una minaccia alla sicurezza nazionale”.
Morrel avviò la campagna della CIA per collegare Trump alla Russia dicendo alla CBS News che, “noi potremmo dire che Putin abbia reclutato Trump come agente inconsapevole della Federazione russa”.
Con “noi”, Morrel indicava la CIA. Le osservazioni, da sole, dimostrano
una CIA che non esitava a schierarsi nelle elezioni degli Stati Uniti.
L’intero meme sulla Russia che interferiva nelle elezioni presidenziali è
un falso. Sui giornali si dovrebbe leggere: “la CIA ha interferito nelle elezioni presidenziali, sostenendo Clinton contro Trump”.
L’ex-agente CIA e direttore della National Security Agency,
Michael Hayden, l’architetto del programma incostituzionale di
intercettazioni della NSA, disse che Trump “di fatto sbagliava” nel
respingere la relazione della CIA sulla presunta pirateria della Russia
delle e-mail del Comitato Nazionale Democratico, prima delle elezioni.
Cinque giorni prima dell’elezione, Hayden scrisse un editoriale per il
Washington Post della CIA, in cui sosteneva che Trump era un “Polezni Durak”,
o “utile idiota” del Presidente Vladimir Putin. Tali commenti dei capi
dell’intelligence, attivi o in pensione, non hanno precedenti.
L’ex-operativo clandestino della CIA Robert Baer ha detto alla CNN di
favorire una nuova elezione, anche se non vi è alcuna disposizione
costituzionale su ciò. Baer disse,
“mi sembra che i russi abbiano interferito nelle nostre elezioni… avendo lavorato nella CIA, se fossimo stati colti ad interferire nelle elezioni europee, asiatiche o in qualsiasi parte del mondo, quei Paesi avrebbero richiesto nuove elezioni, e ogni democrazia l’avrebbe fatto”.
Qui Baer altera la
storia per soddisfare se stesso e i suoi amici democratici. La CIA ha
ripetutamente interferito nelle elezioni in Europa e in Asia, nonché in
America Latina, Africa, Oceania, e non ci furono “rifacimenti”, ma molti
colpi di Stato ideati dai tizi di Langley. Baer proseguiva,
“non so come funzioni costituzionalmente, non sono un avvocato ma sono profondamente turbato dal fatto che i russi abbiano interferito, e mi piacerebbe vederne le prove… Se le prove ci sono, non vedo altro modo che votare di nuovo, da cittadino americano”.
E’ dubbio che Baer
facesse tali commenti senza aver avuto il via libera dal direttore della
CIA, il filosaudita John Brennan. Brennan ha trascorso così tanto
tempo, come capo stazione della CIA a Riyadh, a baciare le vesti dei
reali sauditi, che ha perso ogni concezione di ciò che una repubblica
federale costituzionale sia. Fu Brennan che impose a Obama il
licenziamento del consigliere per la sicurezza nazionale designato da
Trump, Tenente-Generale Michael Flynn, capo della Defense Intelligence Agency.
Flynn concluse che furono Brennan e Obama che autorizzarono la
creazione dello Stato islamico per rovesciare il governo siriano.
La CIA
non ha imparato nulla dal suo coinvolgimento palese nell’assassinio del
presidente John F. Kennedy, nella caduta del presidente Richard Nixon
con lo scandalo Watergatem nel coprire nel 1980 la “sorpresa di ottobre”
che impedì la rielezione del presidente Jimmy Carter, e negli anni ’80
nello scandalo “Iran-contra” che quasi dimise il presidente Ronald
Reagan tramite impeachment, sostituendolo con l’ex-direttore della CIA,
il Vicepresidente George HW Bush.
La CIA è il cattivo effettivo nelle elezioni presidenziali del 2016, proprio come lo fu in ogni grande scandalo nazionale ed estero degli Stati Uniti dal 1947. Il problema con la CIA è che negli ultimi 70 anni ha influenzato quasi ogni aspetto della politica statunitense, sociale, religiosa, mediatica ed educativa.
Come descritto nel libro appena
pubblicato dal presente autore, “The Almost Classified Guide to CIA Proprietaries, Front Companies & Contractors”,
la CIA ha impresso il suo marchio insidioso in ogni aspetto della
società statunitense, tra cui i media, telecomandati dalla CIA con
“notizie false” ed “intelligence falsa” di cui è vittima il popolo
statunitense. La prima azione del Presidente Trump come comandante in
capo dovrebbe essere la totale manomissione della CIA con l’obiettivo di
fare ciò che il presidente Kennedy promise di fare con i “bastardi” che
gestivano l’agenzia: farli in mille pezzi e disperderli al vento. La
CIA era criminale nei primi anni ’60 e continua ad esserlo oggi. Trump
dovrebbe licenziare tutti i bastardi il 20 gennaio 2017.
Wayne Madsen Strategic Culture Foundation 13/12/2016
La ripubblicazione è gradita in riferimento alla rivista on-line Strategic Culture Foundation.
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
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