Il tentativo di screditare e delegittimare il neopresidente testimonia benissimo lo Stato profondo in guerra con sé stesso.
Le elezioni presidenziali negli USA svelano le varie fratture gravi che
minano la stabilità di Stati Uniti ed occidente. Le élite al potere e la
massa di media al servizio, sono scioccate e infuriate con gli elettori
occidentali che rifiutano in massa l’ordine neoliberale. Ciò ha scosso
la fiducia dei potenti. Come previsto, tali élite non la prendono alla
leggera, ma reagiscono con rabbia. Al centro dello Stato profondo vi è
l’intelligence, custode dello status quo e dell’egemonia.
Apolitica
(anche se intensamente ideologica), di solito non esprime preferenze
politiche. Si presume che partiti e loro capi siano in sintonia con
interessi e obiettivi dello Stato profondo. Si presume inoltre che la
comunità d’intelligence segua lo stesso spartito, più o meno. Ma oggi
non sembra essere così.
L’elezione inaspettata di Donald Trump a 45°
presidente degli Stati Uniti è una deviazione sgradita da ciò che la
democrazia occidentale deve dare allo Stato profondo. Le elezioni in
occidente sono un rituale per convalidare e legittimare lo status quo.
La volontà popolare è fabbricata, con i mass media aziendali che
appongono il timbro di approvazione. Questa volta non ha funzionato.
L’elezione di Trump è una seria deviazione dalla sceneggiatura. In vari
modi Trump è problematico, ma è anche un grave problema per lo Stato
profondo. Chiaramente ciò è il motivo per cui la “carta Russia” viene
usata contro di lui. Trump va screditato, assolutamente. Quale modo
migliore se non accusarlo di sedizione?
Data il concertato falso
cospirazionismo sul Presidente Vladimir Putin burattinaio dell’universo,
non sorprende che tale racconto abbia enorme attrazione sui media. La
“carta Russia” divide l’intelligence.
La CIA (la cui missione segreta
include l’inganno delle masse), gli screditatissimi media liberali e la
cabala neocon ritengono Trump una seria minaccia. Se entra alla Casa
Bianca, il mondo visto da decenni sarà in dubbio.
Il Presidente Trump
certamente ricorderà tutte le offese e gli intrighi. Sarà una lotta fino
alla morte.
Dall’altra parte della barricata vi sono Defense Intelligence Agency,
NSA e FBI. E’ molto raro che tali agenzie differiscano apertamente
dalle conclusioni della CIA. Senza alcuna prova concreta che dimostri
“inferenza russa” e/o i forti legami con la Russia, tali agenzie non
sembrano disposte a sfidare l’esito elettorale. Le agenzie probabilmente
sanno che approvare le falsità dell'”ingerenza russa” si ammetterebbe
apertamente che la dirigenza della sicurezza di Washington non sa
proteggere gli interessi vitali del Paese. Tale ammissione richiederebbe
la totale risistemazione della comunità di intelligence.
CIA e amici giocano in modo pericoloso. Il tentativo di screditare e delegittimare il neopresidente potrebbe benissimo testimoniare lo Stato profondo in guerra con se stesso.
Peter Lavelle, The Duran
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
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