lunedì 12 dicembre 2016

Kuzu – Proprietà, Benefici, Controindicazioni e come usarlo


Il kuzu o kudzu (Pueraria lobata) è una leguminosa rampicante di montagna dagli splendidi fiori viola-blu originaria del Giappone, usata da sempre in Oriente sia come alimento che rimedio naturale.

A scopo terapeutico vengono usate le radici, dalle quali si estrae un amido con cui si produce una bianchissima fecola idrosolubile molto digeribile e versatile in cucina che, oltre a carboidrati e sali minerali come calcio, fosforo e ferro, contiene una concentrazione di isoflavoni benefici ovvero composti fenolici di origine vegetale che hanno importanti effetti alcalinizzanti, antinfiammatori, antimicotici e antitumorali.

Tra gli isoflavoni del kuzu infatti troviamo:
  • Daidzeina: antinfiammatorio, antibatterico e antimicotico
  • Daidzin: svolge attività antidipsotropica (ovvero aiuta a liberarsi dalla dipendenza dell’alcool) e previene il cancro
  • Genisteina: antiossidante, antitumorale (mammella e prostata), ipocolesterolemizzante, antielmintico (ovvero elimina i vermi intestinali).

Benefici del kuzu 

1. Antiacido e gastroprotettore. 
Ad aver reso popolare il kuzu è stato soprattutto il suo effetto tampone sullo stomaco e la conseguente prevenzione delle irritazioni a carico di tutto l’apparato digerente, dal cavo orale al retto. Il kuzu assorbe i succhi gastrici in eccesso e da reflusso gastroesofageo (ernia iatale) donando immediato sollievo dal bruciore di stomaco, riducendo inoltre le recidive in caso di blanda ulcera.
2. Intestino. 
Il kuzu, grazie sempre al suo effetto tampone, è in grado di attenuare l’irritazione di retto e colon. Inoltre produce effetti regolatori dell’attività intestinale in quanto: nei casi di dissenteria permette di contenere l’acqua aumentando la consistenza delle feci; in casi di stitichezza (anche cronica) facilita invece la morbidezza delle feci al pari di una nutrizione ricca di fibre.
3. Alcalinizzante. 
 Il kuzu è l’unica fecola che ha un effetto alcalinizzante sul sangue e che quindi contrasta l’acidosi sistemica.
4. Osteoporosi. 
La genisteina, di cui il kuzu è ricco, agisce sui recettori estrogenici del tessuto osseo e interviene nei processi di riassorbimento del calcio a livello intestinale. L’assunzione di kuzu può essere quindi considerata un trattamento coadiuvante nella prevenzione e trattamento dell’osteoporosi.
5. Cuore e circolazione sanguigna. 
Il kuzu è in grado di ridurre la pressione arteriosa migliorando la circolazione del sangue sia nelle gambe che al cervello.
6. Attività antiossidante e ipocolesterolemizzante. 
Gli isoflavoni hanno la capacità di incrementare l’attività di diversi enzimi  antiossidanti, inoltre agiscono come “spazzini” dei radicali liberi che possono degradare il colesterolo LDL nello sviluppo di malattie cardiache.
7. Menopausa. 
Il kuzu contrasta molti sintomi della menopausa, come sudorazione eccessiva, nervosismo e insonnia, imputabili alle variazioni dei livelli ormonali.
8. Antitumorale. 
Gli isoflavoni presenti nelle radici di kudzu esibiscono una serie di effetti biologici concernenti la regolazione della moltiplicazione cellulare e  possono quindi avere un potenziale effetto nella prevenzione e nel trattamento di alcune forme neoplastiche.
9. Febbre e influenza. 
In caso di febbre non troppo alta (non superiore ai 38°C) è indicata l’assunzione del kuzu in quanto tende a far abbassare la temperatura corporea. La bevanda di kuzu e umeboshi, detta anche Ume-kuzu, è uno dei rimedi naturali più utilizzati per alleviare i sintomi di raffreddore e influenza e velocizzare la guarigione.
10. Tensioni muscolari. 
Il kudzu esercita un’azione miorilassante tanto che nella medicina cinese viene utilizzato anche per curare i dolori muscolari, soprattutto i crampi.
11. Stanchezza. 
Questo amido presenta specifiche proprietà per il recupero dell’energia e del buon equilibrio psicofisico, è particolarmente consigliato quindi in primavera e autunno, quando il corpo fatica ad adattarsi ai repentini cambiamenti climatici.
12. Dipendenze da droghe, tabacco, alcool, caffè, zuccheri. 
Il kuzu contrasta l’insorgere di crisi di astinenza in caso di dipendenze. Studi condotti presso le Università del North Carolina e di Harvard hanno dimostrato che, oltre a non presentare effetti collaterali rilevanti, il kuzu, per mezzo degli isoflavoni, agisce sui neurotrasmettitori come la serotonina, il GABA ed il glutammato, tanto da stimolare la produzione di dopamina che va a compensare il piacere che si prova attraverso l’assunzione di sostanze che creano dipendenza psicofisica. In Cina la tisana di kuzu è il rimedio più usato per smaltire i postumi di  un eccesso di alcolici.
Infine, il kuzu è anche un lenitivo per: angina pectoris, dolori articolari, cefalea, emicrania, nausea e vomito, acufeni, sordità.
Precauzioni e controindicazioni

Prima di assumere qualsiasi rimedio naturale è necessario prestare particolare attenzione a quali farmaci già si utilizzano, o viceversa.

Nel caso del kuzu, essendoci un naturale apporto di estrogeni, si potrebbero avere effetti indesiderati sulla funzione ormonale se si seguono in concomitanza terapie ormonali farmacologiche; se ne sconsiglia inoltre l’uso nei casi di patologie della tiroide preesistenti.

Soggetti in terapia con antidepressivi, donne affette da tumori positivi ai recettori estrogeni (mammella, ovaie, endometrio) e uomini affetti da tumore alla prostata possono assumere questa sostanza solamente sotto controllo medico.

Non essendoci ancora studi specifici al riguardo, per estrema cautela il kuzu è sconsigliato durante la gravidanza e l’allattamento.

Essendo un alimento molto ricercato (e abbastanza costoso), il kuzu è uno degli alimenti giapponesi più contraffatti; è fondamentale quindi accertarsi che sia di buona qualità.

Modalità d’uso
  • Perfetto addensante di salse, zuppe, minestre, sughi, dolci, gelati, macedonie e composte
  • Aggiunto a fine cottura di verdure o frutta conferisce una consistenza vellutata
  • Migliora la sofficità dei prodotti da forno
  • Può essere utilizzato nella pastella delle fritture.
Purificare l’intestino. Ancor più semplicemente, si può sciogliere un cucchiaino colmo di kuzu in circa 1/4 di litro d’acqua e far bollire lentamente finché il liquido non diventa trasparente; questa modalità è particolarmente adatta per sfiammare l’intestino.

Il kuzu si trova in vendita nei negozi di alimentazione biologica, sotto forma di polvere o di piccoli agglomerati gessosi, indicativamente la proporzione da utilizzare è 10g di kuzu ogni 100 ml di liquido ma molto dipende dalla consistenza desiderata.

Trattandosi di un amido estremamente digeribile ed assimilabile è molto adatto come cibo per anziani ed infermi costretti a dieta liquida.


Tiziana Ronchietto


Riferimenti
Ulbricht Catherine. Alternative and Complementary Therapies. April 2012, 18(2): 67-70. doi:10.1089/act.2012.18202.
An Extract of the Chinese Herbal Root Kudzu Reduces Alcohol Drinking by Heavy Drinkers in a Naturalistic Setting
– Spivey, Angela. Sobering effects from the lowly kudzu. Endeavor Magazine (April, 1996) University of North Carolina at Chapel Hill.
– R.Andrew Sewell, MD, Response of cluster headache to Kudzu. Headache 2009; 49:98-105.
– Tham DM, Gardner CD, Haskell WL. Clinical review 97: Potential health benefits of dietary phytoestrogens: a review of the clinical, epidemiological, and mechanistic evidence. J Clin Endocrinol Metab, 83(7):2223-35, 1998.
– Kaufman PB, Duke JA, Brielmann H, Boik J, Hoyt JE. A comparative survey of leguminous plants as sources of the isoflavones, genistein and daidzein: implications for human nutrition and health. J Altern Complement Med, 3(1):7-12, 1997.
– Mazur W, Adlercreutz H. Natural and anthropogenic environmental oestrogens: the scientidic bases for risk assessment. Naturally occurred oestrogens in food. Pure and Appl. Chem., 70(9):1759-1776, 1998.
– Qicheng F. Some current study and research approaches relating to the use of plants in the traditional Chinese medicine. J Ethnopharmacol, 2(1):57-63, 1980.
– Keung WM, Vallee BL. Kudzu root: an ancient Chinese source of modern antidipsotropic agents. Phytochemistry, 47(4):499-506, 1998.
– Rong, H, Stevens JF, et al. Identification of isoflavones in the roots of Pueraria lobata. Planta Medica, 64(7):620-627 1998.
– Kuiper GG, Lemmen JG, Carlsson B, Corton JC, Safe SH, van der Saag PT, van der Burg B, Gustafsson JA. Interaction of estrogenic chemicals and phytoestrogens with estrogen receptor beta. Endocrinology, 139(10):4252-63, 1998.
– Kurzer MS, Xu X. Dietary phytoestrogens. Annu Rev Nutr, 17:353-81, 1997.
– Sato T, Kawamoto A, Tamura A, Tatsumi Y, Fujii T. Mechanism of antioxidant action of pueraria glycoside (PG)-1 (an isoflavonoid) and mangiferin (a xanthonoid). Chem Pharm Bull (Tokyo), 40(3):721-4, 1992.
– Guerra MC, Speroni E, Broccoli M, Cangini M, Pasini P, Minghett A, Crespi-Perellino N, Mirasoli M, Cantelli-Forti G, Paolini M. Comparison between chinese medical herb Pueraria lobata crude extract and its main isoflavone puerarin antioxidant properties and effects on rat liver CYP-catalysed drug metabolism. Life Sci, 67(24):2997-3006, 2000.
– Lin RC, Guthrie S, Xie CY, Mai K, Lee DY, Lumeng L, Li TK. Isoflavonoid compounds extracted from Pueraria lobata suppress alcohol preference in a pharmacogenetic rat model of alcoholism. Alcohol Clin Exp Res, 20(4):659-63, 1996.
– Keung WM. Biochemical studies of a new class of alcohol dehydrogenase inhibitors from Radix puerariae. Alcohol Clin Exp Res, 17(6):1254-60, 1993.
– Miyazawa M, Sakano K, Nakamura S, Kosaka H. Antimutagenic activity of isoflavone from Pueraria lobata. J Agric Food Chem, 49(1):336-41, 2001.
– Peterson TG, Coward L, Kirk M, Falany CN, Barnes S. The role of metabolism in mammary epithelial cell growth inhibition by the isoflavones genistein and biochanin A. Carcinogenesis, Sep;17(9):1861-9, 1996.
– Sierens J, Hartley JA, Campbell MJ, Leathem AJ, Woodside JV. Effect of phytoestrogen and antioxidant supplementation on oxidative DNA damage assessed using the comet assay. Mutat Res, 485(2):169-76, 2001.
– Carai MA, Agabio R, Bombardelli E, Bourov II, Gessa GL, Lobina C, Morazzoni P, Pani M, Reali R, Vacca G, Colombo G. Potential use of medicinal plants in the treatment of alcoholism. Fitoterapia, 71 Suppl 1:S38-S42, 2000.

fonte: https://www.dionidream.com/kuzu/

Nessun commento:

Posta un commento