"Un
Maestro sufi era in viaggio con uno dei suoi discepoli, e il discepolo
aveva il compito di occuparsi del loro cammello. Una notte, arrivarono
stanchi in un caravanserraglio; era compito del discepolo legare il
cammello, ma non lo fece: lo lasciò libero. Anziché assolvere il suo
compito, si limitò a pregare. Disse a Dio: «Prenditi cura del cammello» e
si addormentò. L’indomani mattina il cammello era scomparso, rubato o
portato via: non ce n’era traccia. Al che, il Maestro chiese: «Cos’è
successo al cammello? Dov’è?».
Il
discepolo rispose: «Non lo so. Chiedi ad Allah, perché avevo chiesto a
Lui di prendersene cura, io ero troppo stanco, per cui non so proprio
cosa dire. Inoltre, io non ne sono responsabile, perché avevo affidato
il cammello ad Allah, e sono stato molto chiaro! Non era possibile
fraintendermi. Infatti gliel’ho ripetuto tre volte, e tu stesso mi hai
insegnato ad avere fiducia in Allah, ragion per cui mi sono fidato.
Adesso non guardarmi con tanta collera, non essere furioso con me!»
Il
maestro replicò: «Abbi fiducia in Allah, ma prima lega il tuo cammello,
perché Lui ha soltanto le tue mani.» Se Allah vuole legare un cammello,
dovrà usare le mani di qualcuno: non ne ha altre. E il cammello è tuo!
Il modo migliore, il più facile e il più semplice è quello di usare le
tue mani; e, in più, abbi fiducia in Lui, non aver fiducia solo nelle
tue mani, altrimenti sarai sempre in tensione. Lega il cammello, e poi
fidati di Allah. Ti chiederai come mai occorre aver fiducia in Allah, se
tu stai legando il cammello: perché?
La
ragione è questa: anche un cammello legato può essere rubato. Tu fai
tutto ciò che puoi, ma questo non garantisce alcun risultato, non esiste
nessuna garanzia! Quindi, fa’ tutto ciò che puoi e poi, qualunque cosa
accada, accettala. Questo è il significato di “legare il cammello”: fa
tutto ciò che ti è possibile, non evitare le tue responsabilità; e poi,
se non accade nulla, o qualcosa non va per il verso giusto, abbi fiducia
in Allah. In questo caso Dio vede più lontano di te.
Forse
è bene che tu non possegga più quel cammello. Forse è giusto che tu
prosegua il tuo viaggio senza il cammello. Il cammello non è un’entità
fissa, si presenta in forme e dimensioni diverse: è un simbolo. È una
semplice indicazione: non essere passivo. Dio ha solo le tue mani: abbi
fiducia in Allah, abbi fiducia in Dio, ma non farne un pretesto per
addormentarti, per impigrirti.
Al
mondo esistono tre diversi tipi di persone. Alla prima tipologia
appartengono coloro che pensano si debba fare qualcosa: è ciascuno, in
prima persona, ad agire. Questa gente non ha fiducia nel Tutto, nella
totalità che abbraccia ogni cosa. Vive appoggiandosi unicamente nella
propria minuscola energia e, naturalmente, va incontro a ripetute
sconfitte, rivelandosi un fallito. Se vivi appoggiandoti sulla tua
energia, così limitata rispetto all’energia sconfinata che ti circonda,
non potrai che fallire, ben presto sarai un uomo finito.
Alla
seconda tipologia appartengono le persone che pensano: «Visto che Dio
fa tutto, io non devo fare niente. Non sono tenuto a fare nulla.»
Costoro si siedono e aspettano: la loro vita diventa sempre più pigra,
finché arrivano a un punto in cui non vivono più, si limitano
semplicemente a vegetare. Queste due tipologie rappresentano l’Oriente e
l’Occidente: L’Occidente è rappresentato da colui che agisce, il tipo
attivo; l’Oriente è rappresentato da colui che non agisce, il tipo
passivo.
L’Occidente
sta impazzendo. Il Occidente il problema delle persone è questo: la
troppa azione, la sfiducia, l’eccessivo dipendere solo dalle proprie
forze…Naturalmente tutto questo crea ansia, e questa ansia è eccessiva,
insostenibile, pesantissima. Produce ogni sorta di nevrosi, di psicosi;
tiene le persone sempre sull’orlo dell’esaurimento nervoso. Uccide, fa
impazzire.
L’Occidente
ha avuto successo nel “fare”, è riuscito a liberarsi dall’idea di Dio e
ha perso qualsiasi forma di fiducia e di abbandono, di arrendevolezza;
ha abbandonato ogni tipo di rilassamento, non sa più cosa vuol dire
lasciarsi andare, l’ha completamente dimenticato… nella mente delle
persone è penetrata in profondità un’idea: la convinzione che sono loro a
fare tutto. L’Occidente è sull’orlo del suicidio: si avvicina sempre
più il tempo del suicidio collettivo.
Viceversa,
all’Oriente è accaduto di rilassarsi troppo, di lasciarsi andare
troppo: le persone sono diventate molto pigre; continuano a morire, a
soffrire di fame, e ne sono felici. La cosa non li preoccupa: hanno
fiducia in Dio. Si adeguano a ogni sorta di situazione, per quanto
brutta sia. E non cambiano mai nulla: sono molto brave a dormire,
possiedono una calma e una tranquillità ammirevoli, ma la loro vita non è
altro che un vegetare. Ogni anno in Oriente la carestia uccide milioni
di persone, e nessuno fa nulla: né i diretti interessati, né i vicini:
«Sarà la volontà di Allah!»
La
storia sufi crea i presupposti per il terzo tipo di uomo; l’uomo vero,
reale, un individuo che sa agire e sa anche non agire. Un individuo che è
in grado di agire, e quando è necessario sa dire sì; ma può anche
essere passivo e, quando occorre, riesce a dire no. Un individuo che è
completamente sveglio di giorno e profondamente addormentato di notte.
Che sa come inspirare e come espirare: un uomo che conosce l’equilibrio
della vita. È molto facile avere fiducia in Allah e diventare pigri; è
molto facile non avere fiducia in Allah e fare da soli.
Il
terzo tipo di uomo è difficile da realizzare: avere fiducia in Allah e
continuare ad agire. Ebbene, in questo caso sei solo uno strumento: in
realtà è Dio che agisce, tu sei solo uno strumento nelle sue mani. Le
cose sono molto complesse, perché noi siamo piccoli, piccolissimi atomi
infinitesimali in questo universo. Nulla dipende solo dalla mia azione:
esistono migliaia di energie che si incrociano; la somma di queste
energie deciderà l’esito. Come posso decidere io il risultato? D’altra
parte, se io non faccio nulla, le cose potrebbero andare diversamente.
Devo
agire, ma devo imparare a non avere aspettative: in questo caso
l’azione diventa preghiera, del tutto svincolata dal desiderio di un
risultato specifico e definitivo. Allora non c’è frustrazione: la
fiducia ti aiuterà a non restare frustrato, e legare il cammello ti
aiuterà a rimanere vivo, intensamente vivo. Il cammello non è un
elemento fisso, non è il nome di un’entità definita: dipende dal
contesto. Il cammello non è un elemento fisso. Devi guardare il quadro
d’insieme: continuerà a cambiare. Ma la storia ha un valore immenso: è
la via Sufi per creare il terzo tipo di uomo."
(Osho)
Nessun commento:
Posta un commento