Le dottoresse Nadezhda Durachenko e Galina Mikhajlova, assassinate dai
terroristi filo-occidentali ad Aleppo. Nessuna Boldrini o affine, ha
pigolato di femminicidio.
Non sono sorpreso dai doppi standard dei
media e dei capi occidentali che non riconoscono il fatto che i nostri
medici militari sono stati uccisi o dichiarano che “gli sta bene”. Sono
ancor meno sorpreso dall’assenza di condoglianze di “circostanza”
offerte in occasione dell’omicidio dei nostri consiglieri militari. Dirò
qualcosa di cinico: sarei molto preoccupato se i media e i politici
occidentali improvvisamente facessero altrimenti.
Il punto è che la
cavalleria è un lusso che solo i vincitori possono permettersi, e le
forze globaliste in Siria subiscono una gravissima sconfitta dalle
conseguenze di vastissima portata. Pertanto, quando il Pentagono sorride
e la Croce Rossa Internazionale sputa sulla memoria dei nostri medici,
significa che tutto è in ordine.
Questo vuol dire che facciamo ciò che è
necessario e che le nostre truppe sono dalla parte giusta della storia e
sono vicinissime alla vittoria. I nostri nemici sputano da sempre sulle
tombe dei morti quando non riescono a sconfiggere i vivi. Questo è un
segno sicuro che perdono e noi vinciamo. La situazione per i globalisti
che coordinano i terroristi dell'”opposizione siriana” è così disperata
che faranno qualsiasi cosa per rovinare la vicina vittoria delle truppe
russe in Siria. La catastrofe incombe sui globalisti e si avvicina il
momento in cui saranno privati della leva finanziaria, come la leva del
controllo di certe risorse militari statunitensi.
Un comandante prudente
ora negozierebbe con calma con Mosca il ritiro degli istruttori
militari statunitensi da Aleppo dove coordinavano i terroristi. Ma
invece, i globalisti sparano coi mortai su un ospedale russo come addio,
sapendo perfettamente che la risposta sarà il massimo spargimento di
sangue. Le probabilità che gli istruttori occidentali escano da Aleppo
vivi è ormai zero. E’ evidente che non si preoccupano della sorte dei
loro istruttori e che non gliene potrebbe fregare di meno, proprio
perché il Pentagono finirà presto nelle mani di Trump. Non potranno
utilizzare più tali istruttori. Allora, perché proteggerli?
Secondo la
logica del team di Clinton in uscita, è molto più importante e
interessante rovinare la festa e far costare ancora di più la vittoria
russa. Non c’è nulla di sorprendente, la logica dei globalisti, per i
quali siriani e statunitensi sono carne da cannone per le loro guerre
personali, si riflette cristallina in questa situazione. Non so voi, ma
mi ricorda l’aprile 1945, quando affrontammo un maniaco che si comportò
in modo simile, finendo molto male.
Seguo da vicino le guerre di informazione contro la Russia, e ricordo molto bene come ci dicessero ad ogni passo che la Siria sarà il nuovo Afghanistan della Russia. Ricordo come specialisti sul Medio Oriente ci hanno detto che Assad era segnato in ogni caso. Ricordo come ci dissero che Aleppo è inespugnabile e che Turchia e Stati Uniti avrebbero lottato fino alla fine per proteggere i loro terroristi in Siria. In sostanza c’invitavano a riconciliarsi con tali “fatti” e a non cercare d’interferire nei piani dei clintoniani per rimodellare il Medio Oriente, pensando ai gasdotti del Qatar verso l’Europa e trasformando la regione in una fabbrica di terroristi da usare per attaccare la Russia. Ma cosa vediamo ora?
Assistiamo non solo alla battaglia finale per
Aleppo, ma al trionfo delle Forze Armate e dei consiglieri militari
russi. Abbiamo imparato a combattere con la massima preoccupazione per
la vita dei nostri soldati. Ecco perché i casi in cui non riusciamo a
salvare i nostri medici o consiglieri militari, sono così dolorosi.
Si
può già dire che la loro morte non è stata vana. Oltre agli ovvi
vantaggi geopolitici ora in gioco e alla drastica riduzione dei
terroristi che potrebbero, in altre circostanze, presentarsi in Russia,
l’operazione in Siria ha mostrato a noi stessi e al mondo che la Russia
può difendere i propri interessi geopolitici oltre i propri confini,
anche meglio di quanto facesse l’URSS. 25 anni fa, l’operazione in
Afghanistan permise alla società d’essere indifferente o perfino
d’accettare il crollo dell’Unione Sovietica. Ma ora la nostra operazione
in Siria fa il contrario: rafforza la nostra fiducia nella nostra forza
e nel nostro Paese. Questo va molto bene. Forse 25 anni fa imparammo a
trarre le giuste conclusioni dagli errori del passato.
Ruslan Ostashko, Fort Russ, 8 dicembre 2016
Come i commando russi liquidano i terroristi ad Aleppo
Il successo dell’Esercito Arabo Siriano ad Aleppo deve molto alle operazioni delle Forze Speciali russe nella regione, che disturbano i gruppi terroristici liquidandone i comandanti.
Nelle ultime settimane nella regione di Aleppo decine di capi di vari
gruppi sono stati eliminati da cecchini e operazioni aeree mirate basate
sulle informazioni trasmesse da infiltrati e forze speciali russe sul
campo. Questo è il metodo che Israele segue contro i gruppi
terroristici: gli infiltrati individuano i capi dei terroristi, forse
mettono un GPS sulle loro auto, e poi un drone o aviogetto lancia un
missile sul bersaglio. L’assenza di coordinamento dei comandi provoca
sbandamento e fuga nei gruppi terroristici, e l’Esercito arabo siriano
può quindi facilmente neutralizzarli.
Secondo informazioni riservate,
molti cittadini statunitensi, inglesi e tedeschi, mercenari o ufficiali
agli ordini dei loro governi, sarebbero caduti sotto le pallottole dei
cecchini o degli attacchi mirati. Questo è probabilmente uno dei motivi
dell’attuale isteria a Washington e Berlino sull'”aggressione russa in
Siria” e dei tentativi disperati di raggiungere una tregua, giustamente
respinta dalla Russia che nota come i precedenti cessate il fuoco,
quando rispettati dai terroristi, furono utilizzati per consentirgli di
riorganizzarsi. Senza pregiudicare gli ordini che il presidente Trump
darà a gennaio, è chiaro che Obama s’imbarca in una corsa sfrenata di
cui va chiesto quale sia il vero obiettivo: rendere la situazione il più
difficile possibile per Trump, o innescare un’escalation con la Russia
prima del giuramento di Donald Trump? Tutto è possibile nelle prossime
settimane.
Rusreinfo 9 dicembre 2016
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
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