venerdì 24 febbraio 2017

Al di là della depressione, la sofferenza del ricordo.

Nessuno pensa bene di chi pensa male di se stesso…”.
Anthony Trollope
Allora, farti pensare male di te stess3, è una delle modalità che permette di “far pensare male di te”
all’insegna dell’apparenza.
Ecco il motivo per il quale “qua, così” tutto avviene, anzi:
tutto auto avviene (da sé, senza una connessione evidente con la ragione fondamentale dominante).
Ad esempio:
lo Stato sei anche tu.
Ma, prima ancora, tu non sei lo Stato.
Se (se) sviluppassi anche solamente una piccola “bozza disegnata (schema logico)”, di questa riflessione, ne ricaveresti senz'altro una sorta di “illuminazione”.
Infatti, ti accorgeresti che manca come la chiusura e la relativa apertura "altra", tra ambiti sociali individuali e globali non meglio specificabili, dal momento in cui “perdi la memoria non appena ti deconcentri anche per una frazione di secondo”.
Ogni pensiero evidenzia una situazione. 
Ma ogni situazione non è nata attraverso quel singolo pensiero.
È, quindi, sempre come giungere in costante ritardo, rispetto al momento di “è già successo”. Un caso? Non esiste il caso, quando nulla gli è lasciato.
Di ciò ti dimentichi, però. E anche questo è causale. Ma l’abitudine ti porta a ritenere convenzione qualsiasi “cosa” che succede con buona dose di regolarità:
anche il sopraggiungere, coerentemente, sempre in costante ritardo.
In maniera tale da perdere persino la facoltà di immaginare la ragione fondamentale “che è sempre in regolare anticipo”, ma in una maniera non più osservata, rilevata, evidente, etc. se non attraverso lo “strumento” proprio dell’accorgersi.
È come se un campanello suonasse ancora, nonostante tutto l’auto convincimento secolare, millenario, “qua, così”.
Di che cosa stiamo “parlando”
Di niente. Ovvio. Del nulla. Di qualcosa che è lo strano vezzo del sottoscritto. Di una particolare forma di “pazzia”. Di una… malattia. Di un senso di vivere, che è l’esistere senza l’esistenza, sopravvivendo per abitudine.
Non ti preoccupare:
non è nulla (laddove “Nessuno” era l’appellativo scelto, strategicamente, da Ulisse… al fine di giocare con la logica dei Ciclopi, molto più grandi di lui e, quindi, molto più pericolosi in termini fisici).
Non ricordi, più, ma puoi sempre ritornare a “farlo”. In che modo? Rispondendo prima alla domanda:
che cosa è la memoria, per te?
E, poi, come te l’aspetti? Che cosa significa ricordare?
La convenzione è giunta sino a “lì”, riuscendo a modificare ogni “forma, persino dell’aspettativa”, che è divenuta “qua, così” come qualcosa di progettat3 a tavolino (interferente con altr3, che ricorda ancora, ma che rimane come confinat3 al di là della convenzione stessa)…
Attraverso la simbologia sostanziale frattale espansa, puoi ricordare… a partire da ogni e qualsiasi “situazione/oggetto/ricorrenza”.


Ma… sai perché non ti sembra vero?
Perché non ritieni questa/quella, la “via” per ricordare.
Di più:
perché non ti sembra che ci sia nulla da ricordare, al di là della tua nascita.
Come se la realtà manifesta esistesse da quando sei nat3.
Ed è così, se ti adatti alla logica temporale convenzionale AntiSistemica.
Se (se) arrivi a comprendere il significato, la “morale, la metafora, il valore, etc. che s’emana da una fiaba, da una narrazione intelligente, da un film, da un romanzo, dalla poesia, dall'arte, etc. è perché sei stat3 educat3 a coglierne il senso (chi più, chi meno). 
Ma… la simbologia, contenuta nelle situazioni, è informazione persino più profonda di ogni “leitmotiv” , che puoi cogliere per mezzo della “tua” sensibilità artistica (qualcosa che non ti sembra di/per tutt3).
Perché molte persone soffrono di “depressione”?
Fai attenzione, perché la depressione non colpisce solo chi “fa fatica ad arrivare a fine mese”. La depressione è “qualcosa di più”. E indica anche qualcosa di più, come un laser
Essa non è “un mal di vivere”. 
Essa indica, tra le righe, una situazione esatta, che nessun trattamento con psicofarmaci può “mettere a posto”.
Essa "significa", più che altro.
Essa “è”.
Essa indica attraverso la simbologia frattale espansa, che “qualcosa è cambiato”, rispetto ad un “momento (prima) e l’altro (dopo, adesso, domani, futuro, destino, orbita, fato, etc.)”.
La depressione ti colpisce per uno svariato sciame di motivi secondari, e per uno principale, anzi, fondamentale:
il ricordo del “momento di è già successo”
sotto forma di “suo avvicinamento”
provoca quello che è il primo sintomo
ossia
una profonda ed infinita “tristezza”
come quando pensi a qualcosa che hai perso e che, improvvisamente, inizia a mancarti moltissimo.
Se apri il “Vaso di Pandora”, la prima sensazione che si scatena è debordante. 
Sei assalit3 da sensazioni di una forza spaventosa, che rende molto difficile il "controllarti". E se (se) ti fermi “lì”, allora ti ammali nel tempo. Perché “in mezzo al guado” la corrente è troppo forte e tu sei ancora troppo distante da ogni riva. Rimanendo nel mezzo, senza senso apparente, ritorni al “qua, così” ma… non più come prima:
in una forma ancora “peggiore”
poiché incompleta, instabile, non sostenibile, etc.
  
E la diagnosi della malattia giunge puntuale, unitamente alla necessità delle “cure” e del “curarti”. 
Troverai espert3 sempre pronti a prendersi cura, protocollar mente, di te (a pagamento, attraverso le varie forme di “assistenza”)…
Abbandonare qualcosa, all'ultima “curva”, ti espone ad un crollo epocale e a tutto tondo.

Il “Vaso” va… scoperchiato, infatti. 
Pena il retrocedere ancora più profondamente nell'arcano incanto “qua, così”.
Allora, ricordare è compiere questo “viaggio” sino alla fine. "Fine" che riconosci quando inizi a stare “bene”, come riuscendo dalla fitta coltre di nubi, nel rivedere il Sole.
Ricordare, inizialmente, “fa male”. Perché non è esattamente “una stupidata”, ciò che è stato rimosso…
Per questo motivo, il mondo è pieno di “pazz3”.
Di persone che hanno compiuto un viaggio “a metà”, dato che l’informazione frattale espansa è sempre compresente e, prima o poi, ti convince a “viaggiare”.
Qualcosa che l’AntiSistema permette, perché sa benissimo la “fine” che farai “qua, così”:
come quell’Icaro che volò troppo vicino al Sole, con le sue ali di cera…
Il momento di “è già successo” è l’atto conclusivo di una “guerra”, compiuta tra “l’umanità precedente (che già risiedeva ‘qua’)” e l’avvento della dominante ("umanità" attuale):
un principio invasivo
assimilabile alla viralità ed alla malattia.
Alias:
una compresenza tentacolare diluita nel tutto
in grado di “andare a comandare” attraverso la presa del Dominio (di turno), completamente umano e, dunque, fisico (come te).
Ogni Dominio ha sempre avuto il proprio “Tallone di Achille”, la backdoor per mezzo della quale la dominante si è sempre potuta insediare ed auto trasmettere ovunque “qua, così”. 
Sembra (sembra) una storia molto simile alle guerre tra Angeli e Demoni, che ovunque puoi ritrovare scritte, anche “qua, così”.
Infatti, la simbologia frattale espansa ritrae sempre anche quello che “è già successo”, rivestito però anche da ampie velature convenzionali AntiSistemiche.
Ora, ricordare una simile verità, implica il soffrire inizialmente ancora di più, del semplice ricordare senza comprendere, in depressione
Immagina ciò che hanno già vissuto intere popolazioni, come quelle dei “nativi”, di ogni genere e latitudine globale “qua, così”.
Immagina (e “senti”) il loro dolore, attraverso coloro che sono i sopravvissuti di oggi.
Percepisci come intere generazioni siano state spazzate via, da un potere sottodominante che si è sempre preoccupato di funzionare, inconsciamente, ad “immagine e somiglianza” della dominante.
La “Terra Promessa” è un inganno macroscopico, che nemmeno “ora” riesci a superare… nonostante tutta questa immensa tragedia umana, che va sempre in onda – regolarmente – nella lavagna globale reale manifesta convenzionale.
Ricordare è, allora, andare Oltre Orizzonte
Lasciare indietro, superare, persino il dolore che giunge certamente non appena “apri la porta”, tanto ha rappresentato in termini di “sofferenza e perdita”.
Ma, poi, ti puoi accorgere che c’è molto (molto) altro, da riportare alla luce:
c’è quello che era (ed “è”) la vita umana
prima di quel “momento”
ed “ora” potenzialmente.
Certo. Ti sembra assurdo che possa essere esistita un’epoca tale. Ma (ma) se pensi anche solo logicamente:
ti dicono che la Terra ha 4,5 miliardi di anni
e la storia deviata ti racconta la storia umana, a partire dai Sumeri (praticamente).
Qualcosa “manca”. Non ti sembra?
Tutto questo “tempo”, come lo riempi?
Oppure ti limiti a credere che “per una eternità” sulla Terra siano esistite solo forme “primitive” di vita?
E tra un'era glaciale e l’altra, che cosa è successo?
Immagina che persino la plastica, dopo 900 anni scompare. Quindi, che cosa sono 900 anni, a fronte di una simile “eternità”?
Monumenti “in pietra”, sono in grado di resistere molto meglio, rispetto a forme di materiale “tecnologico, moderno”. Infatti, le piramidi sfuggono ad una datazione classica della loro vicenda
Anche se la forma piramidale è senz'altro uno strumento identificativo della compresenza immanifesta, dominante.
Qualcosa che, quindi, si auto trasmette da tempo immemorabile, nel tempo misurabile “qua, così”.
Se (se) continui a trovare solo forme piramidali, allora significa che stai portando alla luce solo accadimenti post momento di “è già successo”. Ok?
E, guarda non caso, di piramidi “nuove” ne saltano fuori ogni giorno. Sembra che il globo ne sia completamente cosparso e disperso in esse.
Rovescia tutto. E sarai sempre molto più prossim3 al ricordare.
Se starai “male (peggio)”, quello sarà solo il segnale che sei sulla “via” giusta…
Sì. Perché, “fa male” attraversare una cortina d’incanto. Anche solo riappropriandosi della propria origine, storia, esistenza, etc.
Fa “male” ma sempre a “fin di bene”:
il tuo umano, bene
“lato tuo/umanità, centrale”.
Attenzione alla retroingegneria AntiSistemica, della quale ti puoi accorgere anche a livelli più evidenti, ma sempre molto sottili. 


Ad esempio:
la pubblicità del “fumo” – una dipendenza da decodificare a livello di simbologia sostanziale frattale espansa - te la possono sempre fare “vedere”, ambientando una trama al tempo che fu, quando fumare pubblicamente era di moda ed era permesso.
Ossia, il vedere “oggi” quello che era normale e tollerato “ieri”, ti auto mantiene attaccato a quel tempo e a quella dipendenza, pur rispettando le norme che sono dell’oggi.
Sottilmente
La posso far sembrare molto colpevole.
No. Non può. Io non ho fatto niente. Non ha prove.
La prova non è l’elemento principale. È il dubbio. Il dubbio è tutto”.
A Kind of Murder
Che cosa non può fare l'abitudine! L'abitudine aveva portato Stepan Trofimoviè quasi allo stesso punto, ma in una forma ancor più innocente e inoffensiva, se così ci si può esprimere, perché era un'ottima persona.
Penso perfino che verso la fine, tutti e ovunque l'avessero dimenticato, ma non si può neanche dire che prima non lo conoscessero”.
I Demoni - Fëdor Michailovic Dostoevskij
“Fai…”.
Al di là della depressione, la sofferenza del ricordo:
riportare un trauma alla consapevolezza è una esperienza molto dura. Per questo motivo (anche) la dominante si trasmette attraverso il tuo auto fare, parziale.
Nutrendosi del dolore, che non passa mai… Qualcosa che del denaro, non ha minimamente bisogno, potendone disporre convenzionalmente in forma illimitata, essendo invenzione di parte “a monte” di te…
Al di là della sofferenza del ricordare, esiste la consapevolezza di avere chiuso ogni “cerchio”.
Se (se) ti sembra mancare la possibilità epica del “valere la pena di esistere”, bé… l’hai appena ritrovata.
E con essa, unitamente, anche il potenziale di ogni tuo “diritto sovrano, originale”.
Puoi pensare (in leva) anche ordinariamente, attraverso la logica, senza perderti più niente, elevandoti per mezzo della “dima” simbolica sostanziale frattale espansa (memoria)…
   
 
Davide Nebuloni
SacroProfanoSacro (SPS) 2017
Bollettino numero 1990
 

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