(Immagine presa dal web) |
La maggior parte delle persone tende ad identificarsi con qualcosa che è
diverso dalla loro vera natura. Ciò li disconnette dal TUTTO e non
permette loro di riconoscere il proprio Dio interiore. Da ciò nasce
l'ego e si alimenta attraverso l'identificazione, da parte delle
persone, con beni posseduti, nozioni acquisite, stile di Vita e via
dicendo.
In questo modo, chi alimenta l'ego, non fa altro che identificarsi e diventare qualcosa di esterno a ciò che si è realmente. Ecco che nascono i problemi, i conflitti, le guerre come le inutili competizioni a chi ha di più, a chi sa di più. A che scopo? Dopotutto, queste gare volte al superamento degli altri, oltre ad alimentare l'ego, dimostrano la paura dell'essere umano di venire superato in qualche campo dal proprio simile il quale è visto, in questo contesto egoico, come un avversario da sconfiggere.
La creazione di un'identità basata sull'ego porta a difendere le proprie
posizioni riguardo determinati aspetti della Vita sociale e quotidiana,
a voler avere ragione a tutti i costi, a voler vincere sempre e per
forza. Ciò porta ad un ulteriore allontanamento dalle proprie origini
divine e un conseguente asservimento alle proprie proiezioni mentali. In
altre parole, ci si allontana dal VERO per abbracciare un'ILLUSIONE
creata dalla mente e proiettata all'esterno di sé.
Ora, l'identità costruita in base ai beni posseduti, alla posizione
sociale raggiunta, alle conoscenze acquisite e quant'altro possa
alimentare e strutturare l'ego, può crollare in qualsiasi momento. Una
perdita in qualsiasi campo della Vita, sia esso sentimentale,
lavorativo, economico o di qualsiasi altro genere, può sgretolare la
struttura egoica creata anche in anni e anni di lavoro basato sulla
falsa identificazione con qualcosa di esterno a sé.
Quando avviene un crollo di ciò che alimentava fino a quel momento
l'ego, proprio in quel momento si ravvisa la possibilità di risvegliarsi
o, viceversa, di diventare vittime delle circostanze. Certo, in questi
casi gioca un ruolo fondamentale il fatto che si sia lavorato su di sé
fino a quel momento o meno. Se una persona comincia a dubitare di ciò
che ha, di ciò che pensa e comincia a lavorare su di sé anche per la
semplice curiosità di scoprire cosa si nasconde dietro la propria
identità costruita, questo potrà costituire la base per un eventuale
risveglio qualora gli elementi con i quali il soggetto si identificava,
improvvisamente crollassero.
Viceversa, se l'uomo medio, che non ha mai avuto la minima volontà di
lavorare su di sé, viene a subire improvvisamente una perdita in uno dei
campi della sua Vita coi quali si era identificato e creato un'immagine
di sé, in questo caso, questo soggetto sarà destinato a diventare una
vittima delle circostanze e, per ciò stesso, vivrà questa situazione
come un fallimento, una distruzione in quanto ha puntato tutto su
fattori esterni a se.
Non bisogna solo lavorare su di sé per poter destrutturare l'ego.
Occorre, anche, volgere lo sguardo al proprio interno distogliendolo, al
contempo, da tutto ciò che si trova al di fuori di noi e costituisce il
nostro falso sé sul quale abbiamo basato la nostra identità. Solo dopo
aver abbandonato in maniera definitiva il falso involucro esterno e ci
saremo disidentificati dalle illusioni di conoscenza e possesso potremo,
finalmente, raggiungere quella libertà che ci consentirà di
ricongiungerci con il TUTTO.
Vincenzo Bilotta
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