Julian
Assange, il fondatore di Wiki Leaks, ha proposto al discusso Presidente
del Venezuela, Nicolas Maduro, di prendere esempio dall’Arabia Saudita,
uno dei più importanti alleati degli USA sulla scena internazionale.
Assange ha commentato in maniera ironica l’attuale situazione
esistente in Venezuela ed i pesanti tentativi di interferenza
manifestati dagli Stati Uniti nelle questioni interne del paese
sudamericano.
“Non capisco perchè il presidente del Venezuela, Maduro, non si sia
ancora affrettato ad adottare per il suo paese il modello di
Costituzione dell’Arabia Saudita, in modo che il governo degli USA possa
compiacersi con lui”,
ha segnalato Assange in allusione alle leggi
draconiane vigenti nel paese arabo messe in questione da numerosi
difensori sui dirittti umani.
Certamente
Nicolas Maduro non è un personaggio gradevole ed ha le sue grosse responsabilità per la disastrosa situazione economica in cui si trova il Venezuela
in questo periodo.
Tuttavia il fatto che il Governo di Caracas abbia
ricevuto un prestito per 5 miliardi di dollari dalla Cina (attraverso la
China Development Bank), in compenso di contratti per forniture
petrolifere a Pechino, oltre a importanti rapporti di collaborazione
tenuti con il gigante asiatico, relegando in secondo piano la
tradizionale dipendenza dall’ingombrante vicino del Nord America, ha
spinto Washington ad accelerare le sue operazioni di sobillazione nel
paese sudamericano per forzare una insurrezione diretta a rovesciare il
Governo di Caracas.
Gli USA vogliono riprendere il controllo del paese
e delle sue importanti risorse petrolifere e minerarie, visto che in
Venezuela sono presenti enormi giacimenti di greggio ancora non
sfruttati che sono considerati fra le più importanti riserve esistenti
nel mondo.
La tecnica degli USA è quella ben nota e collaudata, adottata per le
“rivoluzioni colorate” dall’Ucraina, alla Libia, alla Siria, e prevede
l’intervento di squadracce di agitatori, infiltrate ed addestrate da
agenti della CIA, per colpire le forze di polizia, i sostenitori del
Governo, per seminare caos, distruzione, attentati incendiari contro
sedi istituzionali e panico nella popolazione.
Il tutto deve avvenire
con la complicità del sistema mediatico che mette in risalto la
brutalità della polizia, la repressione delle manifestazioni, omettendo
di descrivere i crimini degli agitatori prezzolati che in Venezuela,
oltre ad uccidere poliziotti e membri della Guardia Nacional, hanno
bruciato vivi alcuni manifestanti progovernativi.
Manifestanti “pacifici” in Venezuela
Il Presidente Trump ha emanato sanzioni contro gli esponenti del
Governo ed ha accusato di truffa e instaurazione della dittatura il
referendum collocato da Maduro per la nuova costituente, nonostante che a
questo abbiano partecipato il 41,53% della popolazione.
Ulteriori
sanzioni varate contro il Venezuela
rischiano di aggravare la situazione sociale del paese
e causare altre sofferenze alla popolazione che si trova già in forte
difficoltà per la mancanza di generi di prima necessità, medicinali
ed alimenti basici e per l’altissimo tasso di inflazione.
Dalla Colombia, paese quinta colonna del dominio USA in quello che
viene considerato da Washington il “cortile di casa”, partono squadre di
mercenari e paramilitari con il compito di seminare caos e violenza nel
paese, mescolati a delinquenti comuni che approfittano della situazione
per rapinare e saccheggiare le poche imprese ancora rimaste nel paese.
Il piano delle operazioni USA in Venezuela sembra certo che
sia diretto dal Comando Sud ubicato in Florida
che ha denominato il piano “Venezuela Freedom 2” e prevede l’utilizzo
dell’opposizione di destra nel paese (in particolare il Partito “Primero
Justicia) composta da elementi per lo più screditati e direttamente
agli ordini di Washington. Vedi: “
El plan de EEUU para intervenir en Venezuela”
Esistono numerose prove di questo piano che, come sempre, viene
diretto dalla CIA e dal Pentagono al fine di ottenere il rovesciamento
del Governo ed il ritorno del paese latino sotto l’orbita di influenza e
di dominio neocoloniale degli Stati Uniti.
Non sarà però un compito facile perchè una buona parte della
popolazione, nonostante le difficoltà contingenti, ha maturato una forte coscienza nazionale ed ha compreso l’inganno e quale sia la vera regia
delle operazioni di destabilizzazione del paese.
Le misure prese dagli
USA rischiano di creare l’effetto opposto di risuscitare il nazionalismo
e la difesa della sovranità nel paese, quella che il vecchio presidente
Ugo Chavez, nonostante tutte le sue contraddizioni, era riuscito ad
ottenere affrancando il Venezuela dalla dipendenza dagli USA.
Una sfida che avrà comunque un costo di sangue e di miseria che il
popolo venezuelano, dopo tutti i sacrifici già sofferti, certamente non
merita.
Luciano Lago
fonte:
http://www.controinformazione.info/julian-assange-lancia-un-consiglio-a-maduro-adotta-la-costituzione-dellarabia-saudita-cosi-che-sarai-gradito-agli-usa/
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