L’espulsione ad opera della
Russia di 755 impiegati delle missioni diplomatiche degli Stati Uniti in
Russia non ha precedenti nella storia moderna e potrebbe dare un colpo
devastante all’intelligence statunitense e alle operazioni di
“promozione della democrazia” in Russia.
Lo scorso autunno, quando
l’amministrazione Obama considerò l’espulsione di diplomatici russi
dagli Stati Uniti in risposta allo scandalo Russiagate, pare che John
Tefft – l’ambasciatore statunitense in Russia – abbia avvertito di non
fare questo passo. La ragione di Tefft per opporsi ad essa era la
probabile risposta forte dei Russi, che avrebbe portato ad espulsioni di
diplomatici statunitensi dalla Russia, avrebbe minacciato l’efficace
lavoro dell’ambasciata statunitense a Mosca e quello dei consolati
statunitensi in Russia.
L’amministrazione Obama non ascoltò
l’avvertimento di Tefft. Sebbene alla fine i Russi a dicembre decisero
di non agire, perché volevano aspettare che cosa avrebbe portato la
nuova amministrazione Trump, ora che il Congresso americano ha votato
per incrementare le sanzioni alla Russia, e con la restituzione delle
proprietà diplomatiche russe sequestrate negli Stati Uniti fuori
discussione, i Russi hanno finalmente risposto.
La loro risposta,
tuttavia, è andata oltre i peggiori timori di Tefft.
L’ordine dei Russi agli Stati Uniti di ridurre il personale presso la loro ambasciata e i consolati in Russia di 755 persone [in Inglese] è infatti senza precedenti. Come giustamente afferma la BBC [in Inglese],
sebbene gran parte della riduzione riguarderà indubbiamente il
personale non diplomatico, l’annuncio russo costituisce comunque quella
che è di gran lunga la singola espulsione di diplomatici più grande
della storia moderna
La decisione di espellere il personale è stata fatta venerdì, ma il Sig. Putin ha confermato ora il numero di persone che deve andarsene entro il 1° settembre.
Porta il numero di impiegati a 455, tanti quanto il personale russo a Washington.
Si pensa che questa sia la più grande espulsione di diplomatici da un qualsiasi paese nella storia moderna, dice la corrispondente della BBC a Washington Laura Bicker.
Il numero include anche dipendenti russi delle missioni diplomatiche statunitensi in tutta la Russia, aggiunge Sarah Rainsford da Mosca.
Verrà interessato il personale dell’ambasciata a Mosca così come quello dei consolati di Ekaterinburg, Vladivostok e San Pietroburgo, afferma.
Inoltre la decisione russa introduce il
principio secondo il quale in futuro il numero del personale presso le
ambasciate e i consolati statunitensi in Russia sarà lo stesso –
attualmente 455 impiegati – del numero del personale presso le
ambasciate e consolati russi negli Stati Uniti.
Ciò significa che qualsiasi futura
espulsione di diplomatici russi dagli Stati Uniti – o qualsiasi rifiuto
di visto da parte degli USA nei confronti dei diplomatici russi che
riempiranno i posti vacanti presso le ambasciate e i consolati russi
negli Stati Uniti, cosa che sembra sia già accaduta – verrà affrontata
con espulsioni esattamente uguali di diplomatici statunitensi dalla
Russia e rifiuti di visti ai diplomatici statunitensi che dovranno
riempire i posti vacanti nelle ambasciate e nei consolati statunitensi
in Russia.
Che questo sia un colpo pesante per gli
Stati Uniti è evidenziato da un fatto interessante. Ne viene fuori che
il numero del personale impiegato presso le ambasciate e i consolati
degli Stati Uniti in Russia era quasi tre volte superiore al numero del
personale delle ambasciate e dei consolati russi negli Stati Uniti.
Ciò pone la domanda: cosa stava facendo
tutto questo personale americano in eccesso? Forse le ambasciate e i
consolati statunitensi sono meno efficienti di quelli Russi. Tuttavia
sospetto che i Russi pensano che molti, se non la maggior parte di
questi impiegati in eccesso, siano effettivamente impegnati in attività
di raccolta di informazioni e di “promozione della democrazia”. Se è
così allora gli USA hanno subito un colpo pesante a causa dell’azione
russa, e questo spiega la preoccupazione di Tefft.
Indipendentemente dai danni causati alle
missioni diplomatiche statunitensi e alle operazioni di intelligence e
di “promozione della democrazia” in Russia, nulla mostra meglio il
peggioramento della qualità del dibattito sulla politica estera negli
Stati Uniti quanto la risposta alla più grande espulsione di personale
diplomatico statunitense dalla Russia da quando i due paesi hanno
stabilito le loro prime relazioni diplomatiche nel 1933.
Sebbene non sia
mai accaduto nulla di simile da quando il governo Sovietico espulse
l’ambasciatore americano George Kennan dall’URSS nel settembre 1952,
all’apice della Guerra Fredda, dal modo in cui i media americani stanno
riferendo la storia si viene a malapena a conoscenza delle espulsioni.
Questo fatto dimostra un’importante
verità: per gran parte dell’elite statunitense – inclusa la maggior
parte dei media americani – il nuovo disegno di legge sulle sanzioni non
è davvero diretto a danneggiare la Russia, ma piuttosto a danneggiare
il Presidente Trump. Per raggiungere questo obiettivo vengono
sacrificati tutti gli altri interessi.
Proprio come gli interessi economici
fondamentali degli alleati europei degli USA vengono sacrificati per
quella che è in ultima analisi una contesa interna tra le fazioni degli
Stati Uniti, di cui lo scandalo Russiagate è solo la manifestazione
esteriore, così un colpo tremendo alle operazioni diplomatiche e di
intelligence statunitensi in Russia viene a malapena notato, poiché gli
sponsor della nuova legge sulle sanzioni che non sono guidati da
interessi puramente commerciali (vedi qui e qui [in Inglese]) si concentrano quasi esclusivamente sul loro conflitto con il presidente Trump.
Il risultato è che la politica estera statunitense quasi non esiste più.
*****
Articolo di Alexander Mercouris pubblicato su The Duran il 31 luglio 2017.
Traduzione in Italiano a cura di Raffaele Ucci per SakerItalia.
[le note in questo formato sono del traduttore]
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