Quante volte negli ultimi mesi o addirittura anni abbiamo sentito il
segretario generale della NATO, Obama o i generali statunitensi
affermare che “la Russia è il nemico peggiore” degli Stati Uniti o
addirittura dell’ordine occidentale?
L’isteria sulla “minaccia russa” è
stata forgiata nei media ad alto livello. Ancora più spesso non si
risponde sul perché la Russia sia tale minaccia per gli Stati Uniti.
Tutto sembra iniziare nel 2011 quando gli Stati Uniti iniziarono ad
accelerare con la loro “primavera” o “rivoluzioni colorato” nel mondo
arabo.
Ma mentre la “primavera araba” è stata “coperta” dai media, passò
inosservato che gli Stati Uniti si volsero verso diversi governi
“sleali” alla politica statunitense in America Latina e altre parti del
mondo. Nel punto nevralgico, la Siria, la Russia affronta Stati Uniti ed
alleati regionali.
Il Presidente di Cuba Fidel Castro dichiarò
apertamente, molto prima della scomparsa, che
“la Russia ha salvato il mondo dalla ricolonizzazione“.
Un punto altrettanto importante si trova anche nel lungo discorso di
Zbigniew Brzezinski del 1979 sulle minacce che affrontavano gli Stati
Uniti e come dovevano riformulare la politica estera. Brzezinski osservò
che una rivoluzione colpì la Terra nel XX secolo:
“Dal 1900 al 1950, la popolazione mondiale crebbe da 900 a 2,5 miliardi… a seguito di questo cambiamento politico, il numero di Stati e nazioni triplicò a più di 180, nella vita di ognuno di noi in questa stanza, questa è la più grande rivoluzione politica nella storia dell’uomo… A causa della moderna tecnologia delle comunicazioni, questi miliardi sono consapevoli delle nuove idee e delle ingiustizie del mondo. “Dopo la seconda guerra mondiale, va ricordato che il principale campo di lotta fu contro le potenze coloniali che cercavano di preservare il loro sistema. In quel periodo, i sovietici, guidati dall’ideologia marxista-leninista, sostennero tutti i Paesi che volevano essere indipendenti dai tutori coloniali”.
“Povero sarà quel Paese che non può difendere il popolo dagli attacchi aerei“,
dichiarò Giorgij Zhukov. Queste parole dimenticate del Maresciallo
Zhukov sono la chiave per comprendere la situazione attuale e la lotta
per l’indipendenza. Come vediamo, lo schema delle azioni e
dell’interventismo statunitense è abbastanza facile da capire.
Sanzioni,
ingiustizie e lotte politiche o nazionaliste creano in ogni società una
massa critica che sarà sostenuta dall’interventismo statunitense, dopo
di che gli Stati Uniti raggiungono i propri obiettivi. Tuttavia,
l’elemento chiave e cruciale è la supremazia dell’aria.
Senza la
supremazia aerea, l’arma principale del processo di ricolonizzazione
statunitense, gli Stati Uniti non possono intervenire in nessun Paese
che abbia anche sono solo un esercito mediocre. Ma senza una corretta
difesa aerea, non importa quanto grande sia l’esercito o la popolarità
del partito politico o del presidente che si oppone agli Stati Uniti,
questo regime è destinato a cadere.
Dato che gli USA puntano a dominare
il mondo e la Russia esporta i migliori sistemi di difesa aerea nei
punti caldi del mondo (Algeria, Siria, Iran, Venezuela), va posta la
domanda: chi è l’aggressore?
Chi attacca chi e cosa? Il capitalismo
occidentale non può esistere senza l’imperialismo. Se all’elezione di
Eltsin vedemmo l’abbandono degli alleati del blocco socialista nel
mondo, con Putin vediamo l’opposto, sostenere i partner dell’ex-URSS,
non solo i sopravvissuti, ma anche nuovi, di cui il Venezuela è il
miglior esempio.
Ci sono diverse teorie sulla politica estera di Putin. La prima è che sia formulata solo sulla guerra per le risorse energetiche che costituiscono la base dell’economia russa. La seconda è che alcune élite occulte dell’era sovietica perseguono sempre gli stessi obiettivi, ma con la copertura della formula statale attuale. Infine, c’è la prospettiva che la Russia semplicemente difenda la sua posizione di Stato sovrano.
Non importa quale di tali teorie sia veritiera, ciò che è
evidente è che la Russia affronta gli Stati Uniti nel mondo. La guerra
in Medio Oriente è perduta per gli Stati Uniti e il danno che subiscono
nella politica regionale e mondiale è devastante. Il Venezuela sarà
probabilmente il prossimo punto di confronto tra USA e Russia. Ora è
chiaro che Russia e Cina sostengono Maduro nella lotta per la via
socialista del Paese rimanendo al potere.
La Russia dispiegò moderne
difese aeree con il Presidente Hugo Chavez e ora vediamo che la Russia
aiuta Maduro esportando 60mila tonnellate di grano al mese, oltre a un
considerevole supporto logistico. È chiaro che la Russia non affronta
semplicemente gli Stati Uniti in ciò che si potrebbe definire semplice
difesa di posizione, ma entra apertamente in ciò che verrebbe chiamato
“cortile” degli Stati Uniti, il famoso bacino della “Dottrina Monroe”.
Il risultato è chiaro: sanzioni, sanzioni e altre sanzioni e
l’affossarsi delle relazioni Russia-USA. Se consideriamo questo da una
prospettiva strategica, vediamo che la Russia raggira la politica
statunitense, sovvertendo le conquiste della primavera araba,
infiltrando l’UE con progetti energetici dopo aver annullato la grande
pipeline del Medio Oriente.
La Russia modella nuovi rapporti con la
Turchia e supporta Duterte nel cambiarne la politica estera di 180
gradi. Gli Stati Uniti abbozzano. Se confrontiamo la politica estera
russa con quella sovietica, notiamo che anche se la Russia è molto più
debole dell’Unione Sovietica per risorse, è più pericolosa per gli Stati
Uniti.
Non solo ciò che potremmo chiamare neo-colonie, ma anche i loro
alleati, cambiano lato, non avendo interesse a rimanere nella sfera
d’influenza degli Stati Uniti e non essendo così facile per gli Stati
Uniti intervenire militarmente nel mondo “democratico”. Il senatore
McCain ha espressamente affermato che la Russia è più pericolosa dello
SIIL per gli Stati Uniti.
Tale affermazione è umoristica per qualsiasi
analista, perché possiamo vedere alcuni modelli nelle operazioni dello
SIIL: quando Maliqi cambiò lato, l’Iraq fu invaso dallo SIIL; quando
Duterte cambiò lato, le Filippine venivano invase dallo SIIL, ecc. È
chiaro chi gestisce lo strumento denominato SIIL.
Tuttavia, tali
operazioni speciali non impediscono a questi Paesi di sottrarsi dalla
sfera degli Stati Uniti cercando rapporti con altri Paesi,
principalmente Russia e Cina. Nel complesso, la ribellione dietro le
“mura” degli Stati Uniti va paragonata alla ribellione nel Patto di
Varsavia, ma questa volta sostenuta dalla Russia.
I prossimi punti di
scontro, oltre al Venezuela, sono probabilmente Penisola coreana e
Balcani.
Nonostante vagonate di minacce, gli Stati Uniti non hanno
ancora attaccato la Corea democratica, come non lo fecero con la Siria,
quindi se gli USA perdono un altro confronto con Russia e Cina, il
dominio mondiale statunitense sarà in pericolo.
Il dispiegamento di
moderni sistemi antiaerei russi nei punti cruciali nel mondo infligge
più danni alla politica statunitense che non le ideologie radicali
antimperialiste. Gli Stati Uniti possono mantenere il potere solo con la
forza bruta. Come si vede nella situazione attuale, gli Stati Uniti
perdono ulteriori confronti strategici con la Russia, mentre le nuove
sanzioni rallentano soltanto la fine del dominio statunitense, ma non
possono impedirlo.
Non importa quale sia la teoria accurata sulla formulazione della politica estera russa, è chiaro che la Russia difende il suo status sostenendo la stessa avanzata come l’ex-Unione Sovietica, ma in forma diversa e su una piattaforma culturale e politica molto più ampia.
Gli
Stati Uniti possono opporsi a questo processo solo con la mera forza,
mentre se non intervengono si ritroveranno in una situazione peggiore
dell’attuale. D’altra parte, l’intervento porterebbe a una riduzione
ancora più drastica della scarsa reputazione che gli è rimasta, con
conseguenze imprevedibili.
Vladimir Gujanichic, Fort Russ 5 agosto 2017
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
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