Non credete minimamente a ciò che dico. Non prendete nessun dogma o libro come infallibile. (Buddha)
mercoledì 2 agosto 2017
Truppe turche entrano a Kobane, nel nord della Siria, espellendo i curdi appoggiati dagli USA
Forze turche in Siria
L’Esercito
turco in Siria si è spinto nell’area di Kobane, nel nord della Siria, ed
ha iniziato a sospingere i curdi dell’YPG fuori da detta zona.
Le truppe turche si sono schierate nelle vicinanze di Kobane e
Sifteke, in queste località a pochi kilometri di distanza dalla
frontiera della Turchia con la Siria, iniziando ad installare mine in
tutta la zona limitrofa.
I curdi delle Unità di Protezione (YPG), appoggiati dagli USA,
hanno minacciato di dare una risposta se le truppe turche non
abbandoneranno queste località dove si sono installate.
Il movimento di truppe turche è avvenuto dopo che l’agenzia curda
Hawar News aveva informato che l’assemblea costituente della
autoproclamata Federazione del Nord della Siria, dopo aver dichiarato un
Sistema Federale curdo nella zona, aveva fissato le elezioni municipali
per il prossimo di Settembre. Allo stesso modo i curdi intendono
eleggere i consigli rurali, urbani e distrettuali in Novembre.
Ankara considera l’YPG come una organizzazione terroristica affiliata
al PKK e non accetta che venga costituita una entità curda vicino alle
sue frontiere (Kurdistan) sia dalla parte siriana che dalla parte
irachena.
Tuttavia i curdi hanno ottenuto l’appoggio di Washington che ha
provvveduto a rifornirli di armi pesanti a sostegno della di creazione
una entità autonoma nel nord della Siria, giudicata dagli statunitensi
una possibilità di indebolire il Governo centrale di Damasco sostenuto
dai russi e dagli iraniani. I curdi di fatto hanno ottenuto l’appoggio
della coalizione internazionale diretta da Washington.
La tensione fra i curdi ed il Governo di Ankara si è intensificata dal
Luglio del 2015 quando la tregua stabilita tra la Turchia ed il PKK è
stata rotta per una serie di attacchi terroristici.
Erdogn Presidente Turchia
Il sostegno USA ai curdi ha fatto infuriare il Governo di Erdogan che
ha minacciato di rompere i rapporti con gli USA e di fatto ha
realizzato vari passi per avvicinarsi alla Russia ed all’Iran con cui ha
condiviso gli accordi di pace di Astana, per riportare la pace in
Siria.
Inoltre la Turchia ha rinunciato a sostenere le forze ribelli contro il
Governo di Damasco (come aveva fatto per anni) ed ha richiesto a Mosca
di fornirgli i sistemi antiaerei SS-400. Questo preoccupa Washington che
vede la posssibiità concreta che l’importante alleato, la Turchia, abbandoni l’area NATOe si schieri con la Russia e l’Iran.
Una vera iattura per i dirigenti di Washington che vedono frananre il
loro piano di balcanizzazione della Siria ed aumentare l’influenza russa
e iraniana nella regione.
Tensioni fra Germania e Turchia
Nonostante la sua codipendenza economica, le relazioni tra i due
Stati, Germania e Russia, hanno toccato il punto più basso, una serie di
problemi stanno inasprendo i rapporti reciproci.
La cancelliera Merkel ha reagito alle accuse di Erdoogan in modo soft,
riferiscono i media.
Affermando che le accuse sono assolutamente
ingiustificate. Il ministro tedesco degli Esteri, Sigmar Gabriel, da
parte sua, ha promesso di rivedere la politica del suo paese verso la
Turchia. “Non possiamo continuare come prima”, ha assicurato ed ha
aggiunto che “tale politica del suo paese verso la Turchia non rimarrà
senza conseguenze”
Allo stesso modo il Ministero degli Esteri tedesco aveva pubblicato
nella sezione viaggi della sua pagina web un avviso con dei consigli per
le persone che viaggiano per motivi personali o commerciali in Turchia.
Queste azioni e parole di Berlino sono state qualificate dal presidente
Erdogan come qualche cosa di “imperdonabile” ed ha promesso
rappresaglie contro la Germania.
Pertanto la mandataria tedesca ha dovuto adottare una impostazione
conciliante rispetto all’arresto di Steudtner (l’attivista tedesco
arrestato in Turchia), tenendo in conto che mancano soltanto due mesi
alle elezioni federali in Germania e adesso la cancelliera non può
rischiare le relazioni con il suo importante socio commerciale.
Inoltre i
turchi rappresentano la minoranza etnica più grande della Germania con
circa 3,5 milioni di turchi che possiedono la doppia cittadinanza e
possono votare.
Ankara inoltre continua a dipendere da Berlino, per i milioni di
dipendenti turchi nelle varie società tedesche. Gli analisti come Judy
Dempsey, di Carnegie Europe, dicono che in questo momento Erdogan
potrebbe “guadagnare molti punti” colpendo duro la Germania in Turchia,
ma aggiunge che “il prezzo sarebbe molto alto per entrambe le parti”.
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