venerdì 5 luglio 2013

I mille nomi di Cristo

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Cristo ha l’elmetto in testa e una stella di Davide disegnata sul giubbotto. Tra le mani ha un fucile e guarda una bambina con gli occhi neri ed un pupazzo in braccio. La bambina ha paura ma è curiosa. Cerca di guardarlo ma se lui se ne accorge abbassa gli occhi. Cristo è stanco. Sono ore che è in piedi e ha fumato cento sigarette. La bimba lo guarda di nuovo e lui tira fuori la lingua. La bambina ride e il suo sorriso brilla in quel viso scuro. Cristo la guarda e sente uno strano calore nel petto.  Lui nella guerra ci credeva. Ora è sicuro che è una merda assoluta. Vuole solo che finisca il prima possibile.
 
Cristo è al capezzale della madre, o almeno di quello che ne è rimasto. La donna ha una pompa che la fa respirare e due flebo infilate nelle braccia. Le macchine che la tengono in vita ronzano ritmicamente.
 
Cristo la gira delicatamente per far circolare il sangue e si chiede dove sia finito tutto l’amore e tutta la tenerezza che quel corpo è stato in grado di donargli. Ora che lei  non parla più e che i suoi occhi sono chiusi da settimane,  gli sembra che lei, invece di morire una sola volta, muoia di nuovo ogni giorno. Allora inizia a sperare che finisca presto e che anche quel corpo si spenga come si è spenta lei. Poi, mentre si china per aggiustare il cuscino, sente l’odore della sua pelle che, nonostante tutto, è rimasto lo stesso. Allora, in un attimo, il tempo trascorso si annulla e lei è di nuovo in casa a fare i mestieri cantando con voce leggera mentre lui ha il naso premuto ai vetri della finestra. A Cristo scappa una lacrima che cade sul viso della donna. Lui poggia la fronte sulle sue labbra e lascia che lei lo baci ancora una volta.

Cristo è seduto di fronte al computer e beve un bicchiere di succo di frutta. Anche oggi ha passato un bel po’ di tempo a cercare lavoro e gli occhi gli bruciano per la fatica. Sono mesi che si trascina da un posto all’altro e il suo tempo non vale più nulla. Suo padre alla sua età aveva già due bambini. A lui sembra di non essere mai diventato uomo. Ha smesso di fumare. Agli altri dice che lo ha fatto perché fumare fa male. A lui faceva più male chiedere al padre i soldi per le sigarette.
Ieri ha visto un suo vecchio compagno di scuola. E’ uno che è entrato nel giro e adesso si è piazzato. Raccoglie extracomunitari e li porta a lavorare in campagna. Gli toglie un terzo di quello che prendono. Gli ha chiesto se gli andrebbe di dargli una mano. Cristo beve un altro sorso e si ferma un attimo a pensare, poi riabbassa gli occhi sul computer e si mette a cercare di nuovo.

Cristo è una ragazza russa. Ha gli occhi celesti e il viso di porcellana. E’ venuta in questo paese per fare l’attrice. Ora fa la puttana. Ha conosciuto il corpo di migliaia di uomini e ormai sa che ha perso la strada di casa per sempre. Non crede più in nulla e ha dimenticato il viso dei suoi genitori. Ora sta ascoltando un ragazzo che l’ha caricata e non è riuscito a fare l’amore con lei. Lui le dice che la sua fidanzata l’ha lasciato e si sente malissimo. Lo dice con infinita tristezza. 
Cristo capisce che questo è amore e prova pietà per questo ragazzo. Prima di scendere lo bacia con dolcezza sulla guancia e dice una piccola preghiera per lui.

Cristo è un barbone. E’ steso su un mucchio di cartoni e sente un peso enorme sul petto. Ha i calzoni bagnati di piscio e la bocca piena di vomito. E’ notte. In strada non c’è nessuno e lui non riesce a gridare per chiedere aiuto. Mentre i brividi gli scuotono il corpo lui non ha più paura. Ora sta per andarsene. Lo hanno picchiato, cacciato e nessuno ha mai fatto veramente nulla per lui. Eppure non odia nessuno e sente che, ovunque stia per andare, non può essere peggio di qui. Quando Cristo chiude gli occhi è sereno. L’ultima cosa che sente è una sottilissima pioggia primaverile che bagna il suo viso disteso.

Nel cielo, indifferenti, brillano cento milioni di stelle.

fonte : http://www.mentecritica.net/ovunque-tranne-che-li/leggere/oltre-le-righe/mc/447/

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