giovedì 15 maggio 2014

DOPO I DRONI ASSASSINI, I ROBOT CON POTERE DI UCCIDERE.


Queste armi interamente autonome minacciano I DIRITTI DELL'UOMO IN TEMPO DI PACE COSI' COME IN TEMPO DI GUERRA.
 
Comunicato di Human Right Watch (Ginevra 12/05/2014)*.
 
Le armi interamente autonome, o "Robot che uccidono" (direi con la licenza di uccidere), metterebbero in pericolo i diritti umani fondamentali, sia nel caso in cui fossero utilizzate in tempo di guerra sia per l'applicazione della legge, ha dichiarato Human Rights Watch in un rapporto pubblicato oggi, alla vigilia della prima riunione multilaterale sul tema alle Nazioni Unite.
Il rapporto di 26 pagine, intitolato « Shaking the Foundations: The Human Rights Implications of Killer Robots » ("Fondamenta stracciate: Implicazioni in materia di diritti umani nel ricorso ai robot con licenza di uccidere"), è il primo rapporto che valuta in dettaglio i rischi presentati da queste armi nel corso di operazioni di applicazione della legge, allargando il dibattito al di là del campo di battaglia. Human Rights Watch a constatato che le armi interamente autonome minaccerebbero i diritti e i principi nei confronti del diritto internazionale altrettanto fondamentali quanto il diritto alla vita, il diritto a un ricorso e il principio di dignità.
 
Il giudizio umano resta indispensabile per ogni decisione che riguardi il ricorso ad un'arma mortale, che si tratti di una situazione di guerra o di applicazione della legge, ha sottolineato Steve Goss, direttore della divisione Armi à Human Rights Watch. "I governi devono dire no alle armi totalmente autonome per qualsiasi scopo esse siano utilizzate, vietandole preventivamente già da ora, prima che sia troppo tardi".

Il dibattito internazionale sulle armi totalmente autonome ha insistito dapprima sul loro ruolo potenziale nei conflitti armati e sulle questioni relative alla loro capacità di essere conformi al diritto umanitario internazionale, ugualmente chiamato le leggi della guerra. Human Rights Watch, nel suo nuovo rapporto, esamina l'impatto potenziale di queste armi nei confronti del diritto dei diritti umani, che si applica in tempo di pace così come in durante i conflitti armati.
I paesi dovrebbero adottare un divieto preventivo internazionale su questo tipo di armi, che sarebbero capaci di identificare e di colpire bersagli senza un intervento umano significativo, secondo Human Rights Watch. I paesi ricercano una sempre più vasta autonomia delle armi e dei precursori esistono già.
 
La pubblicazione del rapporto, unitamente alla Harvard Law School’s International Human Rights Clinic (Analisi dei diritti umani internazionali della Facoltà di Diritto dell'Università di Harvard) coincide con la prima riunione multilaterale su queste armi.
 
Un grande numero dei 117 paesi che hanno aderito alla Convenzione sulle armi convenzionali sono attesi alla riunione di esperti sul sistema di armi autonome letali, che si svolge alle Nazioni Unite a Ginevra dal 13 al 16 Maggio 2014. I membri della Convenzione hanno stabilito al momento della loro riunione annuale tenutasi a Novembre 2013 di iniziare a lavorarvi nel 2014.
 
Human Rights Watch prevede che l'accordo per lavorare su queste armi al Forum della Convenzione sulle armi convenzionali potrebbe eventualmente portare ad una nuova legislazione internazionale che vieterebbe le armi totalmente autonome. La Convenzione ha preventivamente vietato i laser acciecanti nel 1995. 
 
Human Rights Watch è un membro fondatore e coordinatore della Campagna per fermare i Robot con la licenza di uccidere (Campaign to Stop Killer Robots).Questa Coalizione di 51 organizzazioni non governative in una ventina di paesi, richiama ad un divieto preventivo dello sviluppo, della produzione e dell'utilizzo di armi totalmente autonome.
 
Human Rights Watch ha pubblicato il suo primo rapporto sul tema, "Losing Humanity: The Case against Killer Robots" ("La perdita di umanità: il processo contro i Robots con licenza di uccidere"), nel novembre 2012. In Aprile 2013, Christof Heyns, il Consigliere speciale delle Nazioni Unite sulle esecuzioni extragiudiziarie, sommarie o arbitrarie, ha pubblicato un rapporto che citava un largo ventaglio di opposizioni a questo tipo di armi e ha richiamato tutti i paesi ad adottare delle moratorie nazionali e ad avviare delle discussioni internazionali sul modo di affrontarle.
 
Le armi totalmente autonome potrebbero essere portate ad uccidere persone illegalmente poiché questo tipo di arma non può essere programmato per gestire tutte le situazioni possibili, ha constatato Human Rights Watch.
 
Secondo i fabbricanti di questi Robots è davvero assai poco probabile che queste armi possano possedere delle qualità umane come il giudizio, che faciliterebbero il rispetto del diritto alla vita in situazioni impreviste.
 
Inoltre queste armi attenterebbero alla dignità umana, secondo Human Rights Watch.
Queste macchine inanimate non potrebbero comprendere o rispettare il valore della vita MA avrebbero il potere di determinare quando mettervi fine.
 
Esistono seri dubbi come il sapere se potrebbe esservi un obbligo ragionevole di rendere conto delle azioni di un'arma completamente autonoma.
Ci sarebbero degli ostacoli giuridici e pratici per fare in modo che chiunque, ufficiale superiore, programmatore o fabbricante, sia considerato responsabile delle azioni di un Robot. Tanto il diritto penale che quello civile sono poco adatti al caso, ha constatato Human Rights Watch.
 
"L'incapacità di considerare gli autori di abuso legato ai Robots assassini responsabili dei loro atti attenuerebbe la possibilità di dissuadere gli autori eventuali di violazioni future", ha osservato Bonnie Docherty, ricercatrice senior della divisione Armi a Human RightsWatch e conferenziera alla Facoltà di Harvard così come autrice del rapporto. "Sarebbe molto difficile per le famiglie di ottenere una sanzione o un'indennità per l'omicidio illegale di un membro della famiglia causato da una tale macchina."
 
Gli impatti dei Robots assassini sui diritti umani vanno ad aggiungersi ad una folla di altre preoccupazioni giuridiche, etiche e scientifiche relative a queste armi, ovvero alla possibilità di una corsa all'armamento, alla prospettiva della proliferazione e ai quesiti legati alla loro capacità di proteggere i civili in modo adeguato sul campo di battaglia o nella strada, ha constatato Human Rights Watch.
 
* Titolo originale: Les forces de l'ordre ne devraient pas avoir accès aux « robots tueurs »
http://www.hrw.org/fr/news/2014/05/12/les-forces-de-lordre-ne-devraient-pas-avoir-acces-aux-robots-tueurs
 
 
traduzione di Elisabetta Tanzi
 
 

Nessun commento:

Posta un commento