Queste armi interamente autonome minacciano I DIRITTI
DELL'UOMO IN TEMPO DI PACE COSI' COME IN TEMPO DI GUERRA.
Comunicato di Human Right Watch (Ginevra 12/05/2014)*.
Le armi interamente autonome, o "Robot che
uccidono" (direi con la licenza di uccidere), metterebbero in pericolo i
diritti umani fondamentali, sia nel caso in cui fossero utilizzate in tempo di
guerra sia per l'applicazione della legge, ha dichiarato Human Rights Watch in
un rapporto pubblicato oggi, alla vigilia della prima riunione multilaterale
sul tema alle Nazioni Unite.
Il rapporto di 26 pagine, intitolato « Shaking the
Foundations: The Human Rights Implications of Killer Robots » ("Fondamenta
stracciate: Implicazioni in materia di diritti umani nel ricorso ai robot con
licenza di uccidere"), è il primo rapporto che valuta in dettaglio i
rischi presentati da queste armi nel corso di operazioni di applicazione della
legge, allargando il dibattito al di là del campo di battaglia. Human Rights
Watch a constatato che le armi interamente autonome minaccerebbero i diritti e
i principi nei confronti del diritto internazionale altrettanto fondamentali
quanto il diritto alla vita, il diritto a un ricorso e il principio di dignità.
Il giudizio umano resta indispensabile per ogni decisione
che riguardi il ricorso ad un'arma mortale, che si tratti di una situazione di
guerra o di applicazione della legge, ha sottolineato Steve Goss, direttore
della divisione Armi à Human Rights Watch. "I governi devono dire no alle
armi totalmente autonome per qualsiasi scopo esse siano utilizzate, vietandole
preventivamente già da ora, prima che sia troppo tardi".
Il dibattito internazionale sulle armi totalmente
autonome ha insistito dapprima sul loro ruolo potenziale nei conflitti armati e
sulle questioni relative alla loro capacità di essere conformi al diritto
umanitario internazionale, ugualmente chiamato le leggi della guerra. Human
Rights Watch, nel suo nuovo rapporto, esamina l'impatto potenziale di queste
armi nei confronti del diritto dei diritti umani, che si applica in tempo di
pace così come in durante i conflitti armati.
I paesi dovrebbero adottare un divieto preventivo
internazionale su questo tipo di armi, che sarebbero capaci di identificare e
di colpire bersagli senza un intervento umano significativo, secondo Human
Rights Watch. I paesi ricercano una sempre più vasta autonomia delle armi e dei
precursori esistono già.
La pubblicazione del rapporto, unitamente alla Harvard
Law School’s International Human Rights Clinic (Analisi dei diritti umani
internazionali della Facoltà di Diritto dell'Università di Harvard) coincide
con la prima riunione multilaterale su queste armi.
Un grande numero dei 117 paesi che hanno aderito alla
Convenzione sulle armi convenzionali sono attesi alla riunione di esperti sul
sistema di armi autonome letali, che si svolge alle Nazioni Unite a Ginevra dal
13 al 16 Maggio 2014. I membri della Convenzione hanno stabilito al momento della
loro riunione annuale tenutasi a Novembre 2013 di iniziare a lavorarvi nel
2014.
Human Rights Watch prevede che l'accordo per lavorare su
queste armi al Forum della Convenzione sulle armi convenzionali potrebbe
eventualmente portare ad una nuova legislazione internazionale che vieterebbe
le armi totalmente autonome. La Convenzione ha preventivamente vietato i laser
acciecanti nel 1995.
Human Rights Watch è un membro fondatore e coordinatore
della Campagna per fermare i Robot con la licenza di uccidere (Campaign to Stop
Killer Robots).Questa Coalizione di 51 organizzazioni non governative in una
ventina di paesi, richiama ad un divieto preventivo dello sviluppo, della
produzione e dell'utilizzo di armi totalmente autonome.
Human Rights Watch ha pubblicato il suo primo rapporto
sul tema, "Losing Humanity: The Case against Killer Robots" ("La
perdita di umanità: il processo contro i Robots con licenza di uccidere"),
nel novembre 2012. In Aprile 2013, Christof Heyns, il Consigliere speciale
delle Nazioni Unite sulle esecuzioni extragiudiziarie, sommarie o arbitrarie,
ha pubblicato un rapporto che citava un largo ventaglio di opposizioni a questo
tipo di armi e ha richiamato tutti i paesi ad adottare delle moratorie
nazionali e ad avviare delle discussioni internazionali sul modo di
affrontarle.
Le armi totalmente autonome potrebbero essere portate ad
uccidere persone illegalmente poiché questo tipo di arma non può essere
programmato per gestire tutte le situazioni possibili, ha constatato Human
Rights Watch.
Secondo i fabbricanti di questi Robots è davvero assai
poco probabile che queste armi possano possedere delle qualità umane come il
giudizio, che faciliterebbero il rispetto del diritto alla vita in situazioni
impreviste.
Inoltre queste armi attenterebbero alla dignità umana,
secondo Human Rights Watch.
Queste macchine inanimate non potrebbero comprendere o
rispettare il valore della vita MA avrebbero il potere di determinare quando
mettervi fine.
Esistono seri dubbi come il sapere se potrebbe esservi un
obbligo ragionevole di rendere conto delle azioni di un'arma completamente
autonoma.
Ci sarebbero degli ostacoli giuridici e pratici per fare
in modo che chiunque, ufficiale superiore, programmatore o fabbricante, sia
considerato responsabile delle azioni di un Robot. Tanto il diritto penale che
quello civile sono poco adatti al caso, ha constatato Human Rights Watch.
"L'incapacità di considerare gli autori di abuso
legato ai Robots assassini responsabili dei loro atti attenuerebbe la
possibilità di dissuadere gli autori eventuali di violazioni future", ha
osservato Bonnie Docherty, ricercatrice senior della divisione Armi a Human
RightsWatch e conferenziera alla Facoltà di Harvard così come autrice del
rapporto. "Sarebbe molto difficile per le famiglie di ottenere una
sanzione o un'indennità per l'omicidio illegale di un membro della famiglia
causato da una tale macchina."
Gli impatti dei Robots assassini sui diritti umani vanno
ad aggiungersi ad una folla di altre preoccupazioni giuridiche, etiche e scientifiche
relative a queste armi, ovvero alla possibilità di una corsa all'armamento,
alla prospettiva della proliferazione e ai quesiti legati alla loro capacità di
proteggere i civili in modo adeguato sul campo di battaglia o nella strada, ha
constatato Human Rights Watch.
* Titolo originale: Les forces de l'ordre ne devraient
pas avoir accès aux « robots tueurs »
http://www.hrw.org/fr/news/2014/05/12/les-forces-de-lordre-ne-devraient-pas-avoir-acces-aux-robots-tueurs
traduzione di Elisabetta Tanzi
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