Unione Europea non potrà che accrescere la sua dipendenza dalle importazioni di combustibili fossili. La Francia e l’Italia hanno giacimenti di petrolio, di gas e di carbone sufficienti a coprire il consumo interno per meno di un anno.
La Gran Bretagna – nonostante le sue storiche miniere di carbone e i suoi pozzi di idrocarburi nel Mare del Nord – possiede riserve, rispettivamente, per 5, 3 e 4 anni.
All’interno del’Ue esistono eccezioni ad un’autosufficienza così breve ma riguardano perlopiù il carbone, mentre più ad Est giganteggia l’abbondanza in cui nuota la Russia: possiede giacimenti di petrolio, gas e carbone sufficienti al proprio fabbisogno per 50, 100 e 500 anni al tasso di consumo attuale.
L’inventario aggiornato delle risorse mondiali è stato messo on line oggi dalla britannica Ruskin University. Un occhio di particolare riguardo è dedicato alla situazione dell’Europa.
Nel comunicato stampa che accompagna lo studio, l’Europa è esortata ad affidarsi alle fonti rinnovabili di energia. E’ semplice buonsenso: ma il buonsenso non è di casa né nell’Ue né in Italia.
Il rapporto completo sulle risorse mondiali è assai articolato e considera anche l’acqua e la produzione di cibo. Per limitarsi all’Europa e ai combustibili fossili, la situazione è schematizzata in tre cartine. Il petrolio, innanzitutto.
A chi potremo chiedere il petrolio?
Oltre che in Russia, restano molti anni di petrolio (rispetto al consumo interno) in Canada (le famose sabbie bituminose), Arabia Saudita e dintorni, Venezuela, alcuni Paesi africani e regione del Caucaso.
Ed ecco la cartina delle riserve europee di gas. Non tiene conto dello shale gas eventualmente producibile in Gran Bretagna e forse in altri luoghi. L’Unione Europea – di nuovo – è messa malissimo.
Un paragrafo della ricerca è dedicato allo shale gas negli Usa; dice che le stime sono molto difficili e propende per ritenere le riserve sufficienti a soli quattro anni del consumo statunitense. Gli Usa tuttavia hanno gas sufficiente al fabbisogno interno per una decina di anni se si tiene conto anche dei giacimenti convenzionali. A livello mondiale, le riserve di gas (sempre calcolate in anni di consumo interno) sono patrticolarmente alte in Quatar, Norvegia e Russia: rispettivamente, 1000, 420 e 108 anni.
Infine le riserve di carbone in Europa, sempre misurate in anni di fabbisogno interno. Nel mondo il carbone – il più sporco dei combustibili fossili – è ancora piuttosto abbondante; le riserve più significative sono in Russia, India, Cina, America Latina ed Africa; seguono Usa, Canada ed Australia.
La Germania – pur così scarsa di gas e di petrolio – ha carbone per altri 250 anni al tasso di consumo attuale. La Bulgaria ne ha per 73 e la Polonia per 34.
Fonte: blogeko.iljournal.it
http://www.ecplanet.com/node/4249
La Gran Bretagna – nonostante le sue storiche miniere di carbone e i suoi pozzi di idrocarburi nel Mare del Nord – possiede riserve, rispettivamente, per 5, 3 e 4 anni.
All’interno del’Ue esistono eccezioni ad un’autosufficienza così breve ma riguardano perlopiù il carbone, mentre più ad Est giganteggia l’abbondanza in cui nuota la Russia: possiede giacimenti di petrolio, gas e carbone sufficienti al proprio fabbisogno per 50, 100 e 500 anni al tasso di consumo attuale.
L’inventario aggiornato delle risorse mondiali è stato messo on line oggi dalla britannica Ruskin University. Un occhio di particolare riguardo è dedicato alla situazione dell’Europa.
Nel comunicato stampa che accompagna lo studio, l’Europa è esortata ad affidarsi alle fonti rinnovabili di energia. E’ semplice buonsenso: ma il buonsenso non è di casa né nell’Ue né in Italia.
Il rapporto completo sulle risorse mondiali è assai articolato e considera anche l’acqua e la produzione di cibo. Per limitarsi all’Europa e ai combustibili fossili, la situazione è schematizzata in tre cartine. Il petrolio, innanzitutto.
A chi potremo chiedere il petrolio?
Oltre che in Russia, restano molti anni di petrolio (rispetto al consumo interno) in Canada (le famose sabbie bituminose), Arabia Saudita e dintorni, Venezuela, alcuni Paesi africani e regione del Caucaso.
Ed ecco la cartina delle riserve europee di gas. Non tiene conto dello shale gas eventualmente producibile in Gran Bretagna e forse in altri luoghi. L’Unione Europea – di nuovo – è messa malissimo.
Un paragrafo della ricerca è dedicato allo shale gas negli Usa; dice che le stime sono molto difficili e propende per ritenere le riserve sufficienti a soli quattro anni del consumo statunitense. Gli Usa tuttavia hanno gas sufficiente al fabbisogno interno per una decina di anni se si tiene conto anche dei giacimenti convenzionali. A livello mondiale, le riserve di gas (sempre calcolate in anni di consumo interno) sono patrticolarmente alte in Quatar, Norvegia e Russia: rispettivamente, 1000, 420 e 108 anni.
Infine le riserve di carbone in Europa, sempre misurate in anni di fabbisogno interno. Nel mondo il carbone – il più sporco dei combustibili fossili – è ancora piuttosto abbondante; le riserve più significative sono in Russia, India, Cina, America Latina ed Africa; seguono Usa, Canada ed Australia.
La Germania – pur così scarsa di gas e di petrolio – ha carbone per altri 250 anni al tasso di consumo attuale. La Bulgaria ne ha per 73 e la Polonia per 34.
Fonte: blogeko.iljournal.it
http://www.ecplanet.com/node/4249
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