lunedì 19 maggio 2014

MENZOGNE ONU: COME SURRISCALDARE LA TERRA CHE SI STA RAFFREDDANDO

rilevazioni NASA

Si stava bene quando si stava peggio. E non ci sono più le mezze stagioni. Le scie chimiche non esistono, perché si tratta di condensa. Luoghi comuni e negazioni di realtà: quante banalità in rete e nella realtà quotidiana, propinate dagli esperti scienziati, ed imposte dai governi, che vanno a incidere sulla nostra vita. L’identificativo tecnico è IPCC, ma la targa è Nazioni Unite: esatto, quei criminali che legittimano guerre predatorie in mezzo mondo dalla fine della seconda guerra mondiale.

Non sono un esperto climatologo. Mi limito a evidenziare contraddizioni e tradurre ciò che leggo. Il punto nodale è: questi cambiamenti climatici sono inediti, nella storia della Terra? Non lo sono. E, poi, sono fisiologici o di natura antropica? Dipendono dall’uomo o no? Su questo aspetto, taluni scienziati, avanzano congetture: ne attribuiscono la responsabilità all’uomo, all’industrializzazione, alla Co2, anche per ragioni ideologiche, politiche. E, però, non esistono prove scientifiche a dimostrarlo. Questo è il punto. Inoltre, per asseverare tutto ciò, postulano che sia in atto un incremento esponenziale della temperatura di Gaia. Affermazione, questa, come dimostrano i dati ufficiali ONU palesemente falsa. Il picco si è raggiunto nel 1997 e da allora, a parte qualche oscillazione, mai è stato non solo superato ma nemmeno più eguagliato.
 

Sono stati realizzati alcuni modelli di misurazione, in base ai quali per anni le autorità hanno detto, mentendo (come nei casi rivelati dal Climategate nel 2009), che la temperatura dell’intero globo andava aumentando complessivamente. Complessivamente, invece, in base a quegli stessi modelli di calcolo, i numeri effettivi attestano esattamente il contrario. Altra questione è l’inquinamento provocato dalle esplosioni nucleari (Usa-Urss) a partire dagli anni ’50, nonché l’aerosolchemioterapia coattiva in atto da qualche decennio. 

 
Il catastrofismo ambientalista - finanziato da un'unica corporation (NWO) - è un affare gigantesco: nulla è più facile che far soldoni instillando paure nella gente. Ma è anche uno straordinario strumento di controllo sociale; probabilmente l’ultimo a disposizione delle forze economiche autoritarie: quelle che, pur essendo state sconfitte dalla storia e dal buon senso, mai hanno messo in discussione i propri postulati, i propri dogmi, e mai, soprattutto, hanno cessato di credere nella necessità di edificare, a qualunque costo, il cosiddetto nuovo ordine mondiale.
 
Ebbene, gli annunciatori del Climate Change, i teorici del Global Warming di natura antropica, i parassiti verdognoli del catastrofismo ambientalista, ancora una volta vengono smentiti dai fatti, dai numeri, dalle cifre da loro stessi elaborate, vale a dire dalle uniche cose che abbiano una qualche rilevanza scientifica.
 
Come ha evidenziato il Daily Mail, riportando i risultati delle rilevazioni di 30 mila stazioni di misurazione, divulgati  dal Met Office e dal Centro di ricerca sul clima (Cru) della britannica Università dell’East Anglia (lo stesso che, nel 2009, fu coinvolto nello scandalo denominato Climategate), negli ultimi 15 anni la temperatura della Terra non è aumentata – «The planet has not warmed for the past 15 years». Non solo. Quasi un migliaio di scienziati, in base a questi dati, asseriscono che potremmo addirittura essere al cospetto di una nuova mini-era glaciale  - «The figures suggest that we could even be heading for a mini ice age to rival the 70-year temperature drop that saw frost fairs held on the Thames in the 17th Century». Ciò che è certo, in ogni caso, e come evidenzia il grafico di seguito riportato, è che la «tendenza all’aumento delle temperature mondiali è finita nel 1997»  – «It confirms that the rising trend in world temperatures ended in 1997».
La notizia l’ha pubblicata nel 2013, il quotidiano britannico Daily Mail, e poi è stata ripresa anche da The Telegraph . Ovviamente è stata ostinatamente ignorata dai nostri giornali. E come si sa i tuttologi di casa nostra non sono poi tanto esterofili in quanto a letture. Per esempio, gli scientisti nostrani, in particolare non leggono addirittura i rapporti ufficiali dell’IPCC, perché altrimenti il geologo Paolo Billi, non avrebbe pronunciato castronerie a raffica in pubblico - sotto l’egida pentastelluta, sul cosiddetto “riscaldamento globale”.
 
 
Infatti, nel rapporto 2013 gli scienziati dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change), il gruppo intergovernativo di studio sui cambiamenti climatici facente capo alle Nazioni Unite, ammettono di aver preso fischi per fiaschi. Ovvero: di aver ecceduto con le previsioni catastrofistiche riguardanti il cosiddetto riscaldamento globale.  Gli esperti ufficiali dell’IPCC hanno ammesso un anno fa, ciò che altri studiosi sostenevano da tempo: esiste sicuramente una componente naturale, ovvero spontanea, e dunque non dovuta all’attività dell’uomo, nel surriscaldamento del globo terrestre; solo che i modelli matematici, sin qui utilizzati, non riescono a misurarne l’impatto. Inoltre, nel precedente rapporto (del 2007) si prevedeva una drastica contrazione dei ghiacciai nell’Antartico; ma, come scrive il Telegraph, «l’ultimo documento non spiega perché quest’anno sono a un livello record» (si guardi le immagini seguenti, catturate dai satelliti della Nasa).
Il guru di cartone. Correva l’anno 2006 e dalle colonne del quotidiano britannico The Independent, il teorico dell’”ipotesi Gaia”, lo scienziato ed ambientalista James Lovelock, riferendosi al cosiddetto riscaldamento globale , senza dubbi, dichiarava:
«Devo dirvi, come membri della famiglia della Terra e parte intima della stessa, che voi e soprattutto la civiltà siete in grave pericolo» («I have to tell you, as members of the Earth’s family and an intimate part of it, that you and especially civilisation are in grave danger»). «Prima della fine di questo secolo miliardi di noi moriranno.  
 
 
Le ultime persone che sopravviveranno si troveranno nell’Artico dove il clima resterà tollerabile» («Before this century is over billions of us will die and the few breeding pairs of people that survive will be in the Arctic where the climate remains tolerable»). «Abbiamo fatto ammalare Gaia e presto la sua condizione peggiorerà in uno stato comatoso (…). Noi siamo responsabili e ne subiremo le conseguenze: con l’avanzare del secolo, la temperatura salirà di 8 gradi centigradi nelle regioni temperate e di 5 gradi ai tropici» («We have given Gaia a fever and soon her condition will worsen to a state like a coma (…).We are responsible and will suffer the consequences: as the century progresses, the temperature will rise 8 degrees centigrade in temperate regions and 5 degrees in the tropics»). A più di un lustro di distanza, l’insigne catastrofista e sostenitore della teoria del Global Warming, ha mutato radicalmente opinione; e, intervistato dal quotidiano online Msnbc, ha chiesto scusa per le insostenibilisciocchezze che nel passato aveva pronunciato:
 
«Il problema è che non sappiamo cosa stia facendo il clima. Credevamo di saperlo venti anni fa. Ciò che ha portato alla pubblicazione di alcuni testi allarmistici – incluso il mio – perché tutto allora sembrava chiaro, ma non è accaduto» («The problem is we don’t know what the climate is doing. We thought we knew 20 years ago. That led to some alarmist books – mine included – because it looked clear-cut, but it hasn’t happened»).  «Il clima sta facendo i suoi soliti trucchi. Non c’è più niente che indichi che (il surriscaldamento, ndr) si stia realmente verificando ancora. Avremmo dovuto essere a metà strada verso un mondo carbonizzato ora» («The climate is doing its usual tricks. There’s nothing much really happening yet. We were supposed to be halfway toward a frying world now»). «Il mondo non si è riscaldato molto dall’inizio del nuovo millennio. Dodici anni sono un tempo ragionevole … (la temperatura) è rimasta pressoché costante, mentre avrebbe dovuto essere in aumento – l’anidride carbonica è in aumento, non c’è dubbio su questo» («The world has not warmed up very much since the millennium. Twelve years is a reasonable time… it (the temperature) has stayed almost constant, whereas it should have been rising — carbon dioxide is rising, no question about that»).  «Ho fatto un errore» («I made a mistake»). Uno svarione che al mondo intero è costato migliaia di miliardi di dollari per contenere le emissioni di CO2. Lovelock nel frattempo è diventato un fiolonuclearista.
 
Ma torniamo infine al 2009. Un migliaio di mail vengono trafugate da un server dell’Università della East Anglia e finiscono in rete. È la corrispondenza fra alcuni ricercatori che hanno contribuito a provare l’aumento delle temperature degli ultimi decenni e il loro lavoro è alla base dei Rapporti dell’Agenzia delle Nazioni Unite per i mutamenti climatici. Nelle mail rese pubbliche c’è di tutto: espedienti per aggiustare i dati che confermino il riscaldamento, proposte per minare la credibilità dei propri avversari e occultare i dati più scomodi.
 
Il grafico più famoso di tutti i tempi e si è meritato il nome di “hockey stick” (o mazza da hockey). Rappresenta i valori di temperatura dell’ultimo millennio ed è la prova più citata a sostegno della tesi sul contributo delle attività antropiche al riscaldamento globale. La ricostruzione è stata pubblicata nel 1998 e gli autori sono tre climatologi: Michael Mann, Raymond Bradley e Malcom Hughes. Il grafico assume un significato politico assoluto nel 2001 quando diventa l’architrave del terzo Rapporto dell’Agenzia delle Nazioni Unite per i mutamenti climatici (Ipcc), oltre a figurare in centinaia di documenti istituzionali e politici che sostengono la necessità di tagliare drasticamente le emissioni di gas serra (…). 
 
 
La credibilità di questo gruppo è venuta definitivamente meno dopo la  pubblicazione di un migliaio di mail, che un hacker avrebbe trafugato dal server dell’Università della East Anglia in Gran Bretagna. Numerosi ricercatori chiamati in causa hanno ammesso che sono vere. È noto da diversi anni, ad esempio, che la temperatura in questo momento non è in crescita, così un ricercatore scrive in una mail: «Sì, non è molto più alta del 1998 e tutto questo mi preoccupa… c’è la possibilità di avere davanti un periodo lungo una decina d’anni con temperature relativamente stabili… forse posso tagliare gli ultimi punti sulla curva prima del mio intervento» (…)». 
 
Gianni Lannes
 
 
 
riferimenti:
 
 

Nessun commento:

Posta un commento