Inoltre s'intende esaminare le prospettive della cooperazione russo-cinese su scala internazionale.
Il
Cremlino ritiene che la visita del presidente Putin in Cina segnerà
l'uscita dei rapporti bilaterali su una nuova tappa d'interazione
strategica. Tali aspettative, secondo il parere di alcuni esperti,
possono significare che nel corso dei negoziati le parti intendono
discutere anche i problemi delle cooperazione tecnico-militare.
La
Cina occupa la posizione leader tra i partner nel commercio estero
della Russia. Oltre la metà delle esportazioni russe riguarda le
forniture dei combustibili minerali, petrolio e derivati del petrolio.
La seconda posizione nelle esportazioni russe in Cina occupano le
forniture dei metalli non ferrosi, innanzitutto rame e alluminio, la
terza - sono le forniture del legname e dei prodotti di legno. La quarta
posizione spetta alle forniture dei minerali. E anche se la
cooperazione tecnico-militare non occupa i primi posti nella classifica,
ha una storia lunga e gloriosa.
Le prime grandi
forniture degli armamenti ancora sovietici alla Cina risalgono agli anni
'50 – inizio degli anni '60 del secolo scorso quando Mosca ha armato in
pratica completamente l'esercito cinese. Poi la cooperazione si è
interrotta a causa del raffreddamento delle relazioni russo-cinesi, ma è
stata ripristinata negli anni '80, quando la Cina ha di nuovo ricevuto
dall'URSS gli armamenti più moderni per quell'epoca. Ciò che ha permesso
a Pechino di riarmare l'esercito e la Marina, e tuttavia lo sviluppo
del processo è stato ostacolato dalla disgregazione dell'URSS e dal
crollo del blocco sovietico. Anche se in quei tempi pure gli specialisti
russi non hanno interrotto i contatti con colleghi cinesi. Le tracce di
questi contatti possono essere notate in molti sistemi moderni degli
armamenti della Cina.
Ed ecco che ora in tutta evidenza
la cooperazione tecnico-militare tra i due paesi deve entrare in una
nuova spirale dello sviluppo. Esiste perfino un parere secondo il quale
ha senso per Mosca e Pechino di unirsi in un unico blocco militare.
D'altro canto Igor Korotcenko, direttore editoriale della rivista
"Nazionalnaya oborona" (Difesa nazionale) è più riservato nelle sue
valutazioni.
Le nostre vedute corrispondono su una grande quantità delle questioni. Tuttavia è evidente che non ci sarà l'unione militare. Anche se nell'ambito della realizzazione dei propri interessi esiste la possibilità di lavorare uno per l'altro. L'avvicinamento tra la Russia e la Cina oggi sembra assolutamente inevitabile in risposta all'inasprimento della politica antirussa dell'Occidente.
L'interesse della Russia consiste nel poter invertire il vettore della politica nazionale della difesa in direzione della Regione dell'Asia e del Pacifico, per contrastare congiuntamente le minacce. Tanto che esiste una minaccia comune sia per la Russia sia per la Cina – il sistema di difesa antimissilistico degli USA. Mentre la Russia in qualsiasi sviluppo della situazione creerà il potenziale per il superamento di questa difesa antimissilistica, la Cina ha le forze strategiche nucleari relativamente limitate. E in questa situazione la cooperazione con la Russia è più che utile.
Probabilmente la Cina sarà il primo committente dei due programmi di difesa di una straordinaria importanza che sta attuando al Russia: sono i caccia Su-35 e il sistema di difesa antiaereo missilistico AS-400. La Cina chiede da tempo di venderle questi sistemi degli armamenti. Nella situazione geopolitica attuale questa richiesta ha grandi probabilità di successo a condizione della tutela dei diritti dei progettisti russi sulla proprietà intellettuale.
Il problema della
proprietà intellettuale nel contesto della cooperazione tecnico-militare
russo-cinese è davvero attuale anche se l'accordo sulla tutela dei
diritti d'autore è stato concluso tra i due paesi nel 2008. Desta
preoccupazione degli esportatori degli armamenti russi anche la
concorrenza da parte di Pechino sui mercati dei paesi terzi: i cinesi
hanno più possibilità per il dumping dei prezzi rispetto i russi.
Tuttavia ciò rientra nel modello contemporaneo delle relazioni di
mercato: qualcuno è attratto dal prezzo, qualcun altro – dall'efficienza
bellica. E un tale approccio smorza l'acutezza del problema.
Quando
le norme giuridiche internazionali diventano vaghe e gli standard e le
norme del diritto cessano di essere universalmente accettate la forza
militare diventa un valido argomento. Lo capiscono sia a Pechino sia a
Mosca. Sullo sfondo dell'inasprimento dei contrasti tra diversi centri,
le forze della Cina e della Russia sono semplicemente condannate
all'allargamento e all'approfondimento della cooperazione nel campo
tecnico-militare. Questa direzione dei contatti bilaterali è in grado di
assicurare la sicurezza dell'unione commerciale e industriale delle due
grandissime potenze dell'epoca contemporanea.
Nessun commento:
Posta un commento