Il dibattito scientifico riguardante la scomparsa dei
Neanderthal è in corso da decenni. Come possibili cause dietro
l'estinzione dell'Homo Neanderthalensis sono state avanzate varie
ipotesi, come il cambiamento climatico, la fallita competizione con i
Sapiens per le risorse e la mancanza di sufficiente intelligenza. Ora,
una nuova ricerca pubblicata sulla rivista Plos One suggerisce che, in
fondo, i Neanderthal non si sono mai estinti repentinamente, ma
scomparvero progressivamente venendo assimilati con gli incroci con i
primi esseri umani.
Che fine hanno fatto i Neanderthal? Cosa ha provocato la loro scomparsa?
Queste domande intrattengono la comunità scientifica da decenni, in un dibattito che ha visto l’avanzata delle più svariate ipotesi: dai cambiamenti climatici alla competizione con i Sapiens per le risorse.
In ultima analisi, si è anche pensato che i Neanderthal fossero evolutivamente perdenti a causa della loro stupidità.
In realtà, la scoperta di diverse prove archeologiche risalenti a circa 200 mila anni fa hanno spazzato via alcuni dei miti che circondano i Neanderthal, rivelando che si trattava di esseri umani molto più avanzati e sofisticati di quanto ampiamente si fosse pensato in precedenza.
Ora, un nuovo studio prodotto dalla dottoressa Paola Villa, dell’Università del Colorado, e dal professor Wil Roebroeks, dell’Università di Leiden, confermerebbe ulteriormente il fatto che non sia stata la loro poca intelligenza a causarne l’estinzione. La scomparsa dei Neanderthal sarebbe stata determinata piuttosto da una progressiva assimilazione con i primi antenati degli umani moderni, attraverso incroci avvenuto circa 50 mila anni fa.
Lo studio, pubblicato sulla rivista online Public Library of Science One (Plos One), sostiene che le differenze tra le due specie umane non sono sufficienti a spiegare l’estinzione dei Neanderthal (un’altra recente scoperta, infatti, ha stabilito che il genoma dei Sapiens e quello dei Neanderthal è simile al 99,84% – Leggi l’articolo).
Sebbene si sia ipotizzato che i Neanderthal si estinsero perché non abbastanza avanzati mentalmente, tecnologicamente e culturalmente rispetto all’Homo Sapiens, la dottoressa Villa e il professor Roebroeks scrivono nel loro resoconto che “tutte le spiegazioni su base archeologica sulla scomparsa dei Neanderthal sono errate”.
I Neanderthal hanno prosperato in Eurasia per oltre 200 mila anni, ma scomparvero circa 40 mila anni fa, quando i primi uomini moderni cominciarono a stabilirsi in Europa. “Gli studi genetici recenti suggeriscono che il dibattito sulla scomparsa dei Neanderthal deve essere riformulato in termini di un certo grado di ibridazione”, scrivono i due ricercatori. “In questo senso, gli uomini di Neanderthal non si sono mai estinti, anche se la loro morfologia caratteristica è scomparsa”.
Il DNA dei Neanderthal, sequenziato per la prima volta nel 2010, mostra, infatti, una chiara evidenza di incroci. I Neanderthal e i primi esseri umani moderni avrebbero potuto incrociarsi in Europa e Medio Oriente circa 50 mila anni fa. Oggi si stima che noi esseri umani moderni abbiamo ereditato tra l’1% e il 4% del genoma dei Neanderthal.
La prova della miscelazione genetica può essere notata anche nella documentazione fossile. Alcune caratteristiche umane sono state riscontrate nei resti di alcuni Neanderthal, e viceversa. È possibile che gli incroci con i Neanderthal possano aver aiutato i nostri antenati a sopravvivere al di fuori dell’Africa, suggeriscono gli scienziati. D’altra parte, gli incroci potrebbero aver causato un certo grado di sterilità tra i Neanderthal.
Dunque, “la scomparsa dei Neanderthal sembra essere il risultato di un processo complesso e prolungato”, con il concorso di molteplici fattori dinamici quali la scarsa densità di popolazione, l’assimilazione genetico-culturale, la possibile sterilità di molti ibridi e la contrazione nella distribuzione geografica seguita dal crescente numero di immigrati moderni.
fonte: http://www.ilnavigatorecurioso.it/2014/05/05/un-nuovo-studio-suggerisce-che-i-neanderthal-in-fondo-non-si-sono-mai-estinti/
Queste domande intrattengono la comunità scientifica da decenni, in un dibattito che ha visto l’avanzata delle più svariate ipotesi: dai cambiamenti climatici alla competizione con i Sapiens per le risorse.
In ultima analisi, si è anche pensato che i Neanderthal fossero evolutivamente perdenti a causa della loro stupidità.
In realtà, la scoperta di diverse prove archeologiche risalenti a circa 200 mila anni fa hanno spazzato via alcuni dei miti che circondano i Neanderthal, rivelando che si trattava di esseri umani molto più avanzati e sofisticati di quanto ampiamente si fosse pensato in precedenza.
Ora, un nuovo studio prodotto dalla dottoressa Paola Villa, dell’Università del Colorado, e dal professor Wil Roebroeks, dell’Università di Leiden, confermerebbe ulteriormente il fatto che non sia stata la loro poca intelligenza a causarne l’estinzione. La scomparsa dei Neanderthal sarebbe stata determinata piuttosto da una progressiva assimilazione con i primi antenati degli umani moderni, attraverso incroci avvenuto circa 50 mila anni fa.
Lo studio, pubblicato sulla rivista online Public Library of Science One (Plos One), sostiene che le differenze tra le due specie umane non sono sufficienti a spiegare l’estinzione dei Neanderthal (un’altra recente scoperta, infatti, ha stabilito che il genoma dei Sapiens e quello dei Neanderthal è simile al 99,84% – Leggi l’articolo).
Sebbene si sia ipotizzato che i Neanderthal si estinsero perché non abbastanza avanzati mentalmente, tecnologicamente e culturalmente rispetto all’Homo Sapiens, la dottoressa Villa e il professor Roebroeks scrivono nel loro resoconto che “tutte le spiegazioni su base archeologica sulla scomparsa dei Neanderthal sono errate”.
I Neanderthal hanno prosperato in Eurasia per oltre 200 mila anni, ma scomparvero circa 40 mila anni fa, quando i primi uomini moderni cominciarono a stabilirsi in Europa. “Gli studi genetici recenti suggeriscono che il dibattito sulla scomparsa dei Neanderthal deve essere riformulato in termini di un certo grado di ibridazione”, scrivono i due ricercatori. “In questo senso, gli uomini di Neanderthal non si sono mai estinti, anche se la loro morfologia caratteristica è scomparsa”.
Il DNA dei Neanderthal, sequenziato per la prima volta nel 2010, mostra, infatti, una chiara evidenza di incroci. I Neanderthal e i primi esseri umani moderni avrebbero potuto incrociarsi in Europa e Medio Oriente circa 50 mila anni fa. Oggi si stima che noi esseri umani moderni abbiamo ereditato tra l’1% e il 4% del genoma dei Neanderthal.
La prova della miscelazione genetica può essere notata anche nella documentazione fossile. Alcune caratteristiche umane sono state riscontrate nei resti di alcuni Neanderthal, e viceversa. È possibile che gli incroci con i Neanderthal possano aver aiutato i nostri antenati a sopravvivere al di fuori dell’Africa, suggeriscono gli scienziati. D’altra parte, gli incroci potrebbero aver causato un certo grado di sterilità tra i Neanderthal.
Dunque, “la scomparsa dei Neanderthal sembra essere il risultato di un processo complesso e prolungato”, con il concorso di molteplici fattori dinamici quali la scarsa densità di popolazione, l’assimilazione genetico-culturale, la possibile sterilità di molti ibridi e la contrazione nella distribuzione geografica seguita dal crescente numero di immigrati moderni.
fonte: http://www.ilnavigatorecurioso.it/2014/05/05/un-nuovo-studio-suggerisce-che-i-neanderthal-in-fondo-non-si-sono-mai-estinti/
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