L’incontro si è aperto con l’osservazione di un minuto
di silenzio in memoria delle vittime della tragedia di Odessa.
L’attivista ed esponente pubblica Tatiana Gheorghieva ha vissuto in
prima persona tutto l’orrore dell’accaduto il 2 maggio quando era
all’interno della Casa dei Sindacati.
La gente è stata avvelenata con un gas. Alcune persone, tra cui donne e vecchi, si lanciavano da sole dalle finestre. Laggiù giovani teppisti, armati di bastoni, erano intenti a dare colpi di grazia ai sopravvissuti. Nella Casa dei Sindacati sono arse vive 50 persone. L’arrivo delle Autoambulanze era bloccato, gli agenti di milizia non reagivano. Gli equipe di vigili del fuoco sono arrivati sul posto solo due ore dopo anche se l’unità antincendio più vicina si trova a soli settanta metri. Il Sindaco ad interim di Odessa Nemirovsky si è limitato a seguire tranquillamente quello che sta accadendo. Voglio dire che noi non lo dimenticheremo mai, sarà perdonato nessuno! Non è una situazione politica. Sono saliti al potere coloro che io non ho eletto. Ora per noi la bandiera ucraina è una bandiera dei boia! Quanto al mio rientro in Ucraina, esso non rientra nei miei progetti finché i nazisti sono al potere.
Di simili rifugiati dall’Ucraina come
Tatiana in Russia ce ne sono più di due mila e mezza. A sostenerli sono
la Camera Pubblica della Federazione Russa e il centro di coordinamento
per l’assistenza agli abitanti dell’Ucraina, appositamente costituito
presso la Camera. Il suo vice Segretario Vladislav Grib ha detto che
Nella sede del Servizio Federale per la migrazione vediamo cittadini che cercano rifugio in Russia e in Bielorussia. Sentiamo costantemente da loro delle storie raccapriccianti. Sono stati maltrattati solo perché parlano russo. Forniamo loro assistenza informativa e giuridica, nonché nella soluzione dei problemi esistenziali. Penso che sia necessario costituire l’apposito Fondo di assistenza ai rifugiati ucraini.
A
proposito, il fatto stesso che i partecipanti ucraini alla conferenza
sono arrivati a Mosca è un motivo per il loro arresto. La giornalista
Elena Raygorodetskaya ha fatto riferimento a nuove leggi dello Stato
Ucraino:
Secondo le nuove leggi il fatto che noi, cittadini dell’Ucraina, ci troviamo qui può condurre ad una condanna penale. Per tutti i contatti con la Russia, se saranno considerati dannosi per la statalità dell’Ucraina, sono previsti 15 anni di carcere.
Il problema della
possibilità di commentare gli avvenimenti ucraini sui mass-media
occidentali è un tema a parte. Il politologo ucraino Dmitry Gubin ha
avvertito i giornalisti stranieri, che erano presenti alla conferenza,
dell’inammissibilità della nota posizione secondo cui gli abitanti del
Donbass vengono presentati come terroristi, mentre coloro che hanno
sparato a Maidan – come eroi:
Diciamo costantemente ai nostri amici americani ed israeliani: “Prima guardate chi uccide e chi viene ucciso, chi grida “Uccidi!” e chi fa finta che nulla accade”. Io invito i mass-media stranieri, rappresentati in questa sede: dite la verità! Parlante del fatto che a Kiev sta rinascendo l’ideologia del nazismo! Pensate un po’: ci chiamano dorifore e le reti tv da loro controllate – diclorvos per dorifore. Di che dialogo negoziale si può parlare? Il noto esponente politico israeliano del XX secolo Menachem Begin ebbe a dire che il dialogo è possibile solo con chi riconosce il tuo diritto all’esistenza. A noi, invece, è riservata solo la morte o l’esilio.
Secondo i
rappresentanti della Camera Pubblica della Federazione Russa, il dialogo
negoziale è possibile anche dopo i tragici avvenimenti ad Odessa. Ma se
le elezioni presidenziali, destinate a legittimare l’attuale potere, si
terranno, il punto del non ritorno sarà oltrepassato!
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