lunedì 25 agosto 2014

Il triangolo di Obama, Clinton e ISIS in Siria

ISIS minaccia con un tweet la Casa Bianca.
Il generale americano Dempsey, capo di Stato maggiore, invoca il bombardamento di IS in Siria. In un’intervista, recentemente la Clinton ha ammesso ISIS essere una creatura americana “sfuggita di mano” (out of hand).
Attraverso i media viene fatto filtrare un sentimento di “pentimento” da parte di Washington per le scelte strategiche in materia di alleanze in Siria. Sembrerebbe quindi, nella migliore delle ipotesi, che gli americani si siano decisi di sbarazzarsi della loro creatura, Islamic State of Iraq and Syria, andata a male e salvare il mondo dall’ennesimo pericolo islamico. Una ripetizione della propaganda dell’era Bush.

Il problema in questo racconto è che vengono accuratamente occultati alcuni nessi logici e altre informazioni:

  1. Gli americani sono ancora parte attiva nel tentativo di rovesciare Assad attraverso ISIS e Al Nusra.
  2. ISIS in Siria è ancora funzionale al progetto di Langley, dato che condivide lo stesso obbiettivo americano: eliminare Assad.
  3. Damasco, conscia di tutto ciò, non concederà mai l’autorizzazione a Washington per bombardare o sorvolare il territorio sovrano Siriano.
Il sospetto quindi, che quanto stia accadendo provenga dai soliti ambienti neo-con e neo liberal alla McCain – Clinton, è forte. Tra gli obbiettivi, sicuramente vi è quello di far apparire Obama debole in materia di politica estera. Spesso i media americani hanno rilanciato una teoria del complotto che potrebbe tornare utile al progetto neo-con/neoliberal. Giornali come WSJ e NYT hanno raccontato di irreali alleanze tra ISIS e Assad per eliminare Al-Nusra e FSA soprattutto. Tutte idiozie senza alcuno straccio di prova ma che potrebbero tornare utili. Immaginiamo uno scenario in cui gli Stati Uniti affermano di voler procedere nel bombardare ISIS in Siria. Damasco si rifiuta chiaramente. A quel punto Assad diventerebbe per i media il protettore del califfato Islamico.

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“Una rivoluzione solitamente viene fatta dalle persone non da stranieri armati importati dall’estero.” Bashar Al Assad

In un contesto simile le scelte per Obama si ridurrebbero a due: bombardare in ogni caso oppure desistere. In qualunque dei due casi, i neo-con/neo liberal vedrebbero compiersi e realizzarsi un obbiettivo prefissato. Non dimentichiamoci del contesto di questi giorni con la vicenda del giornalista decapitato e il risalto mondiale della stampa che ha dato potenza a tutta questa macchinazione ingannevole.

Giova sempre ricordare che la Siria è intoccabile militarmente, ricordate la famosa linea rossa di Obama, essendo strategica per la Russia e un alleato fondamentale dell’Iran. Non resta quindi che gustarsi il lento rosolare di Obama da parte dei suoi controllori. Stiamo già assistendo alle preparazioni per il prossimo presidente USA, pardon, presidentessa.



 Federico Pier


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