La conclusione che hanno formulata è scioccante: gli
esperti affermano che l’Internet è diventato, in sostanza, uno spazio
occupato. È avvenuta, secondo la loro espressione, la “colonizzazione”
della rete mondiale dai maggiori servizi speciali del pianeta.
Le
conclusioni degli esperti si basano sui risultati dell’analisi delle
azioni dei maestri americani, canadesi e britannici di operazioni
segrete i quali usano l’Internet a propri scopi. Sull’esempio
dell’attività dei servizi speciali di questi paesi, che dispongono delle
più moderne posssibilità tecniche, gli autori dell’indagine constatano
che le strutture spionistiche sono penetrate su larga scala, in modo
assolutamente illimitato, in tutti i segmenti dove avviene lo scambio di
dati elettronici, incluso lo spionaggio nei confronti di praticamente
ogni utente privato dell’Internet.
Così, scrivono gli
autori dell’indagine, il Centro dei collegamenti del governo (GCHQ),
servizio britannico di intelligence radioelettronica e di protezione
dell’informazione statale, si prefiggono di ottenere il controllo totale
sulla rete mondiale. Stando agli esperti del gruppo, grazie, in
particolare, alla realizzazione del programma “Hacienda” gli agenti del
GCHQ possono oggi svolgere la snannerizzazione totale delle reti in 27
paesi del mondo. Lo scopo dei britannici non è il monitoraggio di un
singolo segmento dell’Internet, né la rivelazione dei contatti di un
utente concreto: cercano di scoprire sistemi vulnerabili in tutto il
mondo e di raccoglierli in un unico schedario.
Di
conseguenza, scrivono gli autori del rapporto, a diventare “vittime”
delle intrusioni illegittime nell’Internet sono sia interi servizi della
rete, sia singoli utenti, anche quando i codici e le password pescati
dagli agenti segreti hanno solo attinenza indiretta con gli stessi. I
servizi speciali, si dice nel rapporto, violano i segmenti più diversi
dell’Internet contando di trovarvi buchi per accedere a quei sistemi di
cui si interessano maggiormente in un momento concreto.
In
questo caso sia i metodi di spionaggio elettronico che gli obiettivi
finali di questa attività hanno un carattere globale. Sotto questo
aspetto la prassi del lavoro dei servizi speciali non differisce affatto
dalle azioni dei cibercriminali che cercando vittime violano codici e
password. Solo che i bersagli qui sono i server di interi Stati, mentre
l’obiettivo consiste nella ricerca di punti vulnerabili
nell’infrastruttura della rete. Il risultato pratico è che tutti i dati
pescati nell’Internet dai servizi speciali diventano proprietà del
supersegreto “Club dei cinque occhi”, un’associazione informale delle
comunità spionistiche degli USA, Gran Bretagna, Canada, Australia e
Nuova Zelanda. Sulla base di singole informazioni raccolte viene creata
un unico database, mentre l’obiettivo globale è il totale spadroneggiare
dei servizi speciali nella rete.
Stando alle
rivelazioni fatte da Edward Snowden, ex agente della CIA e della NSA, a
dominare nello spazio dello spionaggio elettronico è il partner maggiore
d’oltreoceano. Nel suo campo visivo si trovano anche gli alleati. Non
si ha paura nemmeno di offendere i politici europei, tra cui quelli più
altolocati, come la cancelliere tedesca Angela Merkel. Ed infatti, il
massimo che la cancelliere ha osato fare è definire lo spionaggio nei
confronti degli alleati “uno spreco insensato delle forze” davanti alle
minacce del XXI secolo. Ma ha fatto subito la riserva che, malgrado
questo fatto, la partnership con gli USA “non viene messa in dubbio”.
L’egemonia degli USA nella sfera dello spionaggio elettronico è ovvia
per gli esperti, conferma Aleksandt Khramčikhin, vicedirettore
dell’Istituto dell’analisi politica e militare:
È in corso una guerra informatica con l’impiego dell’Internet ed è difficile immaginarsi che gli Stati possano rinunciare al controllo della rete. Naturalmente, gli americani continueranno ad essere egemeni. L’Europa non riesce a superare la dipendenza dagli USA, in primo luogo quella psicologica.
Del resto, la prospettiva di
essere alleati di “seconda scelta” è sempre meno gradita per gli
europei. Così, poco fa il portale web indipendente tedesco Volkszorn
(Ira del popolo) si è espresso duramente in merito. Nel commento
intitolato “Agenti della CIA in Germania mentono, travisano i fatti e
spiano” il portale critica i politici e giornalisti tedeschi che
seguendo gli USA si sono messi a fomentare l’isteria antirussa. Secondo
il portale, i giornalisti che con la loro russofobia arrecano danno agli
interessi nazionali della Germania provocano per forza il sospetto di
essere agenti assoldati della CIA. “O forse questi tipi mentono
volontariamente? – si chiede Volkszorn. – Ciò sembra poco probabile”.
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