Il Segretario della NATO, il danese Rasmussen, e il
Comandante delle forze alleate in Europa, l’americano Philip Breedlove,
hanno pubblicato sulle pagine dell’americano Wall Street Journal un
articolo nel quale hanno cercato di motivare questa necessità. La causa
di tutto, ovviamente, è “l’aggressione della Russia contro l’Ucraina” e
la minaccia di un’aggressione analoga contro la NATO.
In
via di principio, per le persone preposte alla direzione politica e
militare dell’alleanza è abbastanza normale chiedere soldi e “hardware”,
anche se dopo la disintegrazione dell’URSS e del Patto di Varsavia
l’esistenza della NATO non ha più alcun significato storico. I due sono
pagati proprio per trovare sempre nuove motivazioni e tenere a galla
l’alleanza occidentale. Tuttavia, fino a questo momento avevano
affrontato separatamente “l’incubo della Russia”. Il primo articolo
congiunto significa che il disturbo ha raggiunto un nuovo grado di
intensità.
Rasmussen e Breedlove stanno preparando
l’Europa (gli USA già sono pronti) alla necessità di immagazzinare nel
continente nuove quantità di armamenti, all’ampliamento della presenza
militare dell’alleanza e dell’attività di pattugliamento dei cieli, al
prolumgamento della permanenza delle navi occidentali nel mar Nero,
all’intensificazione dell’attività di intelligence (avendo per oggetto
la Russia) e delle esercitazioni delle truppe. E a una serie di alre
cose.
Il piano per creare un “muro orientale” ai confini
della Russia prevede il potenziamento delle Forze di pronto intervento
“da poter dispiegare ai primi sintomi dei problemi, prima che inizi un
conflitto”. “Dobbiamo immagazzinare in anticipo equipaggiamenti e
munizioni, affinché le truppe possano viaggiare senza troppo peso ma
siano in grado di sferrare un colpo, qualora fosse necessario”, scrivono
Rasmussen e Breedlove. I magazzini potrebbero essere creati presso il
Cenro di comando multinazionale “Nord-Est” a Stettino, in Polonia.
La
presenza militare della NATO ai confini della Russia, compreso nel mar
Nero, non è un qualcosa che l’alleanza può cambiare e ingrandire a
proprio piacimento, ha fatto ricordare il ministro degli Esteri della
Russia, Sergej Lavrov.
Nei rapporti tra Russia e NATO esistono determinate regole, in particolare la Dichiarazione di Roma e l’Atto costitutivo del Consiglio NATO-Russia, che escludono la presenza militare aggiuntiva, su basi permanenti, negli Stati dell’Europa Orientale. Abbiamo già trasmesso le relative domande all’alleanza atlantica. Ci attendiamo non semplicemente una risposta, ma una risposta interamente basata sull’osservanza delle regole con noi concordate.
La Dichiarazione di
Roma del 2002 ha stabilito i principi delle relazioni tra la NATO e la
Russia. Ha confermato anche la fedeltà delle parti al Trattato sulle
armi convenzionali in Europa (Trattato CFE), che vieta l’ingrandimento
degli armamenti in Europa. La Russia sta rigorosamente osservando questo
documento.
L’UE e i membri europei della NATO non hanno
altra scelta: possono soltanto soccombere e accettare il piano degli
USA per il nuovo ampliamento dell’alleanza, crede il politologo
americano Paul Craig Roberts, nel passato assistente al Segretario del
Tesoro USA. In un articolo, pubblicato dallo stesso Wall Street
Jaournal, Roberts ha scritto che l’idea della “rivolta ucraina” era
appunto quella di coinvolgere la “nuova Ucraina” nella NATO
Il principale scopo di tutta l’impresa è indebolire la Russia. Se l’Ucraina viene “inquadrata” prima nell’UE e poi nella NATO, gli USA avranno la possibilità di dispiegare nel suo territorio, ai confini della Russia, delle basi ballistiche di difesa antimissile. Nonché altre basi militari. Ciò servirà ad azzerrare il potenziale russo della deterrenza strategica, e al governo della Russia sarà molto difficile opporsi all’egemoia globalista dell’America.
Seppure
sia stato messo al comando delle forze europee soltanto l’anno scorso,
il generale Breedlove è molto più “creativo” di Rasmussen. Nel mese di
marzo è stato proprio Breedlove a diffondere le “foto segrete”, scattate
dai satelliti commerciali, per far credere che la Russia avesse
concentrato ai confini all’Ucraina un gruppo armato di 80 mila uomini.
Allora persino il Dipartimento di Stato ha dovuto ammettere di non avere
alcun dato a conferma. Prima di Breedlove nessuno dei comandanti NATO
in Europa aveva esibito delle foto satellitari. Lo potevano fare
soltanto il Pentagono o il Dipartimento di Stato.
Un
giorno prima che uscisse l’articolo scritto insieme a Rasmussen, Philip
Breedlove ha rilasciato un’intervista all’emittente tedesca Deutsche
Welle e al settimanale Welt am Sonntag. In questa intervista il generale
ha detto che adesso la NATO dovrà condurre una lotta difficile contro
gli “omini verdi”, ossia “ribelli armati senza mostrine”. Il destino ha
voluto che il numero più grande di tali “ribelli armati” oggi stia
combattento in Iraq, Afghanistan e Libia. Questi combattenti sono stati
addestrati e armati dai consiglieri e con i soldi degli USA. Ma
Breedlove, dall’Europa, non lo può certamente sapere.
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