Abdelfatah
Said Husayn Qalil al-Sisi, Presidente dell’Egitto, ha visitato la
Russia il 12 agosto. Il vertice è un importante passo dal forte impulso
allo sviluppo delle relazioni bilaterali. I presidenti hanno raggiunto
accordi per creare una zona di libero scambio con i Paesi eurasiatici e
una zona industriale russa in Egitto nell’ambito dell’Asse del Canale di
Suez Axis. Il nuovo segmento del canale sarà lungo 45 miglia,
diramandosi dal canale attuale di 120 chilometri.
L’estensione è
necessaria per ridurre i tempi di attesa delle navi da una media di 11
ore a 3. Il rapporto tra Egitto ed Unione doganale di Russia,
Bielorussia e Kazakhstan si stringe. La cooperazione militare continuerà
con l’invio di corazzati e sistemi di difesa aerea in Egitto. I due
Paesi uniscono gli sforzi nella ricerca spaziale. Nell’aprile 2014 un
missile russo ha posto in orbita un satellite egiziano. L’Egitto
aumenterà le esportazioni verso la Russia.
Il turismo avrà nuovo
impulso. L’agenda internazionale dei colloqui include problemi scottanti
come la crisi in Siria, Iraq, Libia e l’aggravamento dello scontro
nella Striscia di Gaza tra Israele e Palestina. L’Islam radicale
esercita un’influenza crescente utilizzando il terrore come strumento di
lotta politica. Egitto e Russia hanno una ricca esperienza nella lotta
ai radicali islamici. La maggior parte degli egiziani percepisce al-Sisi
come il leader che ha salvato il Paese dal pantano della guerra civile.
Un conflitto interno si stava preparando durante la permanenza in
carica del presidente islamista Muhammad Mursi.
Al-Sisi era ministro
della Difesa nel luglio 2013, quando ebbe supporto da forze politiche
sinistra e liberali, dal partito salafita al-Nur, da Corte
Costituzionale, Ministero degli Interni, Gran Mufti d’Egitto, università
musulmana al-Azhar e dal patriarca della Chiesa copta ortodossa. Con
questo ampio sostegno al-Sisi depose l’allora presidente Mursi che
rappresentava i Fratelli musulmani. Quegli eventi appaiono nella storia
dell’Egitto come la “Rivoluzione del 30 giugno” (il 30 giugno 2013
l’esercito inviò un ultimatum a Mursi).
Al-Sisi ha vinto le elezioni presidenziali del maggio 2014. I Fratelli musulmani furono esclusi dalla vita politica del Paese in quanto organizzazione terroristica, secondo la nuova costituzione approvata dal 98% dei votanti nel referendum del gennaio 2014. Abdelfatah al-Sisi, ministro della Difesa e capo dei servizi di sicurezza ebbe oltre il 96% dei voti. La vittoria fu senza precedenti nei 60 anni di storia dell’Egitto repubblicano, da quando il Paese divenne una repubblica nel 1953. Mosca fu la meta del suo primo viaggio all’estero come ministro della Difesa, incontrando il Presidente Putin nel febbraio 2014.
Da
parte del suo popolo il Presidente russo sosteneva il “successo”
dell’alto ufficiale egiziano nella corsa presidenziale della nazione. Il
rapporto tra i due Paesi ha radici storiche. Abdelfatah al-Sisi gode di
un forte sostegno tra coloro gli eredi dell’ex-Presidente Gamal Abdel
Nasser, per esempio il Fronte di salvezza nazionale, tra cui al-Wafd
(partito della delegazione), uno dei più antichi ed influenti partiti
democratici liberali, il Partito arabo nasseriano e il movimento Tamarod
(Ribellione) che rappresentano le forze di sinistra e
liberaldemocratiche. In Egitto, al-Sisi viene spesso paragonato a Gamal
Abdel Nasser che governò nel 1954-1970.
La politica filo-socialista di Nasser aveva lo scopo di mantenere la leadership dell’Egitto nel mondo arabo, e per contrastare la pressione neo-coloniale occidentale, si alleò all’Unione Sovietica. Luminosi esempi di cooperazione bilaterale sono la costruzione della diga di Assuan e il sostegno all’Egitto dall’URSS quando Gran Bretagna, Francia e Israele intervennero contro questo Paese nel 1956. L’attacco fu fermato dall’Unione Sovietica che sottolineò il diritto d’intervenire e colpire gli aggressori. Il popolo egiziano ricorda il sostegno dell’URSS in quei giorni.
Molto spesso i manifestanti di Cairo portano insieme le tre
immagini di al-Sisi, Nasser e Putin. Il mondo è assai cambiato dai
tempi di Nasser, ma il neo-colonialismo è ancora vivo. Ad esempio, gli
Stati Uniti hanno sospeso gli aiuti finanziari e militari all’Egitto
dopo che Mursi fu rovesciato, l’ex-presidente attuava una politica
estera filo-occidentale, in particolare verso la Siria. La caduta di
Mursi non ha soddisfatto gli interessi degli Stati Uniti, quindi ne
hanno etichettato la deposizione come “violazione della democrazia e
golpe militare”. L’Unione africana pose fine all’adesione dell’Egitto
all’organizzazione. Ma l’Egitto fu irremovibile nel ripristinare la
propria posizione di leader del mondo arabo e centro di potere
regionale.
Dopo gli eventi in Crimea e Ucraina, la Russia affronta lo stallo con l’occidente. Gli eventi internazionali fanno presumere che non sia l’ultimo confronto. Per contrastare tale sfida, la Russia ha bisogno di alleati esterni al mondo occidentale, in Asia, America Latina e Africa. Con la sua lunga storia di legami con la Russia, l’Egitto, nazione araba leader, può divenire un alleato dei russi.
Boris Dolgov Strategic Culture Foundation
La ripubblicazione è gradita in riferimento alla rivista on-line della Strategic Culture Foundation.
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
http://aurorasito.wordpress.com/2014/08/19/russia-ed-egitto-rilanciano-la-cooperazione-strategica/
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