Il sistema ucraino continua nella
dissoluzione politica, economica e militare. Il calcolo del Cremlino,
che prevede che la realtà economica porti alla ragione il governo
oligarchico, sembra funzionare. La questione è ora se ci sarà qualcuno
che avvierà le riforme costituzionali per la federalizzazione del Paese.
Situazione militare
Il 19 agosto Kiev ha lanciato all’assalto, ancora una volta, le sue forze, e ancora senza risultati. In realtà, avvicinandosi alle truppe ribelli ucraine, nel corpo a corpo, la superiorità della fanteria della Nuova Russia è decisiva, soprattutto contro le truppe demoralizzate o abituate alle zuffe di Majdan. L’artiglieria ribelle, più professionale e manovriera, regolarmente sconfigge quella di Kiev, che si vendica bombardando indiscriminatamente le città.
Il 19 agosto Kiev ha lanciato all’assalto, ancora una volta, le sue forze, e ancora senza risultati. In realtà, avvicinandosi alle truppe ribelli ucraine, nel corpo a corpo, la superiorità della fanteria della Nuova Russia è decisiva, soprattutto contro le truppe demoralizzate o abituate alle zuffe di Majdan. L’artiglieria ribelle, più professionale e manovriera, regolarmente sconfigge quella di Kiev, che si vendica bombardando indiscriminatamente le città.
Il rinvio del convoglio
umanitario russo non è dovuto alla possibilità che i russi vi nascondano
una divisione di paracadutisti o di T-90, ma del fatto che l’aiuto
sfida gli sforzi di Kiev nell’affamare il popolo della Nuova Russia.
L’intera strategia della junta si basa sulla speranza di ripetere ciò
che è successo a Slavjansk. Si noti che il tentativo di tagliare l’acqua
a Donetsk è fallito, l’amministrazione comunale è riuscita a
ripristinare le stazioni di pompaggio.
Stanchi dell’anarchia di Kiev e
con il controllo del territorio dei combattenti della Nuova Russia, i
russi inviano il loro convoglio, giunto oggi a Lugansk. La crisi
umanitaria è innegabile per Kiev, tanto più che il suo esercito ne è
anche vittima. L’OSCE continua ad essere d’accordo con la Russia, e i
soldati ucraini, non riuscendo a combattere efficacemente i combattenti
del Donbas, sono ridotti ai selfie in cui si consegnano prigionieri ai
soldati russi. Mentre Pravyj Sektor e SBU torturano e
brutalizzano i prigionieri, l’esercito della Nuova Russia illustra come
cura correttamente i prigionieri.
Gli ucraini catturati sono autorizzati
a chiamare le famiglie, avendo un effetto devastante, perché Kiev nega
il massacro che subisce il suo esercito. Ancora una volta lo scontro tra
barbarie della modernità occidentale e l’Europa cristiana. I russi non
hanno bisogno d’inviare materiale perché, come ha sottolineato con
umorismo il Premier della RPD Aleksandr Zakharchenko, l’unico affidabile
fornitore di armamenti dei ribelli rimane l’esercito ucraino.
I russi
sicuramente inviano volontari e denaro, ma questa guerra è una guerra
civile che Kiev perde, senza ammetterlo. Sembra che la controffensiva
annunciata regolarmente tre settimane fa sia iniziata. Su tutti i punti
del fronte, le forze kieviane si ritirano. L’obiettivo della Nuova
Russia è controllare completamente la zona cuscinetto tra il confine con
la Russia e Lugansk. Conseguiti questi primi obiettivi, i federalisti
potrebbero reindirizzarsi, se le riserve lo consentono, su Slavjansk e
Marjupol. I prossimi giorni decideranno.
Stalingrado, l’offensiva del Tet e anche lo sbarco del 6 giugno 1944
Lo Stato Maggiore della Nuova Russia ha attutato Stalingrado contenendo le forze d’invasione, mentre prepara il contrattacco. Avviando l’offensiva del Tet, rivela all’opinione pubblica ucraina e occidentale che la guerra è lungi dall’essere vinta da Kiev, e che può essere persa. Infine, avendo il governo di Kiev inviato la maggior parte delle proprie forze nel Donbas, ha creato un vuoto tra Donetsk e le altre città orientali: Kharkov, Dnepropetrovsk e Zaporozhe.
Lo Stato Maggiore della Nuova Russia ha attutato Stalingrado contenendo le forze d’invasione, mentre prepara il contrattacco. Avviando l’offensiva del Tet, rivela all’opinione pubblica ucraina e occidentale che la guerra è lungi dall’essere vinta da Kiev, e che può essere persa. Infine, avendo il governo di Kiev inviato la maggior parte delle proprie forze nel Donbas, ha creato un vuoto tra Donetsk e le altre città orientali: Kharkov, Dnepropetrovsk e Zaporozhe.
L’esercito tedesco
si trovò nella stessa situazione dopo la battaglia di Normandia. Su
richiesta dell’ambasciata degli Stati Uniti, i media francesi hanno
spiegato questa debacle come cambio di strategia, “un calcolo
intelligente” dice Harold Hyman. Incompetente come i suoi omologhi
francesi, ha allegramente confuso munizioni illuminanti e bombe al
fosforo, come Frédéric Encel confonde il T-64, prodotto a Kharkov, con
il T-72. A sua difesa, a differenza dei suoi omologhi francesi, il
giornalista statunitense ha almeno il merito di essere divertente.
Situazione economica
Il primo ministro Jatsenjuk, che certuni fraintendono moderato e ragionevole, impazzisce sulle sanzioni contro la Russia. Gli europei hanno appreso con costernazione che stava per tagliare il flusso di gas dall’Ucraina. L’incredulità è divenuta sconcerto quando ha proposto la privatizzazione parziale della rete dei gasdotti ucraini. Le strutture sono in serio stato di abbandono, nessuno vi vorrà investire. La Shell ha subito declinato l’offerta, preferendo lavorare con la Russia. Tutti aspettano il “South Stream“, mentre i bulgari, minacciati da John McCain e dall’UE, hanno congelato il progetto contro i propri interessi. Sarà interessante vedere come il governo bulgaro si spiegherà con la popolazione questo inverno, se Kiev interrompe il gas. In realtà, l’inverno arriva, ma non il gas.
Il primo ministro Jatsenjuk, che certuni fraintendono moderato e ragionevole, impazzisce sulle sanzioni contro la Russia. Gli europei hanno appreso con costernazione che stava per tagliare il flusso di gas dall’Ucraina. L’incredulità è divenuta sconcerto quando ha proposto la privatizzazione parziale della rete dei gasdotti ucraini. Le strutture sono in serio stato di abbandono, nessuno vi vorrà investire. La Shell ha subito declinato l’offerta, preferendo lavorare con la Russia. Tutti aspettano il “South Stream“, mentre i bulgari, minacciati da John McCain e dall’UE, hanno congelato il progetto contro i propri interessi. Sarà interessante vedere come il governo bulgaro si spiegherà con la popolazione questo inverno, se Kiev interrompe il gas. In realtà, l’inverno arriva, ma non il gas.
Le forniture alternative si
dimostrano una favola, come abbiamo detto fin dall’inizio. Il deficit di
gas, che impedisce di riscaldare correttamente le case d’inverno, si
aggiunge a quello dell’acqua calda e del carbone (generalmente estratto
nel Donbas). In 40 giorni, l’Ucraina passa da esportatrice ad
importatrice. La produzione di elettricità, in cui l’Ucraina era
esportatrice, sarà gravemente colpita, anche a Kiev. Avendo acquistato
boiler e stufe elettriche, si prevede che gli ucraini subiranno il
“blackout” questo inverno. L’aiuto del FMI, previsto per il 29 agosto,
non è garantito. Data la situazione, il ministro dell’economia Pavel
Sheremet s’è dimesso il 21 agosto.
Situazione politica
Le dimissioni del ministro dell’economia non sono un caso isolato. Parubi ha lasciato il Consiglio di Sicurezza Nazionale, dopo aver rinunciato due settimane prima alla segreteria generale. Tatiana Chernovol, altra isterica banderista, nel frattempo, ha lasciato il suo ministero della lotta alla corruzione. Il governo ucraino cede alle minacce di Jarosh. Il capo di “Pravyj Sektor” che non supportando che i suoi scagnozzi vengano arrestati per traffico di armi, aveva minacciato di lasciare il Donbas per Kiev.
Le dimissioni del ministro dell’economia non sono un caso isolato. Parubi ha lasciato il Consiglio di Sicurezza Nazionale, dopo aver rinunciato due settimane prima alla segreteria generale. Tatiana Chernovol, altra isterica banderista, nel frattempo, ha lasciato il suo ministero della lotta alla corruzione. Il governo ucraino cede alle minacce di Jarosh. Il capo di “Pravyj Sektor” che non supportando che i suoi scagnozzi vengano arrestati per traffico di armi, aveva minacciato di lasciare il Donbas per Kiev.
Secondo voci,
Poroshenko ne avrebbe chiesto l’eliminazione e che le unità naziste,
prive di professionalità facendone facili bersagli dei ribelli, siano
inviate nelle zone più pericolose per essere distrutte (il dispiegamento
tragicomico dell’unità in questo video,
comporterebbe l’immediata espulsione dalla scuola di fanteria). Diversi
capi radicali sono stati feriti o uccisi. L’efficacia di Jarosh ci
ricorda quella di un altro grande stratega della seconda guerra
mondiale. L’arbitrio domina l’Ucraina. Rapimenti e torture aumentano.
Gli scambi di prigionieri e di spoglie umane svelano gli spaventosi
maltrattamenti nelle carceri di Kiev.
Come se non bastasse, il
presidente Poroshenko ha firmato un decreto che autorizza la detenzione
di 30 giorni senza l’autorizzazione del giudice. Quindi, i valori
statunitensi scompaiono in Ucraina. Majdan viene sgombrata, almeno in
parte. Vitalij Klishko ha le mani in tasca e non è mai stato così
popolare da quando riempie i cassonetti, evitando di parlare. Così il
governo non baderà più al soviet di Majdan, senza suscitare
l’indignazione di Anne Tinguy, che si era fatta trascinare, con molta
sensualità, dalla felicità del 26 febbraio, prima della costruzione di
tale favoloso e originale sistema politico.
Nei Carpazi, gli ungheresi
chiedono l’indipendenza con il sostegno del partito nazionalista
ungherese Jobbik. Sorridiamo pensando a coloro che volevano unire i
nazionalisti di tutta Europa. Saremo lieti della reazione di Svoboda e
del suo capo Tjagnibok. A Kiev, la situazione è più delicata, l’Ungheria
non è solo un membro della NATO ma anche un Paese amico della Russia,
con cui condivide valori cristiani, in attesa di riceverne il gas.
Relazioni tra Russia e Ucraina
Il presidente Poroshenko incontrerà Vladimir Putin a Minsk il 26 agosto, ma il suo peso è limitato. Julija Timoshenko, che non ha ancora digerito la sconfitta nella corsa presidenziale, è in agguato con l’accusa di tradimento, nel caso in cui il presidente ucraino accetti la federalizzazione. E’ supportata da Igor Kolomojskij, in procinto di sequestrare Odessa e metterla a disposizione della “principessa del gas”, con il suo esercito privato composto dai banditi armati di Pravyj Sektor. Se Poroshenko vuole fare qualcosa, come la costituzione ucraina, prima o poi dovrà mettere in conto le dimissioni.
Il presidente Poroshenko incontrerà Vladimir Putin a Minsk il 26 agosto, ma il suo peso è limitato. Julija Timoshenko, che non ha ancora digerito la sconfitta nella corsa presidenziale, è in agguato con l’accusa di tradimento, nel caso in cui il presidente ucraino accetti la federalizzazione. E’ supportata da Igor Kolomojskij, in procinto di sequestrare Odessa e metterla a disposizione della “principessa del gas”, con il suo esercito privato composto dai banditi armati di Pravyj Sektor. Se Poroshenko vuole fare qualcosa, come la costituzione ucraina, prima o poi dovrà mettere in conto le dimissioni.
Eletto per fare la pace, è
sempre più impopolare e rischia di perdere le elezioni parlamentari.
Beneficerebbe in tale caso del sostegno francese e russo. La domanda è
se Angela Merkel, che l’incontrava a Kiev il 23 agosto, saprà fargli
dimenticare il revanscismo antirusso. La Russia è l’unico Paese
interessato ai risultati delle indagini sulla distruzione del Boeing
malese. Scommetto che la relazione, se ci sarà, farà storia sui media
francesi, come l’omicidio di James Foley, presumibilmente detenuto da
Bashar al-Assad dal 2012.
Fallimento delle sanzioni
Le sanzioni sono un fallimento quasi totale. L’UE, che non dubita di nulla, chiede al Sud America di sanzionare la Russia, così come la Serbia. La risposta non si è fatta attendere. Gli statunitensi sperano su Cina e Corea, Washington spera, con grande ottimismo e candore, che facciano pressione. Il Giappone continua a fingere. I contadini russi e serbi possono così ringraziare UE e NATO. Da parte sua, la Russia batterà nel 2014 il record di produzione del grano, ed ha anche firmato un contratto di forniture dall’Egitto nell’ambito della politica araba ereditata dall’Unione Sovietica. Con le sanzioni, il valore delle azioni delle aziende agricole russe è aumentato del 20%. I 125 milioni proposti dall’UE sono soltanto una goccia nell’oceano del disastro, gli ideologi pro-europei cercano di spiegare ai produttori europei che è ancora più difficile per i russi.
Le sanzioni sono un fallimento quasi totale. L’UE, che non dubita di nulla, chiede al Sud America di sanzionare la Russia, così come la Serbia. La risposta non si è fatta attendere. Gli statunitensi sperano su Cina e Corea, Washington spera, con grande ottimismo e candore, che facciano pressione. Il Giappone continua a fingere. I contadini russi e serbi possono così ringraziare UE e NATO. Da parte sua, la Russia batterà nel 2014 il record di produzione del grano, ed ha anche firmato un contratto di forniture dall’Egitto nell’ambito della politica araba ereditata dall’Unione Sovietica. Con le sanzioni, il valore delle azioni delle aziende agricole russe è aumentato del 20%. I 125 milioni proposti dall’UE sono soltanto una goccia nell’oceano del disastro, gli ideologi pro-europei cercano di spiegare ai produttori europei che è ancora più difficile per i russi.
Anche se ciò fosse vero, sarebbe una
magra consolazione per i contadini francesi che, a differenza di
Bruxelles e Washington, non sono in guerra contro la Russia; né per i
lettoni, troppo stanchi, o gli spagnoli che ora protestano apertamente.
Povero Jacques Rupnik che vede nella crisi ucraina un test per l’Europa
(in realtà l’UE, ma la distinzione è troppo sottile per il suo
entusiasmo da tifoso). Sarà servito. UE e NATO vivono ancora nel 1990,
ed è tempo che la Francia entri nel ventunesimo secolo e smetta di
seguire i capricci della Polonia rivolgendosi ai BRICS e all’Asia.
Per
ora, la Francia ha giocato bene la sua parte alla mostra degli armamenti
di Mosca, dal 13 al 17 agosto, quando Dimitri Rogozin ha annunciato che
le società presenti nei momenti difficili non sarebbero state
dimenticate. Su Exxon-Mobil, di cui abbiamo discusso
nell’ultima analisi, la compagnia petrolifera non ha mostrato alcun
interesse per i tubi arrugginiti di Naftogaz, ma tuttavia ha
inaugurato in diretta, con Putin e Igor Sechin (sulle liste delle
sanzioni) la sua prima perforazione USA-Russia nell’Artico, il 9 agosto.
La Russia si aspetta che la situazione si calmi.
Le sanzioni saranno
una doccia fredda per l’UE, che chiaramente pensava che Mosca si sarebbe
fatta punire come un discolo. Il governo francese, di cui si deve
salutare la perseveranza sulla Mistral, è stato trascinato in sanzioni
stupide e sterili per via della nullità degli “esperti” consultati sulle
questioni russe e ucraine. I giornalisti francesi, naturalmente, non
contano e Gomart, Encel, Tertrais, Rupnik e altri Heisbourg, la cui
incompetenza lede gravemente gli interessi francesi, devono sparire. La
Fondazione per la Ricerca Strategica e l’IFRI devono recuperare con
urgenza, assolutamente e seriamente.
Insomma
Concludendo con una nota umoristica, vi presentiamo un video su come si gioca con i bambini in Galizia. E’ più simile a una cerimonia voodoo, dopo una tale infanzia, anche un Oleg Tjagnibok è scusato… Infine, ultima e grande novità, il bilancio per produrre RussiaToday in francese, 29 milioni di euro, è stato votato. Il Cremlino prende in considerazione la mancanza di libertà d’espressione in Francia e cerca di porvi rimedio.
Concludendo con una nota umoristica, vi presentiamo un video su come si gioca con i bambini in Galizia. E’ più simile a una cerimonia voodoo, dopo una tale infanzia, anche un Oleg Tjagnibok è scusato… Infine, ultima e grande novità, il bilancio per produrre RussiaToday in francese, 29 milioni di euro, è stato votato. Il Cremlino prende in considerazione la mancanza di libertà d’espressione in Francia e cerca di porvi rimedio.
Xavier Moreau, Realpolitik – Reseau International
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
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