venerdì 22 agosto 2014

La polizia smaschera il bluff di Mare Nostrum : «Ecco la truffa-immigrati grazie alla Ue»

polizia 

Trucchi, milioni buttati, raggiri. Il segretario del Sap: «Pericoli sanitari, asilo politico, soldi buttati. Che sprechi»


21 agosto 2014 – Noi i soldi non ve li diamo, però gli immigrati dovete tenerli, accudirli e trattarli come diciamo noi. Ovviamente a spese vostre. Non è un film di Fantozzi, sembra un film alla Totò truffa.

L’APPELLO
La foglia di fico è stata scoperta grazie all’uscita del ministro dell’Interno, Angelino Alfano, che a Ferragosto ha lanciato un appello all’Europa per l’emergenza immigrazione, ricevendone come risposta un «menefrego» che umilia l’Italia e gli italiani. Una vicenda nella quale, forse, il titolare del Viminale e tutto il Governo sono stati in parte vittima e in parte raggirati, anche se questo non attenua di un millimetro le responsabilità politiche. Una truffa in grande stile – ci riferiamo all’operazione Mare Nostrum – che ai cittadini del nostro Paese, tartassati dalla spending review e da una crisi economica senza precedenti, è costata (e costa) 300.000 euro al giorno, circa 9 milioni al mese, senza contare tutti gli altri costi diretti e indiretti relativi all’accoglienza, all’impegno delle strutture, al lavoro delle Forze dell’Ordine e della macchina statale nel suo complesso. 

 Una truffa che da poliziotto e da cittadino mi brucia e mi indigna non poco perché l’Europa, da un lato, ci impone regole precise in materia di accoglienza, con tutta una serie di pratiche e procedure che vanno dal fotosegnalamento ai controlli sanitari, fino alla gestione e allo smistamento nei centri appositamente adibiti e sparsi sul territorio nazionale Dall’altro, invece, i freddi euroburocrati dicono che è un nostro problema e che dobbiamo lavorare meglio. Senza soldi. Un comportamento da padrone delle ferriere che allontana tutti noi da quel sogno europeo cullato da Alcide De Gasperi e Altiero Spinelli.

IL FRONTEX
Lo schiaffo ci è arrivato dall’agenzia continentale per la gestione della cooperazione internazionale alle frontiere esterne degli Stati membri dell’Unione europea, meglio conosciuta come Frontex, un carrozzone burocratico che, come ammise il ministro della Difesa Roberta Pinotti appena quattro mesi fa, «stanzia complessivamente 7 milioni e noi, solo in un mese ne spendiamo 9 per Mare Nostrum». 

Numeri che dovevano far capire ad Alfano che la sua richiesta all’Europa di subentrare nell’operazione cosiddetta «umanitaria», iniziata nell’ottobre 2013, sarebbe stata respinta al mittente senza colpo ferire, sicuramente con una sonora e grassa risata dei burocrati di Bruxelles a danno dell’Italia.

I numeri ufficiali dicono che solo quest’anno sono stati oltre 100.000 gli immigrati sbarcati, 53.000 ospitati nei centri di accoglienza, 35.000 domande di protezione esaminate, 539 scafisti arrestati. Ad aprile il Viminale ha addirittura portato da 9.

400 a 19.000 i posti disponibili per i richiedenti asilo.

 I RISCHI
Risulta che il 60 per cento delle istanze venga accolto e il nostro sistema Paese andrà certamente al collasso se dovessimo registrare, come è probabile, un incremento ulteriore degli sbarchi.

I funzionari di Frontex hanno detto che l’Italia ha beneficiato dal 2007 al 2013 di 500 milioni di euro di aiuti (poco di 70 milioni annui) e che nel periodo 2014-2020 arriveranno «ben 315 milioni», vale a dire la «bellezza» di 45 milioni all’anno. Con questa miseria l’Europa intera pensa di poter continuare ad accollare all’Italia i costi economici e soprattutto sociali di un’immigrazione in costante ascesa.

 SANITÀ
Per altro, come abbiamo più volte denunciato proprio dalle colonne de Il Tempo, l’operazione Mare Nostrum è un autentico colabrodo anche dal punto di vista sanitario e – checché ne dica il ministro Lorenzin – il nostro sistema di controlli, prevenzione e profilassi è assolutamente inefficace. Si pensa di risolvere questo problema con circolari ministeriali e protocolli sanitari che restano sulla carta? 

Non chiediamo certo un controllo migratorio stile Ellis Island, l’isola di fronte a Manhattan tristemente famosa – tra la fine dell’800 e l’inizio del secolo scorso – per essere divenuta una sorta di prigione a cielo aperto per tutti coloro, italiani compresi, che sognavano la Grande Mela. 

Ma non possiamo pensare neppure di diventare il ventre molle dell’Europa, anche perché le nazioni del Vecchio Continente se ne fregano altamente del trattato di Schengen e degli accordi di libera circolazione, applicandoli solo quando fa comodo, con buona pace della Commissione Europea che non fiata su questo. Qualche esempio? 

Malta respinge i barconi verso la Sicilia e usa maniere molto spicce, mettendo a rischio spesso l’incolumità dei migranti, al pari della Grecia; la frontiera – enclave di Ceuta viene difesa dalla Spagna con filo spinato e proiettili da parte della Guardia Civil; la Francia, a Ventimiglia come a Bardonecchia, se ne infischia di Schengen e respinge i clandestini nel nostro territorio; la gendarmeria austriaca non è da meno e appena qualche giorno fa ha respinto 48 immigrati fermati su alcuni treni provenienti dall’Italia, rispedendoli coattivamente con pullman in Alto Adige nel giro di un giorno. 

L’elenco può continuare.

 CHE FARE
Forse la soluzione sarebbe davvero quella di aprire centri di accoglienza per i profughi a ridosso delle nostre frontiere e cominciare ad alzare un po’ la voce con questi “partner” europei così spocchiosi e soprattutto così furbastri. Per altro, non ci pare di aver sentito su questo particolari critiche o condanne da parte dei soliti radical chic nella cui testa il poliziotto è sempre un violento che picchia tutti, salvo quando muore e allora diventa buono per essere commemorato. La beffa finale sapete qual è? 

E’ che alle donne e agli uomini in divisa si riducono costantemente le risorse, i mezzi, le strutture. Dal 2008 ad oggi ci sono stati oltre 6 miliardi di tagli per la sicurezza, un miliardo e mezzo solo quest’anno. 

C’hanno davvero dissanguato. Anche per questo il 27 agosto i sindacati autonomi riuniti nella Consulta Sicurezza manifesteranno a Roma donando il sangue ai cittadini.


Gianni Tonelli

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