A
partire dagli anni sessanta, nel dibattito sociale e politico, era d’uso comune
il concetto di alienazione. Dalla fine degli anni ottanta ad oggi, tale
argomento è definitivamente scomparso, com’è mai?
Perché
al concetto di conservazione delle identità (individuali e collettive) e del
rapporto storicizzato con il proprio territorio e le proprie genti si è
sostituito quello di performance e di profitto a tutti i costi.
La
seduzione del ‘post-moderno’ si è impossessata dell’umanità.
L’alienazione
non esiste più perché ormai è una condizione esistenziale di base della quale
ognuno di noi partecipa fin dalla nascita. L’imposizione del pensiero unico post-moderno
comincia infatti dalla pianificazione della maternità, dal luogo nel quale
nasciamo e dalla cura ‘scientifica’ del nascituro. L’alienazione si impone come
massificazione delle esperienze audiovisive sin dall’infanzia e prosegue il suo
corso trionfale nelle scuole massificate di regime (private o pubbliche che
siano, poco importa) ove regna sovrano il credo scientista, totalmente superato
perfino dalla scienza stessa.
Alle
fine del circuito de-formativo collettivo (imposto con la paura ed una serie di
interrogatori di tipo poliziesco), comincia il calvario deprimente del ‘mondo
del lavoro’: un giogo biblico imposto sovente dalla paura della fame o della
perdita di un vago stato sociale, che poi si traduce in possesso esibito di
orpelli tecnologici.
L’alienazione
striscia vincente in questi labirinti esistenziali poverissimi.
A
nulla valgono, ed anzi peggiorano la situazione, i cosiddetti svaghi: sport
massificato, intrattenimento satanizzato, socialità indotta e preconfezionata.
La
mano della Chiesa di Roma infine impone ritmi vitali sregolati, basati su
esigenze metafisiche inventate nei secoli per imporre soggezione, ignoranza e
controllo dell’individuo. Le altre religioni o pseudo discipline 'spirituali' (o sarebbe meglio dire
'spiritiste'?) contemporanee, ma di strombazzata genesi antidiluviana, non fanno che aggravare la situazione.
Il
gioco è fatto. L’alienazione è totale. L’uomo ha perduto se stesso perché
conviveva un tempo con il suo ambiente ed oggi convive con elementi indotti di
cui non conosce origine, scopo e senso. La meccanicizzazione dei bioritmi è
compiuta.
L’individuo
anela alla lunga vita impiegandola poi nel tentare di allungarne il corso temporale
con mille espedienti pressoché inutili. Il benessere è solo quello fisico,
materiale (indotto). Il resto è dato ed imposto, immodificabile perché è già
considerato da tutti come il migliore possibile.
Lo
stato è il migliore possibile, l’istruzione è la migliore possibile, la sanità è la migliore possibile, l’ambiente
antropizzato è il migliore possibile, il sistema finanziario è il migliore
possibile … nulla viene profondamente vagliato criticamente per cercarne
di comprendere origine, scopi e modalità.
dormi uomo, dormi ...
L’uomo
è oggi incapace di osservare se stesso e di comprendere le ragioni profonde del
suo agire per paura dell’esclusione sociale da una società degli uomini
imposta che è, ovviamente, … la migliore possibile!
Nessun commento:
Posta un commento