La persona è solo il risultato di un equivoco. in realtà non esiste. Sentimenti, pensieri e azioni corrono davanti all’osservatore in successione senza fine, lasciando delle tracce nel cervello e creando l’illusione di continuità.
In realtà non c’è nessuna persona, c’è solo l’osservatore che si identifica con l'”io” e il “mio”. Il maestro dice all’osservatore: tu non sei questo, non c’è nulla di tuo in ciò, tranne l'”io sono”: il puntolino che fa da ponte tra l’osservatore e il suo sogno. “Io sono questo”, “io sono quello” è sogno, mentre l'”io sono”, puro e semplice ha impresso su di se il marchio della realtà (…).
Domanda: Se vengo eliminato cosa rimane?
Risposta: Nulla e tutto. Rimarrà il senso dell’identità, ma non più l’identificazione con un corpo particolare.
L’essere-consapevolezza-amore splenderanno come un’unica luce. La liberazione non è mai della persona, è dalla persona.Domanda: E non resta traccia della persona?
Risposta: Solo un vago ricordo, come quella di un sogno o del primissimo tempo d’infanzia. Dopotutto che c’è da ricordare? Un flusso di eventi perlopiù accidentali e insignificanti. Una sequela di desideri, paure e inani sbagli. C’è qualcosa che valga la pena di ricordare? La persona è un guscio che t’imprigiona.Domanda: A chi chiedi di rompere il guscio? Chi deve romperlo?
Risposta: Spezza i legami della memoria e dell’auto-identificazione e il guscio si disfarà di sé. C’è un centro che dà realtà a tutto ciò che percepisce. Basta comprendere che tu sei la fonte della realtà, che la dai, invece di prenderla, e che non ti serve nessun appoggio, nessuna conferma. Le cose sono come sono perchè tu le accetti come sono. Se smetti di accettarle, si dissolveranno. Qualsiasi cosa alla quale pensi con desiderio e con paura, ti si para innanzi come reale. Osservala senza sentimento, e perderà consistenza. Il piacere e il dolore sono momentanei. E’ più facile ignorarli che agire in base ad essi.Domanda: Ma perché è sorta la coscienza del corpo?
Risposta: Non chiedere “perché”, chiedi “come”. E’ nella natura dell’immaginazione identificarsi con ciò che crea. Puoi arrestarla in qualsiasi momento staccando l’attenzione, o impiegandola per cercare.Domanda: Viene prima la creazione o la ricerca?
Risposta: Prima si crea un mondo, poi l'”io sono” diventa una persona, variamente infelice (…)Domanda: Come mi schiarisco la mente?
Risposta: Osservandola spietatamente. La disattenzione oscura, l’attenzione rischiara.Domanda: Perché i maestri indiani sostengono L’inazione?
Risposta: Le azioni e le attività sono in gran parte senza valore, se non decisamente nocive. Dominati dal desiderio e dalla paura, gli uomini non possono agire bene. La cessazione del male deve precedere quella del bene (…) Da qui l’opportunità di sospendere temporaneamente le attività… Naturalmente se hai la possibilità di aiutare qualcuno fallo subito e con tutto te stesso; ma non fare nemmeno l’altruista di professione.Domanda: Dio non è forse l’attuatore per eccellenza?
Risposta: Perché introduci un agente esterno? Il mondo si ricrea da se stesso. E’ un processo senza fine, il transitorio che genera il transitorio. E’ il tuo Io che ti fa pensare che debba esserci un agente. Crei un Dio a tua immagine, anche se squallida. Con il film della tua mente proietti un mondo e anche un Dio per dare al mondo una causa e uno scopo. E’ tutta immaginazione. Balzane fuori (…)Domanda: Sono qui seduto davanti a voi. Quanto c’è d’immaginario in ciò?
Risposta: Tutto. Anche lo spazio e il tempo sono immaginari.Domanda: Significa che non esisto?
Risposta: Anch’io non esisto. L’esistenza è completamente immaginaria.Domanda: Anche l’essere è immaginario?
Risposta: Il puro essere che tutto colma e trascende non è l’esistenza, che è limitata. Ogni limitazione è immaginaria, solo l’illimitato è reale.
Sri Nisargadatta Maharaj,
estratto da “Io Sono Quello“
fonte: http://www.non-dualita.it/tutto-e-immaginazione-sri-nisargadatta-maharaj/
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