giovedì 17 settembre 2015

Xenoglossia

TAVOLETTA CUNEIFORME
 
Un aspetto singolare che compare se si approfondisce la conoscenza sulle conseguenze delle interferenze tra l’essere umano ed i suoi ‘parassiti’ psichici, è la xenoglossia.

Nutrita è la letteratura scientifica al riguardo e costante la sua presenza nel trattamento (esorcismo) dei soggetti presunte vittime dell’azione del ‘maligno’, tanto da diventare una delle caratteristiche considerate tipiche di questa profonda ed oscura afflizione. Sono stati rilevati casi di conoscenze inaspettate, non solo di idiomi ben lontani dall’esperienza sociale e culturale del soggetto ma addirittura di lingue cosiddette ‘perdute’, come il sumero o l’arabo antico.

Dall'enciclopedia Treccani:

XENOGLOSSIA (dal gr. ξένος "straniero" e γλῶσσα "lingua"). - Termine introdotto da Ch. Richet per definire i casi in cui un soggetto medianico parla o scrive una lingua a lui normalmente ignota. Per quanto raro, il fenomeno della xenoglossia è stato osservato a più riprese nel corso di indagini metapsichiche anche recenti, e spesso in circostanze assai probative. I casi più impressionanti sono quelli in cui il soggetto è un illetterato o un bambino, e quelli in cui le lingue parlate o scritte sono parecchie, o specialmente estranee al soggetto (lingue morte, dialetti particolari, lingue orientali, ecc.). I casi di xenoglossia sono tra i più ardui a spiegarsi con ipotesi a carattere naturalistico. Il "dono delle lingue" è annoverato dalla Chiesa cattolica tra i carismi, ed è compreso tra i 9 elencati da San Paolo (I Cor., XIV).

La xenoglossia diviene quindi un mistero bizzarro per la scienza medica ed una notevole sfida per la logica, soprattutto se associata agli annessi e tipici sbalzi nel volume e nel tono vocale dei malcapitati.

Per l’esorcista, tale anomalia comportamentale è un segnale evidente e probante di possessione demoniaca. Sarebbe il demone a parlare tramite il soggetto, con la sua lingua più propria, modificandone quindi anche tono ed impostazione vocale originaria.

Interessante e completa l’interpretazione del fenomeno da parte del Prof. Corrado Malanga. Per lo studioso pisano, la xenoglossia sarebbe il risultato della presenza, nella mente del soggetto, delle varie memorie aliene e di quelle di tutti gli esseri umani che hanno ‘prestato’ il loro contenitore (il corpo e la mente, loro malgrado) per svolgere la funzione di supporto fisico all’innesto di memorie (essenze vitali complete) aliene.

L’essere umano verrebbe utilizzato, secondo questa interpretazione del fenomeno, per contenere in sicurezza al suo interno le memorie aliene (che il Prof. Malanga suddivide in attive o passive) al fine di preservarne la loro continuità nel tempo.

La xenoglossia deriverebbe quindi dall’accumulo di queste ‘esperienze’ passate, che si dipanano dalla notte dei tempi. Ciò diverrebbe palese al verificarsi dell’affiorare delle memorie passate in stato ipnotico oppure per il verificarsi della temporanea presa di possesso delle MAA (memoria aliena attiva) nel soggetto umano.

Possiamo a questo punto permetterci alcune brevi riflessioni.

La prima riguarda la permeabilità dell’essere umano. Siamo 'stati persuasi' a immaginare noi stessi come un sistema chiuso e definito all’interno di uno spazio cartesiano immutabile mentre sarebbe meglio prendere atto del contrario. L’essere umano sarebbe quindi un complesso aperto a più componenti, inserito in un sistema dinamico spazio/temporale. Tale interpretazione esistenziale permetterebbe di riconoscere aspetti della nostra realtà correlati dalle interazioni inaspettate. Ci permetterebbe inoltre di entrare in contatto con una dimensione vasta e prolifica nella quale ‘siamo’, a nostra parziale insaputa.

La seconda riflessione è sulla conoscenza. Sembrerebbe corretto affermare che conoscere sia ri-conoscere. La presenza di aspetti immortali (e non solo interferenti quindi) nella nostra costituzione permetterebbe tale interpretazione sorprendente del processo conoscitivo.

Ciò premesso, infine, pensiamo a quanto sia inadatto e scorretto l’attuale sistema educativo di stato. Massificato e diretto all’erogazione di contenuti ‘universali’ indiscriminatamente, risente pesantemente di quella visione del mondo ‘cartesiana’ e scientista ottocentesca, vera e presente matrice degli impianti statali odierni, educativi compresi.
 

Per approfondire sull’argomento:  LINK1LINK2LINK3

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