E’ già trascorso più di un mese da
quando i Russi hanno lanciato la loro operazione militare e politica in
Siria, e chiaramente non è più il tempo per le iperboli e lo sventolio
di bandiere. Passata è anche “la più attesa resa dei conti della storia
moderna”, con le voci su MiG-31, paracadutisti russi, “migliaia” di
soldati, sottomarini lanciamissili e altre stupidaggini. Contrariamente
poi a quanto scritto da alcuni, nulla di tutto ciò che è successo era
stato “coordinato con la Casa Bianca”. Quel che vorrei fare oggi è
valutare cosa sia realmente
avvenuto, e cercare di capire quali sono le opzioni russe per il
futuro. Prima di tutto un veloce riassunto di ciò che è accaduto in
realtà.
Non lo ripeterò mai abbastanza: la forza militare russa è piccola.
Certo, tutti i giorni compiono un numero impressionante di missioni
(qualcosa fra 50 e 80). Confrontiamolo però con lo sforzo
dell’aeronautica israeliana durante la guerra contro Hezbollah del 2006,
quando facevano 400 (quattrocento) sortite al giorno. A questo
aggiungete il massiccio sbarramento di artiglieria israeliano e anche
gli attacchi della loro marina da guerra. Infine ricordiamo che Israele
non stava combattendo contro tutte le forze degli Hezbollah, ma solo
contro quelle di secondo livello dislocate a sud del fiume Litani, in
totale meno di 1000 uomini (gli Hezbollah tenevano le loro truppe
migliori a nord del fiume Litani).
Confrontiamo le due operazioni
Israele nel 2006 (33 giorni) | Russia nel 2015 (40 giorni a tutt’oggi) | |
Missioni giornaliere (media) | 400 | 70 |
Entità delle forze nemiche | 1’000 (stimata) | 200’000 (stimata) |
Supporto di artiglieria | massivo | nessuno |
Supporto navale | continuo | molto limitato |
Fanteria e corazzati | fino a 30’000 | piccola forza difensiva |
Distanza dai propri confini | zero | oltre 1000 km |
Perdite in combattimento | 121 morti, 1244 feriti, 5 carri armati, 4 elicotteri, 1 aereo, 1 imbarcazione | nessuna |
Considerate che la propaganda
anglo-sionista presenta sempre l’esercito israeliano in generale, e
l’aviazione israeliana in particolare, come una specie di super-forza
militare, praticamente quasi invincibile, costituita da eroi
super-addestrati che sono il meglio del meglio. Un’occhiata alla tabella
sopra vi dice subito chi in realtà siano i veri super-eroi.
Quello che però voglio fare non è ridicolizzare gli Israeliani, ma sottolineare l’enorme differenza fra le dimensioni delle due forze e porre una semplice domanda: se un’imponente forza militare israeliana non è riuscita a debellare 1000 combattenti Hezbollah di 2° livello, che cosa può realmente ottenere il piccolo contingente russo?
Questa è veramente LA domanda chiave. La risposta, poi è abbastanza ovvia: il
contingente russo non è stato assolutamente mandato in Siria per
sconfiggere il Daesh, o anche solo per cambiare il corso della guerra
civile. Il vero scopo dell’intervento russo, in termini esclusivamente militari, era molto limitato.
Prima e sopratutto, la Russia ha cercato
di fermare la corsa di Stati Uniti e Turchia verso un intervento
militare diretto. E in questo hanno avuto indubbiamente successo. Il
secondo obbiettivo era quello di fornire un limitato ma comunque
essenziale sostegno all’esercito siriano (supporto morale compreso). E
anche qui il bersaglio è stato centrato e in molti settori i Siriani
sono passati all’offensiva, anche se con lentezza. Terzo, sembra ora che
uno dei motivi dell’intervento russo fosse quello di dotare i Siriani
di un moderno sistema di difesa antiaerea, e in questo i Russi ci sono
riusciti, anche se parzialmente. Perchè dico parzialmente?
Perchè se le
attuali capacità di difesa antiaerea delle forze russe in Siria sono
adeguate a difendere lo spazio aereo siriano da un attacco limitato, non
lo sono affatto a prevenire un attacco americano che fosse fatto su
larga scala. Tutto quello che i Russi hanno fatto è stato alzare i costi
di un (eventuale) intervento degli Stati Uniti, non certo renderlo
impossibile. Cosa interessante, gli Iraniani hanno annunciato oggi di
aver (era ora!) finalizzato l’acquisto degli S-300 dalla Russia. Così facendo, la Russia non solo contribuisce alla difesa dell’Iran, ma
l’esercito russo aiuta una nazione amica a mettere in sicurezza uno
spazio aereo che un domani potrebbe diventare vitale per gli sforzi
russi.
La vera “azione” comunque non è stata
militare, ma politica: la Russia ha costretto gli Stati Uniti a
negoziare con l’Iran, e alla fine anche con la Siria, rendendo
politicamente impossibile il non farlo. Il mantra “Assad se ne deve
andare” ora non c’è più, e gli Anglo-Sionisti devono almeno far finta di
voler negoziare. Di nuovo, questa è indubbiamente una grossa vittoria
per la Russia.
Naturalmente queste sono “cattive
notizie” solo per chi, dal primo giorno, ha creduto che l’intervento
militare russo potesse “rovesciare il gioco”. Per quelli come me, che
preferiscono i fatti alle parole, niente di quello che segue è stata una
sorpresa, anzi era tutto prevedibile e predetto.
Primo, il Daesh si è adattato
rapidamente alla campagna aerea russa. La cosa che il Daesh ha capito
subito è che, indipendentemente da quanto intensi fossero i
bombardamenti russi, questi attacchi avrebbero avuto un effetto molto
limitato sull’attuale linea di contatto del fronte. Per quanto ne so,
l’unico posto dove i Russi hanno fornito un limitato supporto aereo
ravvicinato è stato nella provincia di Latakia, lungo la principale via
di comunicazione verso nord. Questo stato di cose sta ora lentamente
cambiando, dal momento che i Russi stanno gradatamente concentrandosi
anche su obbiettivi tattici. Invece di colpire centri comando, campi di
addestramento e depositi di munizioni, aumentano sempre di più il
supporto diretto all’esercito siriano impegnato nei combattimenti. Fino
alla settimana scorsa, o giù di lì, tutto quello che i Siriani avevano
per l’attacco diretto al suolo erano dei Mig-21 e Mig-23 vecchi di 30
anni. Adesso si vede che le cose incominciano a cambiare nei settori
chiave del fronte.
Secondo, invece di rimanere sulle sue
posizioni, il Daesh è passato all’offensiva in diverse parti del fronte,
costringendo così i Siriani a dispiegare truppe in questi settori e
impedendo loro il concentramento di uomini e la potenza di fuoco lungo
le direttrici preferenziali di attacco, necessarie per ottenere uno
sfondamento operativo. La carenza di uomini (la guerra civile che dura
ormai da 4 anni sta facendo pagare un prezzo terribile ai Siriani) è il
punto debole cruciale dell’esercito siriano, che il Daesh è stato pronto
a sfruttare.
“Un tempo per il coraggio e gli uomini veri” (manifesto siriano)
[Nota. Per coloro che
potrebbero essere confusi da quanto ho scritto sopra, lasciatemi
spiegare una cosa. La regola approssimativa (non assoluta, certamente)
in campo militare dice che il difensore ha un grosso vantaggio rispetto
all’attaccante e che, di conseguenza, la parte che attacca ha bisogno,
grossomodo, di un vantaggio di 3:1 rispetto a quella che sta sulla
difensiva. Ribadisco ancora che questa è un’approssimazione molto
imprecisa, perchè in situazioni particolari, come assalti in zone urbane
o montagnose, il rapporto deve essere molto più alto, 6:1 o anche di
più.
Certo, l’attaccante non deve raggiungere il rapporto di 3:1 su
tutto il fronte, è sufficiente che lo faccia solo nel settore
principale, e possibilmente in quello secondario, dell’attacco, che di
solito non è molto esteso. Di qui l’importanza di condurre dei falsi
attacchi, in modo che il difensore concentri le sue forze nei punti
sbagliati. Andando costantemente all’offensiva in diverse parti del
fronte il Daesh costringe i Siriani a inviare altrove rinforzi che
altrimenti potrebbero essere usati per l’offensiva. Questo è il motivo
per cui i Siriani non hanno attuato sfondamenti operativi, almeno fino
ad ora].
La (vera) imprevedibile cattiva notizia: il Volo 9268
Moltissimi indizi fanno apparire sempre
più probabile che il Volo Kogalymavia 9268 sia stato distrutto in volo
da una bomba. Fatto interessante, anche gli esperti egiziani, che tutti
sospettavano di voler occultare i fatti, stanno ora dicendo di essere sicuri al 90% che sia stata una bomba a causare il disastro.
I Russi non dicono molto, ma le loro azioni sono in linea con la stessa
ipotesi. Anche se dobbiamo aspettare il rapporto ufficiale per sapere
come sono andate le cose (si, ho fiducia in questo rapporto perché ci
sono troppe nazioni coinvolte, e i Russi non hanno nessuna ragione per
mentire), personalmente sono arrivato alla conclusione che la distruzione del Volo 9268 per mezzo di una bomba sia una ragionevole ipotesi di lavoro.
Credo che questa bomba possa essere stata piazzata all’interno
dell’aereo da uno o più individui, per affiliazione alla causa del Daesh
o della Fratellanza Mussulmana, o semplicemente per denaro. Sono sicuro
che in giro c’è abbondanza di complottisti in grado di fornire
spiegazioni molto più esotiche (da un programma segreto nel software
dell’aereo, a un missile israeliano, ad un’arma ad alta energia), ma io,
da buon credente nel principio del rasoio di Occam, mi attengo alla
spiegazione più semplice, almeno fino a quando non mi verranno fornite
ragioni, basate su fatti logici, per pensarla diversamente.
Anche in questo caso ci sono un sacco di
esagerazioni su cosa i Russi potrebbero fare qualora fosse provato che
sia stato il Daesh, o suoi simpatizzanti, a mettere la bomba sull’aereo.
Dal momento poi che il Daesh è in realtà una creazione dell’Impero
Anglo-Sionista, allora anche quest’ultimo dovrebbe essere ritenuto
colpevole, almeno secondo la dottrina della Responsabilità del Comando. Il Washington Post ha già deciso di rispondere in anticipo a queste ipotesi,
ridicolizzando ogni possibile (futura) dichiarazione russa od egiziana
sul possibile coinvolgimento della CIA.
Considerando poi il “rapporto
speciale” che gli Stati Uniti hanno con Arabia Saudita, Turchia, Emirati
Arabi Uniti e Qatar, ogni suggestione che queste nazioni possano essere
coinvolte, metterebbe la Russia in rotta di collisione anche con il
CENTCOM. Personalmente credo che sia più che ragionevole e perfettamente
logico dare la colpa di tutte le atrocità commesse da
al-Qaeda/ISIS/Daesh & Company all’Impero Anglo-Sionista, compresa la
guerra in Bosnia, quella in Cecenia e l’11 settembre. Arabia Saudita,
Turchia, Emirati Arabi Uniti, Qatar e Israele fanno tutti parte di
quell’”Impero della bontà” creato dal centro di potere occulto che
governa gli Stati Uniti e, anche se fra loro possono sembrare in
disaccordo, in realtà perseguono tutti gli stessi interessi.
E non ho
alcun dubbio che questo Putin lo capisca perfettamente. Il problema è
che (attualmente) la Russia è una nazione troppo debole per denunciare o
anche riconoscere pubblicamente un simile stato delle cose. Non solo
il Cremlino fa di tutto per evitare una guerra aperta con gli Stati
Uniti, ma anche un confronto senza fine politico ed economico con il
cosiddetto “Occidente” è qualcosa che la Russia, a causa della sua
relativa debolezza, sta disperatamente cercando di evitare. Non credo
perciò che la Russia farà azioni dirette contro le nazioni che
sponsorizzano e controllano il Daesh.
Alcuni osservatori hanno fatto un’altra
interessante ipotesi. Secondo loro, il vero scopo della bomba sul Volo
9268 sarebbe quello di coinvolgere la Russia in un’operazione di terra
contro il Daesh. Ancora una volta, se questo era il vero obbiettivo che
si celava dietro una tale atrocità, non credo che esso possa essere
raggiunto. Proprio come la Russia ha fatto tutto quello che poteva per
non intervenire militarmente e in modo scoperto nel Donbass, farà
nuovamente tutto il possibile per evitare operazioni terrestri in Siria
(per una discussione dettagliata sulle ragioni russe, leggete per favore
qui e qui [in inglese, NdT]).
Se il 60% dei Russi si oppone ad un intervento diretto nel Donbass, ci
sarebbe un’opposizione assai maggiore a una qualsiasi operazione
terrestre russa in Siria. Infine, come ho già scritto molte volte,
l’esercito russo (nel suo insieme) non è mai stato strutturato per
operare a più di 1000 km dai propri confini, alla Russia manca proprio
una capacità di proiezione di questo tipo.
Per quanto possa essere frustrante, la
cosa giusta da fare per la Russia è non fare nulla, o meglio, non fare
nulla di diverso da quello che ha fatto fino ad ora.
La Russia ha la possibilità di aumentare
il suo impegno militare in Siria, e in passato ho già preso in
considerazione queste opzioni. Esse comprendono l’uso di aerei a lunga
autonomia dalla Russia, o meglio, da una base iraniana. In alternativa
la Russia potrebbe decidere di costruire “Khmeimin2”, una seconda base
presso Latakia e impiegare più aerei. Potrei sbagliarmi, ma non credo
che questa sia una soluzione. Secondo me, l’esercito siriano ha un
limitato periodo di tempo in cui poter conseguire una vittoria operativa
sul Daesh, dopo di che non vedo altra possibilità che quella di un
intervento iraniano sul campo (che sarebbe di per sè un evento molto
complicato e che scatenerebbe una massiccia ondata di isteria
anti-iraniana nella parte del pianeta controllata dagli Stati Uniti).
Così rimango della speranza che al
Quartier Generale Russo abbiano capacità predittive valide come si
suppone debbano essere, e che il molto limitato ma assai efficace
intervento russo sia sufficiente per passare da un effetto quantitativo
ad uno qualitativo. Spero che la somma delle piccole vittorie tattiche
porti alla fine il Daesh ad un punto di rottura tale da permettere un
successo strategico siriano. Infine, sono felice di ammettere di aver
piena fiducia in Putin e nella superba squadra di generali che ha messo
alla testa delle forze armate russe.
In conclusione voglio dire che sono
molto fiero di ciò che i Russi stanno facendo in Siria, militarmente e
politicamente. Hanno dato prova di grandissimo coraggio e abilità, a
tutti i livelli del gioco. Penso anche che sia importante per tutti noi,
che siamo in sintonia con la Russia e la resistenza mondiale
anti-imperialista, smetterla di raffigurare questo intervento come un
“fatto compiuto”, “risolutore degli eventi”, in cui l’Orso Russo
spazzerà via tutti i terroristi e riporterà la pace in Siria. Purtroppo
siamo molto lontani da ciò.
Quello che hanno fatto i Russi è stato fornire all’ultimo minuto una soluzione temporanea, ma assolutamente vitale e molto ardita, ad una situazione molto pericolosa e sul punto di peggiorare ulteriormente.
Lo hanno fatto
sapendo bene di essere in enorme svantaggio politico, geografico e
militare, e che la loro mossa sarebbe stata estremamente rischiosa. Non
voglio dire che Putin sia contrario ad ogni rischio, ma è certamente
molto cauto; e per lui, aver autorizzato una simile operazione, deve
essere stato molto difficile. Credo che ciò che lo ha fatto decidere per
l’intervento sia stata l’opinione (corretta) che le forze russe in
Siria non stanno combattendo solo per la Siria, ma combattono prima e
sopratutto per la Russia.
Tutte le organizzazioni Wahabite/Tafkire del
pianeta hanno già dichiarato la Jihad contro la Russia, e i Russi stanno
lottando contro questi pazzoidi fin da quando Stati Uniti e Sauditi li
hanno letteralmente confederati in Afganistan (il “brillante” piano di
Brzezinski e, successivamente, di Reagan). Il popolo russo lo sa e lo
capisce, e Putin lo ha ripetuto tante di quelle volte che il messaggio
ormai è stato ricevuto in pieno.
Questo spiega perché i Russi non
cambieranno idea anche di fronte a grossi ostacoli e perché eventi come
l’attentato al Volo 9268 da parte dei fantocci degli Stati Uniti non li
distoglieranno dal loro reale obbiettivo: aiutare Siriani, Iracheni e
Iraniani a sconfiggere il Daesh.
The Saker
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