mercoledì 18 maggio 2016

Brasile: i servizi segreti degli USA dietro le turbolenze

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Senza dubbio, i servizi speciali degli Stati Uniti sono dietro la crisi in Brasile e continuano a controllare gli eventi. Prove compromettenti contro la direzione del Partito dei Lavoratori, i dirigenti della Petrobras, compagnia petrolifera statale, e circoli vicini alla Presidentessa Dilma Rousseff e all’ex-Presidente Lula da Silva sono trapelate nell’operazione per minare “un regime ostile”. Agli occhi del presidente Barack Obama e della sua amministrazione, il più grande Paese dell’America Latina è uno Stato ostile, perché ha osato attuare politiche indipendenti. 

L’obiettivo degli Stati Uniti è sottomettere la classe dirigente del Brasile e falla ballare al loro ritmo. Tale stato di cose fu predetto da numerosi presidenti latino-americani, tra cui Rafael Correa dell’Ecuador, Daniel Ortega del Nicaragua, Evo Morales della Bolivia e Tabaré Vázquez dell’Uruguay, tra gli altri. Il Presidente venezuelano Nicolas Maduro senza mezzi termini parla degli eventi in Brasile come colpo di Stato organizzato dagli Stati Uniti.

Secondo Maduro, l’attacco contro Dilma Rousseff minaccia la democrazia in Brasile, essendo diretto contro organizzazioni regionali come CELAC (la Comunità degli Stati Latinoamericani e dei Caraibi), UNASUR (Unione delle Nazioni Sudamericane), così come i movimenti pubblici e politici che proteggono gli interessi popolari. Maduro ha invitato tutti i movimenti della sinistra in America Latina di unirsi e protestare contro la campagna diffamatoria contro la Presidentessa brasiliana Dilma Rousseff. 

Il leader venezuelano ritiene che debbano agire per proteggere pace e prosperità nel continente. Le prove compromettenti (reali e fabbricate) usate contro la dirigenza brasiliana provengono dall’US National Security Agency (NSA) prima che Snowden fuggisse facendo le sue rivelazioni. L’informazione fu diffusa dai media controllati per destabilizzare la vita politica e pubblica del Paese, facilitando a Washington la nomina a posizioni chiave dei suoi agenti. 

Le cosiddette “procedure costituzionali” per far decadere Dilma Rousseff non sono altro che un camuffamento per coprire lo strisciante colpo di Stato. Obama farà di tutto per raggiungere l’obiettivo prima che scada il suo mandato, può anche inscenare una Maidan in Brasile, se necessario. Alcuni del personale dell’ambasciata degli Stati Uniti, così come nei consolati statunitensi nel Paese, sono già al lavoro per svolgere la missione assegnata.

Liliana Ayalde, l’ambasciatrice degli USA in Brasile, ha iniziato la carriera come assistente dell’Ufficio America Latina e Caraibi della Agenzia per lo Sviluppo Internazionale degli Stati Uniti (USAID) coordinando importanti programmi di assistenza allo sviluppo di Haiti, Messico e Caraibi. E’ membro del Foreign Service col rango di ministro itinerante essendo stata assegnata a Guatemala, Nicaragua, Bolivia, Colombia e Washington DC dall’USAID. Vuol dire che si coordina strettamente con la Central Intelligence Agency (CIA) e altri servizi speciali. Nel 2008 – 2011 era ambasciatrice degli Stati Uniti nella Repubblica del Paraguay preparando il rovesciamento del Presidente Fernando Lugo. 

Nel giugno 2012 il parlamento del Paraguay accusò il Presidente. Allora il Brasile protestò. Il governo brasiliano osservò che il presidente fu privato del diritto alla difesa. Secondo la costituzione, il vicepresidente del Paraguay ebbe la massima carica del Paese. Lugo definì l’impeachment un colpo di Stato inscenato contro la volontà del popolo. In linea di massima, lo stesso scenario si ha in Brasile. Andrea Bowen è il viceapomissione dell’Ambasciata degli Stati Uniti a Brasilia, conosce molto bene l’America Latina. Prima di arrivare in Brasile, Andrew è stato viceapomissione ad interim e Direttore della Sezione narcotici e ordine internazionale (INL) dell’ambasciata degli Stati Uniti a Bogotà, Colombia. I suoi incarichi precedenti includono Ecuador, Venezuela, Panama, Messico e Honduras. 

Una cinquantina di persone lavora nelle sezioni economica e politica dell’ambasciata statunitense, impiegati principalmente per le operazioni segrete della CIA. Uno di loro è Alexis Ludwig, consigliere politico coinvolto in scandali ben noti in Bolivia e Argentina. Alcuni che lavorano per i servizi speciali sono noti per le loro attività vigorose, tra cui il funzionario degli affari pubblici Abigail Dressel, l’addetto legale Steve Moore, la responsabile della gestione finanziaria Gwendolyn Llewellyn, il direttore dell’USAID Michael Eddy, e così via.
 
4928Dilma Rousseff ha dovuto dimettersi “temporaneamente”, definendo tale decisione una “farsa politica” e un “colpo di Stato”. Lasciando il palazzo presidenziale, ha definito il suo allontanamento dal potere atto di “sabotaggio” e giorno tragico per la giovane democrazia brasiliana. Rousseff ha detto che non è la sua sospensione dalla carica, ma il rispetto dei risultati delle elezioni, della volontà del popolo e della costituzione che contava.
 “Posso aver commesso errori, ma non ho mai commesso reati”, ha detto. “La peggiore cosa che può capitare ad un essere umano è essere condannato per un crimine che non ha commesso. Non c’è ingiustizia più devastante”. 
Rousseff ha reagito con tono di sfida condannando il “tradimento” di coloro che hanno sabotato il suo governo, promettendo di combattere il colpo di Stato. Il vicepresidente Michel Temer, eletto sulla scia di Rousseff nel 2014, è diventato presidente facente funzione. Se avesse concorso per la carica, non avrebbe mai ottenuto più del 2 per cento dei voti. E’ una banderuola che sa sempre dove soffia il vento. Temer è anche noto come maestro del compromesso in grado di formare coalizioni. 

Nel 1990 il suo Partito del Movimento Democratico Brasiliano (PMDB) collaborò con il Partito Socialdemocratico brasiliano dell’ex-presidente Fernando Henrique Cardoso. Nel 2003 il PMDB formò la coalizione con il Partito dei Lavoratori guidato da Lula da Silva. Temer ha formato un nuovo governo. Uno dei primi passi è stato ridurre il numero dei ministeri da 32 a 24. Non ci sono donne nel nuovo gabinetto. Non c’era tale discriminazione nel governo di Dilma Rousseff. “Fidatevi di me”, ha detto nel suo emotivo discorso inaugurale al palazzo presidenziale di Planalto. 
Fidatevi dei valori della nostra gente e della nostra capacità di recuperare l’economia”. “La mia prima parola per il popolo del Brasile è fiducia”, ha detto promettendo la salvezza nazionale. “La fiducia nei valori che formano il carattere della nostra gente, la vitalità della nostra democrazia”, ha aggiunto riconoscendo che “è urgente pacificare la nazione e unire il Brasile. È urgente creare un governo di salvezza nazionale”. 
Ha dedicato la maggior parte del suo discorso all’economia brasiliana danneggiata, promettendo di rinnovare la fiducia nel Paese dagli investitori esteri e di attrarre le aziende che potrebbero fornire posti di lavoro e sgravare il governo. Non ha parlato di politica estera. Ci si aspetta sia pro-USA. Temer è figlio di immigrati libanesi maroniti, è avvocato e presiede il Partito del Movimento Democratico Brasiliano, il più grande partito del Brasile. 

Nel 1980 fu procuratore dello Stato e due volte segretario di Stato per la sicurezza pubblica, sempre a San Paolo. Questo quando stabilì stretti legami con l’ambasciata degli Stati Uniti. È divenuto vicepresidente come compagno nella corsa presidenziale della candidata del Partito dei Lavoratori Dilma Rousseff nelle elezioni del 2010. Ma è un cavallo di Troia degli Stati Uniti nell’amministrazione. Il suo partito ha lasciato la coalizione di governo per lo scandalo Petrobras. Va aggiunto che ha evitato un’indagine su una testimonianza che l’implica nello scandalo Petrobras.

L’impeachment di Dilma Rousseff ha aperto la via alle riforme neoliberiste volte alla privatizzazione delle imprese statali. Gli Stati Uniti avranno un ruolo attivo. Coloro che sono andati al potere in Brasile sono coinvolti in scandali di corruzione, ma questa volta la loro integrità non è discussa dagli Stati Uniti.


Nil NikandrovStrategic Culture Foundation 17/05/2016

Liliana Ayalde
Liliana Ayalde

La ripubblicazione è gradita in riferimento alla rivista on-line Strategic Culture Foundation.

Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora

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