“Lo Stato di Buddha è presente in noi.
L’essenza è illuminata sin dal principio,
tuttavia è oscurata temporaneamente.”
(Tulku Urgyen Rinpoche)
Il
grande maestro buddista tibetano, Tulku Urgyen Rinpoche, diceva che
“tutti i buddha sono come mille lumi a burro in una stanza: le fiamme
sono diverse, ma la loro luce è una. Quando si realizza lo stato del
Dharmakaya, c’è una sola identità che possiede la luce di mille lumi a
burro.” Urgyen Rinpoche dice che la realizzazione non ha senso se non si
persegue la finalità di essere come una lampada che risplende con la
luce di mille lampade. Dice che in questo eone devono comparire mille
buddha perché, per essere percepito dagli esseri ordinari e anche dagli
animali, un buddha si deve manifestare come essere umano e vivere in un
corpo fatto di carne.
Gli
esseri umani vagano nel Samsara perché non sanno che la loro mente,
nella sua essenza, è uguale a quella di tutti i buddha. L’unica
differenza che esiste tra uomo ordinario e buddha è che il buddha ha
riconosciuto la sua natura fin dall’inizio, mentre l’uomo ordinario è
oscurato dall'ignoranza. Ma gli esseri senzienti soffrono di un
oscuramento che è temporaneo, perché possiamo essere condotti a
riconoscere la nostra vera natura. La differenza tra un buddha e un
essere senziente ordinario è la stessa differenza che esiste tra la
comprensione e la non-comprensione.
Comprensione
significa comprendere la propria vera natura, il proprio volto
originario, invece la mancanza di comprensione equivale al Samsara.
Questo insegnamento è molto prezioso e lo dobbiamo alla compassione del
Buddha, dice Urgyen Rinpoche. Il Buddha è un essere che si è liberato e
ha rinunciato alla condizione di maggiore evoluzione e libertà per
restare a guidare gli uomini verso il riconoscimento della loro vera
natura. Il Buddha ha dimostrato di avere conseguito il massimo grado di
realizzazione e di evoluzione perché è riuscito a sacrificare una parte
della sua beatitudine per aiutare tutti gli esseri senzienti.
Questo
fatto è una verità che riguarda l’evoluzione dell’uomo comune come di
quello che avanza verso livelli di perfezione sempre maggiori. E questo
concetto lo comprendiamo bene solo se sappiamo che il massimo grado
dell’evoluzione è quello in cui sappiamo sacrificare quello che abbiamo
già piuttosto che quello in cui sappiamo soltanto prendere dagli altri.
Steiner ci spiega meglio il concetto dicendo che l’evoluzione avviene
per mezzo di una continua trasformazione del corpo astrale in Sé
spirituale, del corpo eterico in Spirito vitale e del corpo fisico in
Uomo spirito.
La
sapienza originaria insegna che l’uomo trasforma continuamente il suo
corpo astrale in modo che quel corpo avrà una parte fatta della vecchia
sostanza astrale e l’altra parte sarà il Sé spirituale che ha iniziato a
fare il suo sviluppo. E, poco a poco, questa trasformazione continua
proseguendo di vita in vita. Tutti gli esseri ordinari sono a questo
stadio, perciò accade che la parte del corpo astrale che non abbiamo
saputo trasformare siamo costretti a lasciarlo dopo la nostra morte.
Quello
che non possiamo trasformare è quello che l’io non ha sentito come suo,
che non ha percepito come qualcosa che facesse parte di se stesso.
Quello che non ha suscitato i nostri sentimenti interiori non possiamo
tenercelo perciò, dopo la morte, dobbiamo abbandonarlo. Al momento della
morte dobbiamo lasciare tutto ciò che non è stato mai nostro, perciò
lasciamo tutto quello che non ha ricevuto un senso interiore. E questi
contenuti che vengono abbandonati diventano i “residui” ossia diventano
dei “gusci astrali” che sono lasciati e che vengono abbandonati come
relitti nel Kamaloka, cioè nel cielo delle passioni.
I
gusci astrali che vengono abbandonati, con il tempo, sono destinati a
disperdersi nell'astrale. Ma la dispersione di gusci astrali che sono
pieni di cattivi pensieri e sentimenti negativi causerà dei disturbi e
degli inquinamenti nel mondo astrale. Infatti l’uomo può riportare con
sé tutto quello che è riuscito a elaborare al suo interno perciò lascerà
sempre meno residui nel mondo astrale. E questo si capisce solo se
guardiamo al fenomeno dei residui che ci lasciamo dietro dopo la morte.
E
quando il corpo astrale viene elaborato, prende una nuova forma cioè si
forma il Sé spirituale e s'imprime sul corpo eterico che prende la
forma del corpo astrale perfezionato. E non è detto che il
perfezionamento si sia concluso perché è sufficiente che il processo si
sia avviato fino al punto che il corpo astrale abbia la forza per
imprimere la sua forma sul corpo eterico. In questo modo si deve pensare
il lavoro in cui è impegnata la creatura evoluta che ha sviluppato
completamente il Sé spirituale. Essa, nella dottrina orientale, ha
sviluppato la condizione che viene chiamata “Nirmana-kaya” perché ha
raggiunto la capacità di conservare la coscienza e la forma che ebbe in
passato.
Il
Nirmana-kaya è il corpo di perfezione perché il kaya astrale
dell'entità è così perfezionato da non lasciare residui. E il lavoro può
essere continuato e si può trasformare il corpo eterico e il corpo
fisico, ma cosa avverrà quando tutto questo sarà accaduto? Quando il
corpo eterico si trasforma arriva a contenere non solo il Sé spirituale
nel suo corpo astrale, ma avrà anche lo Spirito vitale che si sta
sviluppando lentamente nel suo corpo eterico. Allora lo Spirito vitale
avrà ricevuto la forza necessaria per imprimersi sul corpo fisico,
perciò avremo raggiunto un gradino intermedio.
E
una volta che avremo raggiunto il gradino intermedio vedremo che saremo
giunti nel punto in cui si può non lasciare indietro nulla di ciò che
vogliamo conservare. E il progresso che abbiamo raggiunto riguarda anche
il corpo eterico perché esso può conservare la forma che gli fu
impressa quando siamo diventati uno Spirito vitale. Le dottrine
orientali dicono che, per mezzo di questi fatti occulti, l’uomo diventa
sempre più il padrone del suo corpo astrale e del suo corpo eterico. Il
dominio che sapremo raggiungere su questi corpi sottili ci consentirà di
continuare a controllarli, in una qualche maniera, anche in futuro.
Chi
ha raggiunto questo livello evolutivo può disporre a suo piacere di
quel corpo eterico e di quel corpo astrale. Perciò, quando deve tornare a
incarnarsi, egli può scegliere e crearsi nuovi involucri con la
sostanza eterica e astrale che già possiede. Costui può ritornare dopo
essersi plasmato, a suo piacere, degli involucri eterici e astrali
perfetti come quelli che aveva in passato. A questo essere perfezionato
non verrà imposta una forma fisica, eterica o astrale ma egli potrà
avere la forma e tutto ciò che aveva in passato.
Una
volta che avremo raggiunto questo grado di sviluppo saremo in grado di
sacrificare qualcosa di noi stessi per darlo agli altri, perciò saremo
in grado di sacrificare il nostro corpo eterico e astrale trasferendoli
ad altri. Perciò vediamo che un’entità può dominare, donare e
sacrificare i suoi corpi allorché avrà imparato a costruire i suoi
corpi. E quando dovrà ritornare sulla Terra potrà costruirsi altri
corpi, e la perfezione che avrà raggiunto verrà trasmessa ad altre
personalità che devono svolgere una missione nel mondo.
Vediamo
allora che i corpi eterici e astrali dei grandi maestri del passato
possono intrecciarsi nelle persone di altri maestri che vennero dopo. E
comprendiamo perché si dice che le azioni dei grandi non muoiono mai e
che agiscono anche nel presente vivendo in altre persone, così che il
passato aiuta a tracciare il futuro. Nell'induismo si dice che coloro
che hanno saputo costruire un corpo, un kaya, che sa agire nel presente e
nel suo tempo, ma sanno fare qualcosa che dà i frutti in futuro ha
costruito un Dharma-kaya, ossia il Corpo che segue la legge, perché la
legge che riguarda il futuro è detta “Dharma.”
Molti
maestri dicono che anche gli Dei sono stati uomini, infatti le entità
più evolute furono ad un livello simile al nostro durante le passate
incarnazioni. L’uomo che vuole evolversi deve fare lo stesso percorso
evolutivo, perciò il primo gradino superiore al livello dell’essere
umano è quello degli Angeli che diverremo quando saremo diventati Buddha
umani. Da questo gradino si ascenderà a quello degli Arcangeli che
diverremo quando saremo diventati dei Bodhi-Sattva. E poi ascenderemo
agli Spiriti della Personalità che raggiungeremo quando saremo diventati
Dhyani-Buddha.
Ma
il punto da cui inizia a mostrarsi la capacità di sacrificarsi è
l'eccelsa gerarchia dei Troni. Questo gradino mostra lo sviluppo che
hanno raggiunto di spiriti che devono guidare interi popoli o intere
razze. Queste entità devono fare in modo di evolversi in modo tale che,
da loro, possa emanare sempre qualcosa da donare agli altri. Secondo
Steiner furono i Troni che emanarono la loro essenza durante la
creazione e che, in alcune fasi dell’evoluzione, hanno offerto il loro
Nirmana-kaya per animare alcune personalità elevate che vennero per
continuare un percorso già iniziato da altri.
Costoro
non avrebbero potuto fare la loro missione senza l’aiuto di queste
entità elevate. L'atto di sacrificarsi è tipico di entità che hanno uno
sviluppo elevato, infatti solo gli esseri evoluti sanno donarsi agli
altri. L'atto di donare se stessi equivale all'emanare verso l'esterno
che dimostra la trasformazione da creatura a Creatore. Il fenomeno
evolutivo non è altro che questo continuo ripetersi di cicli e di scale
evolutive in cui vediamo che alcuni aprono le strade e altri seguano le
loro orme. Alcuni, a volte, restano indietro perché sono incapaci di
andare più veloci, perciò ricevono un aiuto per andare avanti ma
sappiamo che, alla fine, saremo tutti esseri illuminati, liberi, elevati
e perfetti.
Buona erranza
Sharatanfonte: http://lacompagniadeglierranti.blogspot.it/2016/04/come-mille-lampade.html
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