lunedì 2 maggio 2016

Relatività del tempo e immortalità


Gli antichi testi che parlano degli Anunnaki, tra i vari aspetti, stupiscono per l'evidente e smisurata longevità della loro specie rispetto alla nostra, tanto che inizialmente gli Uomini ritenevano gli Dei, gli Anunnaki, immortali...

Certamente non è semplice, inizialmente, comprendere che la durata della vita di un essere vivente dipende, oltre che dal proprio genoma e dalle proprie caratteristiche fisiologiche, dai suoi cicli vitali, che sono legati indissolubilmente al posto in cui vive...

L'invecchiamento cellulare dipende dai su citati fattori...

Ciò che noi chiamiamo "anno" non è altro che il tempo impiegato dal nostro pianeta a compiere un'orbita intorno al Sole...

Ma questa misurazione vale solo per il nostro pianeta!

Se noi andassimo a vivere su di un altro, il nostro invecchiamento sarebbe sì regolato dal nostro DNA e dalla nostra fisiologia, ma anche dai cicli vitali di quel pianeta, risultando più lento o più veloce a seconda della sua orbita più o meno lunga (rispetto alla nostra) intorno alla stella fulcro...

Esempio: un anno (un'orbita) di Mercurio dura 88 giorni terrestri, quindi immaginate quanto sarebbe lunga la vita di un essere umano che vada a vivere lì rispetto ad un suo ipotetico abitante; ai suoi occhi appariremmo smisuratamente longevi, divini, quasi immortali!

Diverso sarebbe il discorso se avessimo un figlio che nasca su quel pianeta; i suoi cicli vitali, seppur longevi, inizierebbero un processo di adattamento a quelli di quel pianeta, col risultato che questa estrema longevità si ridurrebbe inesorabilmente col susseguirsi delle generazioni seguenti fino a diventare "normale" per quel pianeta, come è accaduto dalla prima generazione di Anunnaki nati sulla Terra in poi...

Un anno di Mercurio dura 88 giorni terrestri; un anno di Venere 244 giorni terrestri; un anno della Terra 365,25 giorni; un anno di Marte 1 anno e 322 giorni terrestri; un anno di Giove 11 anni e 315 giorni terrestri; un anno di Saturno 29 anni e 167 giorni terrestri; un anno di Urano 84 anni e 7 giorni terrestri; un anno di Nettuno 164 anni e 208 giorni terrestri; un anno di Plutone 248 anni terrestri...

Infine un anno di Nibiru, chiamato "shar", dura circa 3.600 anni terrestri...

In parole semplici, nel tempo che Nibiru impiega a compiere un'orbita, la Terra ne ha compiute 3.600 intorno al Sole...

Ogni 3.600 anni i pianeti esterni al Bracciale Martellato (la Cintura degli Asteroidi, tra Marte e Giove), quindi Giove, Saturno, Urano, Nettuno e Plutone, si allineano permettendo l'attraversamento del nostro sistema a Nibiru nella fase di perielio intorno al Sole (la "dimora vicina")...

Nibiru, "pianeta dell'attraversamento", "Signore dei Cieli", grazie alla sua forza che ne fa il regolatore delle orbite di tutti gli altri...

Nibiru non era originariamente un membro della Famiglia del Sole, ma è stato catturato dalla sua gravità agli albori della formazione del Sistema 4,3 miliardi di anni fa...

Il testo chiamato "Enuma Elish" si basa sugli studi degli Anunnaki, insegnati poi agli Uomini, e narra di come Nibiru sia stato catturato dalla gravità del Sole e si sia stabilizzato in un'orbita molto lunga ed eccentrica intorno ad esso, causando la "Battaglia celeste"...

A causa della sua traiettoria, Nibiru entrò in collisione con Tiamat, cambiandolo (a dir poco) per sempre...

Lo inseminò della vita e lo ridusse in due parti, una intera e l'altra ridotta in miliardi di frammenti...
La metà sopravvissuta è l'attuale Terra, deviata nella sua attuale orbita, l'altra metà fu distrutta in miliardi di frammenti che sono gli attuali asteroidi della Cintura...

Simili eventi catastrofici sono frequenti nell'universo, a volte di proporzioni inimmaginabili come lo scontro fra intere costellazioni o galassie, figurarsi quindi quelli "soltanto" fra pianeti agli albori della formazione di un sistema planetario intorno ad una stella...

Il nostro pianeta gira come un forsennato intorno alla sua stella rispetto ad altri, quindi i suoi cicli vitali sono molto rapidi rispetto a quelli di altri corpi celesti...

Ecco perché le nostre vite risultano miseramente brevi rispetto a quelle degli Anunnaki...

Non a caso quando diciamo "la vita è breve" sembra il solito luogo comune, mentre in realtà è una verità più concreta di quanto si pensi...

Anche l'orbita del loro pianeta ha dato loro una mano per quanto riguarda l'invecchiamento: durante "la dimora lontana", la fase invernale, lontana dal Sole, della sua lunghissima orbita, l'invecchiamento cellulare rallenta a causa della non esposizione a luce, calore e radiazioni del Sole...

Questi fattori vanno sommati anche ad un altro, quello che riguarda il loro genoma...

Gli Anunnaki lavorarono molto sul loro DNA, con processi di Telomerasi e terapie geniche, fino a migliorarlo, perfezionarlo e ottenere il massimo da esso...

Migliorarono se stessi quindi, divennero più forti fisicamente, mentalmente, godevano di una "salute di ferro" oltre che di una grande coscienza e consapevolezza di se stessi, ma soprattutto aumentarono ulteriormente la durata (già di per se lunga) della loro vita...

I Sumeri non chiamavano "Dei" gli Anunnaki (la religione è un concetto arrivato dopo), bensì "din.gir", che significa "i puri dei razzi fiammeggianti", riferendosi proprio alla loro purezza genetica, con tutto ciò che ne deriva...

Tutto questo faceva di loro dei "superuomini", degli "Dei", "immortali" e capaci di cose straordinarie agli occhi ingenui e all'intelletto inferiore della loro creatura da lavoro: il Terrestre!


fonte: https://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=459414657600472&id=279125038962769

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