Desidero portare una riflessione che possa contribuire al fare chiarezza, in modo tale da non mischiare troppo le carte, i piani e i terreni sui quali si desidera muoversi quando ci si occupa di ricerca a qualunque livello: scientifico, alternativo, spirituale, per proporre un approccio forse utile per sfoltire le stupidaggini che disturbano sia una sana "ricerca di coscienza" (spiritualità, ricerca interiore o come la si voglia chiamare) sia la stessa "scienza" quale concreto strumento di esplorazione della realtà.
Ritengo peraltro che queste due sfere
esplorative, la scienza e la coscienza, debbano senz’altro
interagire, pur rispettando le loro logiche, dinamiche e
leggi peculiari, aspirando ad una definitiva
integrazione.
Chi non è nè carne nè pesce sono quei
new-agers (che sulle fantasie della pseudo-scienza e
coscienza ci campano) e quegli scienziati frustrati in preda
ad una depressione mistica perchè abbastanza aperti per
intuire "altro" ma non abbastanza umili per cambiare logica,
e quindi certamente non equipaggiati per capire ciò che
hanno per le mani, ma pronti a trasformarsi in fanatici
religiosi (di solito riscopertisi cristiani ad
oltranza!).
Queste due categorie di illusi, quando si
trovano di fronte ai richiami della scienza o alle evidenze
di una più autentica spiritualità reagiscono in modo convulso e
contraddittorio proprio perchè vivono nella terra di mezzo
dell'illusione e della mal comprensione, cioè della
confusione.
E' proprio questa terra di mezzo che mi
piacerebbe vedere evaporata: gli angioletti, gli alieni e le
fantasie spiritual-dna-quantistiche del baraccone New-Age,
così come i novelli paladini della scienza illuminata "unica
e vera". Entrambe queste categorie di "fenomeni" sono ben
più dannosi dei preti e degli scienziati d'accademia, o del
cicap, il nostro caro comitato di "ufficialologi" che ormai abbiamo imparato a conoscere
(nel bene e nel meno bene).
Tranquilli: si sta solo cercando di fare un po' di ordine e di ristabilire una certa chiarezza nei termini, negli ambienti e nei campi della ricerca. E restituiamo nelle mani della sensibilità e della libertà individuale quei valori da troppo tempo delegati ad autorità spirituali e scientifiche che si sono fatte sempre più lontane dal sapore autentico delle cose e della vita.
Facciamo ordine, facciamo chiarezza e non
confondiamo i piani tra di loro. Lasciamo che la mistica e
la sensibilità esprimano le loro percezioni, concediamo il
giusto posto alla tradizione spirituale e alla conoscenza
magica senza tempo, così come alle scienze del nostro
tempo.
Ne beneficeremo tutti: i new-agers avranno
irrobustito i loro riferimenti, gli scienziati ortodossi non
si sentiranno attaccati perché ci si muove su un terreno
differenti, mentre gli scienziati più "audaci" avranno modo
di fruire di scenari più chiari se vorranno affacciarsi a
nuove possibilità con le giuste chiavi di lettura e senza
“buttar via il bambino con l’acqua
sporca”.
Chi vorrà fare ricerca spirituale non sarà
confuso dagli anatemi e dalle necessità scientifiche (che se
mai costituiranno un valido sostegno), e chi vorrà occuparsi
di scienza illuminata potrà farlo senza sentirsi
(giustamente) offeso dai vaneggiamenti dei tuttologi della
moderna New-Age, per rifarsi eventualmente ad una Gnosi
autentica come possibile chiave di lettura anche dei
fenomeni più controversi (mi riferisco, ad esempio,
all'ufologia).
Tutto questo nell'attesa di un rinnovato
paradigma e del recupero di quella bella immagine classica e
rinascimentale dell'Uomo Completo, figura ideale che abbiamo
smarrito tra le strettoie del positivismo (del resto serviva
anche quello per ripigliarsi dai dogmi
ecclesiastici!).
Carlo Dorofatti

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