I media mainstream sono
tacitamente uniti nella lotta contro la Verità e contro la corretta
informazione.
Tutti i giornali, i quotidiani nazionali ed i canali televisivi stanno eseguendo
piroette e tuffi carpiati per attaccare, denigrare e distruggere tutto quello
che esce dalla visione ufficialmente riconosciuta.
Il paradigma non si discute!
L’equazione è sempre la solita: più le persone si risvegliano dall’offuscamento
e dal torpore cerebrali e più il Sistema attacca! E’ una legge matematica.
Se genitori consapevoli
decidono di non inoculare nel corpo del proprio figlio sostanze tossiche e
velenose come i vaccini, vengono tacciati di essere irresponsabili e
incoscienti.
Se qualcuno decide di non seguire i dettami di una medicina fallimentare
totalmente fagocitata da un’Industria farmaceutica avida e affamata di soldi,
viene sistematicamente terrorizzato e trattato da idiota.
Se dei Medici in Scienza e Coscienza seguono le volontà dei propri assistiti
(sia nell’ambito vaccinale che oncologico), subiscono pressioni, attacchi,
vengono indagati e anche radiati dal sindacato della casta dei camici bianchi:
il tristemente noto Ordine. Tale organizzazione infatti ha lo scopo di mantenere
l’ordine delle cose.
Se infine accade che una persona intraprende un percorso diverso dai canonici,
santissimi e intoccabili protocolli oncologici e per caso muore, apriti Cielo,
arrivano a sbeffeggiarla perfino nella tomba. D’altronde non c’è rispetto nella
vita figuriamoci nella morte.
Sorge a questo punto una
domanda: come mai il Sistema ha messo in moto la macchina bellica
propagandistica, rispolverando i tribunali della santa inquisizione (dalla
tunica nera si è passati al camice bianco) per instaurare una vergognosa caccia
alle streghe?
Perché un tale accanimento mediatico, scientifico e politico?
Cosa c’è sotto? Qui Prodest? A chi giova questa situazione?
Possiamo veramente credere che i giornali nazionali e le trasmissioni televisive
demenzialmente offensive per le intelligenze e le coscienze umane stiano
lavorando per il bene comune?
Siamo proprio sicuri che agli azionisti dei media mainstream (carta stampata e tivù) e a quelli delle industrie chimiche-farmaceutiche stia a cuore la salute delle persone?
Oppure c’è dell’altro?…
Cancro & PIL
L’epidemiologo
ed esperto di tumori Franco Berrino in una recente intervista ha detto una cosa
molto interessante: “Se noi ci ammaliamo, aumenta il PIL, c’è crescita,
diminuisce lo spread. La sanità è la più grande industria italiana, non c’è un
interesse economico nei confronti della prevenzione. Si tratta di una
commistione di ignoranza, di stupidità e di interessi”.
La malattia fa guadagnare moltissimo mentre la prevenzione e la salute no!
Il cancro e tutte le cure ufficiali forniteci dell’Industria fanno crescere il
PIL e quindi i fatturati delle industrie.
Solo le prime dieci
corporation della chimica e farmaceutica (quell’entità che va sotto il nome di
Big Pharma) fagocitano dalla società ogni anno oltre 361 miliardi di euro.
1° Pfizer: fatturato 57,7 miliardi di dollari
2° Novartis: fatturato 54 miliardi
3° Merck: fatturato 41,3 miliardi
4° Sanofi: fatturato 37 miliardi
5° Roche: fatturato 34,9 miliardi
6° GlaxoSmithKline: fatturato 34,4 miliardi
7° AstraZeneca: fatturato 33,6 miliardi
8° Johnson&Johnson: fatturato 24,4 miliardi
9° Abbott: fatturato 22,4 miliardi
10° Eli Lilly: fatturato 21,9 miliardi.
Nonostante le crisi
economiche i loro fatturati aumentano sempre. La malattia rappresenta il
business per eccellenza e non esiste inflazione, deflazione e/o stagnazione che
possa intaccarlo.
Le prime 50 aziende farmaceutiche fatturano oltre 600 miliardi di euro ogni anno. Con così tanti soldi il potere di far pressione sul mondo politico, scientifico e accademico è indiscutibile e fuori da ogni discussione.
Il cancro rappresenta oggettivamente una delle maggiori spese per un qualsiasi Sistema sanitario nazionale e per questo uno dei pilastri fondamentali per le industrie.
Più ci ammaliamo, più la sanità spende e più le lobbies guadagnano!
Il cancro in numeri nel
2016
Secondo
l’AIRTUM, l’Associazione Italiana Registri Tumori, nel 2016 verranno
diagnosticati oltre 365.000 nuovi casi di tumore maligno[1]
(190.000 uomini e 175.000 donne) ad eccezione dei carcinomi della cute.[2]
“Ogni giorno oltre 1000 persone ricevono una nuova diagnosi di tumore maligno-infiltrante”.
Secondo i dati dell’Istituto nazionale di statistica (ISTAT) per il 2013 (ultimo
anno al momento disponibile) i decessi sono stati poco più di 176.000. Sembra
quindi che la sopravvivenza media si attesti attorno al 50% circa (365.000 nuove
diagnosi ma ne muoiono 176.000).
Ma la realtà è assai diversa e molto più triste.
Mortalità per cancro
nel 2016
L’Associazione
Italiana Registri Tumori nell’ultimo documento “I numeri del cancro in Italia,
2016” descrive la “prevalenza” e cioè il numero di persone ancora vive dopo una
diagnosi di neoplasia.
Tale numero ovviamente dipende dalla frequenza della malattia (incidenza), dal
tipo di cancro e dalla prognosi (sopravvivenza).
Nel 2010 il numero di persone vive dopo una diagnosi di cancro era di 2.587.347.
Quelle con una diagnosi di tumore da oltre 5 anni erano il 60% del totale dei
pazienti prevalenti nel 2010, pari 1.543.531. Erano invece 918.439 (il 35% del
totale) i pazienti la cui diagnosi risaliva a oltre 10 anni.
Questi dati sono molto interessanti perché ci dicono che le persone ancora vive
a 10 anni dalla diagnosi sono solamente il 35% del totale, quindi se la
matematica non è una opinione la mortalità media per cancro è del 65%.
Attenzione perché si tratta di medie statistiche che interessano vari tipi di
tumori tra cui quello ai testicoli (che ha di per sé una guarigione altissima
pari al 94%) o quello alla tiroide (la cui guarigione si attesta al 76% anche
perché la maggior parte sono sovradiagnosi, ecc.).
Quindi il 35% di sopravvivenza è un valore apparente e del tutto sovrastimato
perché nel conteggio totale ci sono tumori che sono guaribilissimi.
Nei registri dei tumori quando una persona viva dopo una diagnosi di tumore non
mostra eccessi rilevanti di mortalità rispetto al resto della popolazione si
definisce “già guarita”.
E qui viene il bello.
Nel 2010 erano 704.648 le
persone “già guarite”, pari al 27% di tutti i prevalenti.
Tradotto significa che mediamente solo il 27% delle persone ammalate di cancro
sono considerate realmente guarite!
Se è solo il 27% del totale che si può considerare guarito, cosa è accaduto al
rimanente 73%?
Nelle
donne che hanno avuto una
diagnosi di tumore della mammella l’eccesso di mortalità rispetto alla
popolazione generale diventa trascurabile solo dopo circa 20 anni dalla
diagnosi. Quindi una donna che ha avuto un tumore al seno può considerarsi
guarita solo dopo due decadi...
Gli oncologi stimano che solo il 16% delle donne vive dopo un tumore della
mammella si possono considerare guarite.[3]
E il restante 84%?
Non sono esattamente i dati di mortalità e sopravvivenza che gli esperti ci
vengono a raccontare in televisione.
Noi, il gregge disorientato, dobbiamo rimanere ignoranti perché è vietatissimo
mettere in discussione il paradigma. Non dobbiamo sapere che oggi si muore
sempre di più per il cancro o per le cure ufficiali…
Cosa questa risaputa da parecchio tempo per gli addetti ai lavori.
Una delle riviste di
oncologia più prestigiose al mondo, il “Clinical Oncology”, nel dicembre 2004 ha
pubblicato uno studio dal titolo:
“Contributo della chemioterapia citotossica alla sopravvivenza a 5 anni”
Si tratta del più imponente studio osservazionale della durata di ben 14 anni su
227.874 pazienti (72.903 australiani e 154.971 americani) sui 22 tipi di tumori
più diffusi.
Quando i dati erano incerti gli autori hanno deliberatamente stimato in eccesso i benefici della chemioterapia.
Lo studio ha concluso che il contributo della chemioterapia alla sopravvivenza a
5 anni è in Australia del 2,3% e negli Stati Uniti del 2,1%.
“Molti medici continuano a pensare ottimisticamente che la chemioterapia citotossica possa aumentare significativamente la sopravvivenza dal cancro”, scrivono nell’introduzione gli autori.
“In realtà - continua il professor Grame Morgan - malgrado l’uso di nuove e costosissime combinazioni di cocktails chimici… non c’è stato alcun beneficio nell’uso di nuovi protocolli”.
Ma se la chemioterapia citotossica contribuisce nella sopravvivenza a 5 anni per
un misero 2%, cos’è accaduto al rimanente 98% dei pazienti? Sono morti? E se sì
di chi è la colpa: del cancro o della cura?
Si è liberi di pensare che Big Pharma stia lavorando alacremente per sconfiggere
il cancro ma così facendo si è lontanissimi dalla realtà.
Ecco la previsione futura:
“Non più morte, non più
sofferenza a causa del cancro entro dieci anni.
Ora siamo sicuri che entro il 2015 il cancro diventerà una malattia cronica”
Andrew Von Eschenbach
Ora siamo sicuri che entro il 2015 il cancro diventerà una malattia cronica”
Andrew Von Eschenbach
Questa affermazione del
dottor Andrew von Eschenbach è inquietante perché a parlare è il Direttore del
National Cancer Institute, l’istituto nazionale che si occupa di cancro
negli Stati Uniti, e significa inoltre che a certi livelli non si vuole curare
il cancro, ma trasformarlo in una condizione cronica per poterla “mantenere” e
“curare” nel tempo, possibilmente fino alla morte.
Decine o centinaia di milioni di persone che per tutta la vita faranno cure chemioterapiche “preventive” e/o di “mantenimento” aprono un mercato faraonico unico per le multinazionali farmaceutiche.
Vaccini & PIL
Sta accadendo
il medesimo risveglio anche nell’ambito vaccinale. Sempre più persone
consapevoli infatti stanno obiettando le vaccinazioni pediatriche di massa.
Esattamente come per il cancro questo sta creando un danno economico notevole alle industrie che sono corse immediatamente ai ripari. I media a livello nazionale e locale si stanno sbizzarrendo con articoli-denuncia contro tutti quei medici che fanno ostruzione. E la spada di Damocle (la radiazione) si alza sempre di più sopra la testa dei medici.
Eppure i dati e l’esperienza clinica lo confermano ogni giorno: un bambino allattato al seno della mamma è più sano di un bambino tirato su con latte formulato e un bambino non vaccinato è più sano di uno vaccinato.
Qualunque pediatra onesto intellettualmente e soprattutto umile (cosa sempre più rara), quindi non schiavo del Sistema e dei propri condizionamenti culturali e accademici lo può confermare.
D’altronde non è così
strano pensare che i vaccini inoculati in esseri umani (in cui il sistema
immunitario non è formato ed è immaturo), contenendo virus, frammenti di DNA
fetale (i virus vengono coltivati su linee cellulari di feti umani abortiti) e
svariati adiuvanti tossici tra cui l’idrossido di alluminio (metallo pesante) e
la pericolosa formaldeide (dichiarato cancerogeno), possano in qualche maniera
danneggiare l’organismo scatenando squilibri immunitari (allergie, dermatosi,
ecc.) e patologie molto gravi (diabete di tipo-1, autismo, ecc.).
Ma per la casta dei camici bianchi questo problema non esiste: i vaccini sono i farmaci più testati e sicuri che esistano in commercio.
Esatto: testati su milioni di poveri e innocenti animali e certamente sicuri (grazie all’obbligo) per le casse delle case farmaceutiche. Eppure l’articolo 32 della Costituzione sancisce che “Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario”…
Il Sistema fa quindi la voce grossa non perché la salute dei bambini interessi a qualcuno, tantomeno alle lobbies, ma perché il business vaccinale non si tocca, e dall’altro i vaccini andando a squilibrare il sistema immunitario in un momento delicatissimo di sviluppo potrebbero predisporre il bambino a patologie future…
Se un’azienda guadagna vendendo droghe e farmaci, produrre un vaccino in grado di rendere le persone sane ha senso secondo voi?
Vaccini e
il Global Health Security Agenda
Un altro
ottimo motivo per cui i vaccini non si devono toccare arriva da Washington.
Secondo un comunicato stampa del 2014 dell’AIFA, l’Agenzia Italiana del Farmaco, l’Italia nei prossimi cinque anni guiderà le strategie e le campagne vaccinali nel mondo intero. Avete letto bene?
È quanto deciso al Global Health Security Agenda (GHSA), l’Agenda per la Sicurezza sanitaria globale nata nel febbraio 2014, incontro svoltosi venerdì scorso alla Casa Bianca. Il nostro paese, rappresentato dal Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, e dal Presidente dell’AIFA prof. Sergio Pecorelli, ha ricevuto l’incarico dal Summit di 40 Paesi cui è intervenuto anche il Presidente USA Barack Obama.
“Dobbiamo intensificare - dichiara Pecorelli - le campagne informative in Europa, dove sono in crescita fenomeni anti vaccinazioni.
Quindi tutte le persone che stanno prendendo coscienza sui rischi vaccinali sono
dei “fenomeni anti vaccinazioni”.
La ministra Lorenzin (con portafoglio ma senza laurea) dice che:
“il tema dei vaccini sarà una delle priorità durante il semestre italiano di Presidenza Europea. Se vogliamo evitare il collasso dei sistemi sanitari del Vecchio Continente dobbiamo rafforzare i processi di vaccinazione verso TUTTE le persone che vivono in Europa”.
La ministra non ha ben compreso, o fa finta di non comprendere, come funziona
realmente il Sistema.
Se vogliamo veramente evitare il collasso di tutti i sistemi sanitari nazionali non solo non si devono comprare i vaccini ma ci si deve pure smarcare dai tentacoli di Big Pharma…
I costi abnormi delle cure farmaceutiche (in primis il cancro) stanno facendo affossare le economie dei paesi.
Codice europeo sulla
trasparenza
Dal 30 giugno 2016 circa 200 aziende farmaceutiche hanno iniziato a “svelare” i loro rapporti economici con medici, organizzazioni sanitarie, società scientifiche, strutture sanitarie pubbliche e private, università, associazioni dei malati e privati.
Si chiama Codice europeo sulla trasparenza, detto anche Disclosure Code.
L’Italia si è adeguata a tale codice di trasparenza della Federazione Europea delle Industrie Farmaceutiche [EFPIA], che prevede la pubblicazione online, sui siti web delle singole aziende aderenti a Farmindustria, delle somme elargite ai medici per partecipare a corsi di formazione e aggiornamento, partecipazioni a congressi, ma anche consulenze, progetti di ricerca e promozione vendite.
Al momento il 70% dei
medici hanno dato il proprio consenso alla pubblicazione dei dati, quindi rimane
un 30% nascosto alla vista per motivi di privacy. Si tratta ovviamente dei pezzi
grossi della medicina e delle istituzioni che prendono più quattrini dalle
industrie.
Tuttavia quasi in contemporanea con questo provvedimento, molte aziende aderenti a Farmindustria hanno deciso di sospendere da quest’anno i pagamenti ad operatori sanitari che parlano di farmaci o vaccini a soggetti che possano prescriverli o influenzarne la prescrizione.
Hanno quindi trovato il modo di nascondere al mondo i loro nomi…
I soldi elargiti dalle ricchissime società farmaceutiche sono tanti.
Tra i primi a pubblicare
online nomi e importi ricevuti, la Amgen dichiara il 90% di adesioni tra
i medici e un totale di 5,9 milioni di euro per ricerca e sviluppo [ovvero studi
clinici, non clinici osservazionali], 1,8 milioni per consulenze ad operatori
sanitari e 5,2 milioni destinati alla formazione.
Per la Menarini l’adesione è stata del 73% dei medici, 33 i milioni investiti in ricerca e sviluppo e 8,7 milioni di euro per la formazione e 860.000 per le consulenze.
Adesioni al 90% per Sanofi-Pasteur che investe 523.000 euro in ricerca e sviluppo, 128.000 per le consulenze e 423.000 euro per la formazione continua, mentre circa 44.000 euro per far partecipare medici a congressi. Spiccano 27.000 euro elargiti alla Società Italiana di Pediatria.
Da Pfizer Iitalia che ha avuto l’80% di adesioni, sono stati spesi 24 milioni, di cui 5 milioni in ricerca e sviluppo e 1,2 milioni in consulenze.
Da Novartis sono stati spesi 19 milioni di euro.
La Glaxo Smith-Kline ha investito sui medici italiani e sulle organizzazioni sanitarie italiane ben oltre 11 milioni di euro. Di questi solo 5.009.147,63 sono andate nella ricerca e nello sviluppo con il rimanente 54,61% investito in altre attività che non avevano nulla a che fare con la ricerca.
Solo la GSK, a vario titolo ha versato ad alcuni componenti del Teamvaxitalia 5.000 euro e al sito Vaccinarsi.org qualcosa come 24.000 euro.
In sostanza, sono state
elargite briciole e noccioline in compenso a quanto finanziato dal Ministero
della Salute [495.000 euro di soldi pubblici a partire da gennaio 2017] per
posizionare il sito Vaccinarsi.org in alto fra i motori di ricerca, in modo che
diventi più visibile, e monitorare la rete perché la crescente sfiducia nelle
vaccinazioni genera molto timore in taluni venditori di malattia.
Anche alla Federazione Italiana dei Medici Pediatri, una sorta di holding mezzo sindacale e mezzo commerciale, sono stati elargiti più di 56.000 euro.[4]
Quindi le lobbies ogni
anno destinano svariati milioni di euro a medici, istituzioni sanitarie,
associazioni di familiari e a tutti coloro che possono tornare utili a spacciare
i loro farmaci.
Conclusione
I vaccini non
si toccano, nonostante i bambini danneggiati crescono sempre più.
I protocolli oncologici non si toccano, nonostante le persone continuino a
morire.
Non è così strano quindi venire a sapere che gli opinion leaders, i testimonial prezzolati che in tivù o nelle interviste difendono con ogni mezzo le cure ufficiali per il cancro e naturalmente i vaccini, figurano spessissimo tra i nomi dei collaboratori e consulenti stipendiati delle lobbies...
Può essere onesto e soprattutto credibile un medico che difende i vaccini e/o la chemioterapia per poi farsi pagare profumatamente delle consulenze o dei corsi di formazione (viaggi in paradisi esotici camuffati da aggiornamenti professionali) da quelle stesse società che producono vaccini o chemioterapici?
La situazione è così
allarmante per l’establishment che a Roma il Presidente dell’Istituto Superiore
di Sanità, il medico ed ex attore Walter Ricciardi, assieme alla Federazione
Nazionale della Stampa Italiana ha organizzato per mercoledì 12 ottobre 2016 un
corso intitolato: “Vaccini e Vaccinazioni il ruolo dei media nella tutela
della salute pubblica”.
Una piccola nota informativa sul Walter Ricciardi va fatta. Il professore che dirige il ISS oltre ad essere membro di numerosi panel è stato il responsabile scientifico del Primo Libro Bianco sull’Health Technology Assessment in Italia e del progetto ViHTA (Valore in Health Technology Assessment), iniziative finanziate da GlaxoSmithKline. Da giugno 2013 è membro del Comitato Scientifico della Fondazione Lilly. La Eli Lilly, una delle multinazionali più attive a livello mondiale nella produzione di vaccini e la creatrice del tristemente noto conservante Thimerosal (a base di mercurio) contenuto fino a poco tempo fa in numerosi vaccini....
Il corso fatto passare per un vademecum dedicato ai giornalisti che si occupano di salute nasconde invece un vero e proprio indottrinamento. Per il Sistema infatti è fondamentale mantenere il controllo globale delle informazioni che circolano.
Per quale motivo si è
arrivati a dover organizzare un corso gratuito per giornalisti? I giornalisti
non dovrebbero essere liberi di scrivere e soprattutto scevri da interessi di
qualunque tipo? Non dovrebbero essere il cane da guardia della politica ma anche
dei grossi poteri e interessi economici?
Ovviamente no, e il Sistema vacilla e fa acqua da tutte le parti.
Alla fine nonostante tutto l’accanimento mediatico, gli attacchi personali, le accuse, i decreti, le leggi, le radiazioni, gli indottrinamenti dei giornalisti, le coscienze si stanno inesorabilmente svegliando per cui la fine dell’attuale paradigma è segnata.
Tale processo evolutivo è inarrestabile e tutto il vecchio, assieme alle cariatidi aggrappate alle pareti come le cozze sugli scogli, verranno spazzati via dal nuovo che si sta affacciando…
Un nuovo dove al centro di tutto c’è l’Uomo, la sacralità della Vita umana e non
gli interessi economici di poche e diaboliche aziende…
Marcello Pamio
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