mercoledì 12 ottobre 2016

Il ritorno della superpotenza Russia

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Il Ministero della Difesa della Federazione Russa ha dichiarato di valutare il ritorno di basi militari russe a Cuba e Vietnam. A giudicare da ciò, le informazioni sono trapelate al pubblico, per caso, mentre i funzionari preferiscono o rimanere in silenzio o rispondere evasivamente alle domande dei giornalisti. Tuttavia, Tsargrad è riuscita a chiarire in quali Paesi la Russia potrebbe tornare nel prossimo futuro. 

Questo compito è prima di tutto dei nostri militari e non è questione semplicemente di aumentare il numero dei truppe all’estero, ma anche, per esempio, di provvedere ai voli a lungo raggio, garantire il supporto logistico alla Marina e creare efficaci centri di raccolta delle informazioni. Con questo obiettivo, per esempio, i punti di rifornimento dovranno essere organizzati all’equatore. Ma tutto a suo tempo.

Vietnam
crb-c-130-ramp-jsDurante la guerra del Vietnam, la base di Cam Ranh apparteneva agli Stati Uniti avendo grandi porto e aeroporto. La Russia iniziò ad usarla nel 1979, quando l’URSS firmò l’accordo corrispondente con il Vietnam per 25 anni. In questo periodo, Cam Ranh divenne la maggiore base militare dell’URSS all’estero e ospitava in modo permanente parte della Flotta del Pacifico, con aerei, navi e sottomarini. La base fu affittata gratuitamente fino al 1991. Nei primi anni 2000 l’accordo non fu rinnovato, dato che l’uso di molte basi militari all’estero era ritenuto inefficace e la manutenzione non necessaria. Uno dei maggiori ruppi di pressione di tale idea fu quello dell’allora Ministro degli Esteri russo Igor Ivanov. La Russia ebbe colloqui sul ritorno a Cam Ranh nel 2010. 

Poi, i piani non riguardavano una base militare, ma un punto logistico per la Marina russa. Il processo fu bloccato finché le dirigenze dei due Paesi s’incontrarono ai vertici. Nel 2013, i Presidenti di Russia e Vietnam firmarono l’accordo per creare una base per riparazione e manutenzione della navi da guerra russe. Un anno dopo, il Vietnam approvò una procedura semplificata per l’ingresso delle navi russe nella baia di Ranh Cam e l’aeroporto locale iniziò la manutenzione dei nostri aerei. Nel 2016 si ebbero informazioni da varie fonti secondo cui l’esercito russo era pronto al pieno ritorno in Vietnam. La leadership della Repubblica dichiarò di non essere contraria al ristabilimento di una base militare, perché Hanoi vede Mosca come partner prioritario. Il ritorno delle forze russe nella base di Cam Ranh e la manutenzione annuale costeranno circa 300 milioni di dollari.

Cuba
La situazione con Cuba s’è sviluppata in modo simile. Prima del crollo dell’URSS l’uso delle nostre basi militari sull’isola era libero. Negli anni post-sovietici, la Russia pagò centinaia di milioni di dollari per il mantenimento della base di Lourdes, del porto di Cienfuegos, delle basi militari di Marocco e Guanabo, e di un contingente di specialisti. Ma ne era valsa la pena, dato che i due terzi dell’intelligence sugli Stati Uniti proveniva dalla base di Lourdes, e non solo militare ma anche, ad esempio, registrazioni telefoniche. Tali opportunità erano offerte dalla posizione strategica della base, a 250 km dagli Stati Uniti. Nel 2001 la Russia abbandonò la presenza a Cuba a causa, si crede, della pressione degli Stati Uniti, ma ufficialmente per i costi elevati. Ma il territorio ex-militare e del centro di intelligence elettronica non sono stati abbandonati. L’Istituto d’Informazione Tecnologica di Cuba si trova a Lourdes e truppe cubane a Guanabo e Marocco. 

La Russia ha già provato a ritornare al precedente livello di cooperazione. Ad esempio, le forze aeree russe possono utilizzare gli aeroporti cubani e nel 2014 vi furono colloqui per ripristinare la nostra presenza a Lourdes. Anche se le fonti ufficiali continuano a negare questa informazione, una prova indiretta dice altro. Circoli militari attendono l’ampio ritorno in questa base proprio sotto il naso degli Stati Uniti. Il caporedattore della rivista Difesa Nazionale ed esperto di questioni militari Igor Korotchenko, ritiene che 
il ritorno della Russia a Cuba e la ripresa dell’intelligence elettronica siano importanti per garantire la nostra sicurezza nel mondo, dove la principale minaccia alla Russia sono gli Stati Uniti“. 
Korotchenko è convinto che abbiamo bisogno del centro d’intelligence elettronica di Lourdes e che un accordo su ciò debba essere concluso subito per 99 anni.

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Siria
L'”officina galleggiante” a Tartus, Latakia, era ultima roccaforte della Russia all’estero. Prima dell’inizio del conflitto siriano era utilizzata dalle nostre navi nel Mar Mediterraneo per i rifornimenti di carburante o riparazioni svolte da poche persone. Nel 2010-2012, la base fu ampiamente modernizzata, dopo di che il punto logistico divenne una base navale. Oggi, 2000 specialisti sono impiegati a Tartus e portaerei possono stazionarvi. Questa base è indispensabile nel caso della ripresa della presenza navale russa nel Mar Mediterraneo. E non sembra così lontano. Un altro avamposto delle truppe russe nel Mar Mediterraneo è la base aerea di Humaymim. I compiti di questa base comprendono non solo alloggio e sostegno dei nostri aerei in Siria, ma anche mantenimento dell’equilibrio di forze contro la NATO nella regione. Ora, informazioni non ufficiali indicano diverse basi militari russe da costruire in Siria, in particolare di basi aeree nella zona di Shayrat, a sud-est di Homs, e vicino la città di Qamishli, al confine con Turchia ed Iraq. Vi sono anche diversi rapporti sullo schieramento di unità militari russe in almeno due quartieri di Lataqia.

Yemen
Le basi di Aden e Socotra furono tra le più importanti per l’URSS. I nostri aerei potrebbero teoricamente raggiungere la base statunitense di Diego Garcia da questi punti. Dopo la partenza delle truppe sovietiche dalla Somalia, lo Yemen divenne una base per la nostra flotta e un perno delle comunicazioni della Russia su Mar Rosso e Corno d’Africa. Ora negoziamo con cautela la creazione di un punto logistico nello Yemen. Abdullah Salah, l’ex-presidente del Paese e principale alleato militare yemenita di Ansarullah che controlla il nord del Paese e la capitale Sana, ha fatto una dichiarazione su questo. Ansarullah e truppe fedeli al presidente Salah resistono efficacemente all’invasione dai Paesi del Golfo Persico guidati dall’Arabia Saudita, e sono pronti a fornire alla Russia basi strategiche in cambio di sostegno. Sarebbe miope per la Russia rifiutare un’offerta tanto generosa, restaurando il controllo russo sul traffico marittimo nel Mar Rosso, Golfo Persico, Aden e altre rotte cruciali nella regione.

Filippine
Queste isole erano fino a poco prima un affidabile partner militare e satellite degli Stati Uniti. Già nel 1951, Stati Uniti e Filippine firmarono un accordo di mutua difesa. Durante la guerra fredda, le isole furono letteralmente coperte da una rete di basi militari statunitensi. Infatti, un recente rapporto del centro di analisi del Pentagono, la RAND, considerava un attacco alle Filippine ragione per istigare un’ipotetica guerra tra Cina e Stati Uniti. Cina e Filippine hanno dispute territoriali sull’arcipelago delle Spratly nel Mar Cinese Meridionale, scambiandosi periodicamente dichiarazioni di rabbia e bandiere cinesi vengono spesso bruciate nella capitale delle Filippine. Ma tutto ciò è cambiato 6 mesi fa, con l’ascesa del nuovo presidente Rodrigo Duterte. 

Nel corso della sua ancora giovane presidenza, il presidente è arrivato a chiamare il presidente degli Stati Uniti Barack Obama figlio di puttana e a voler sparare agli spacciatori. Duterte sostiene che il punto di non ritorno nei rapporti con gli Stati Uniti è già stato attraversato e che vede Russia e Cina nuovi partner. Il Ministero della Difesa delle Filippine dichiarava di non aver bisogno del sostegno militare e logistico degli Stati Uniti. Le basi militari statunitensi nelle Filippine già vengono chiuse ed è probabile che i funzionari degli Stati Uniti siano presto messi alla porta. Per compensare le perdite degli affitti, le Filippine dovranno trovare un nuovo partner. Se i rapporti con la Cina rimangono tesi, più probabilità di poter sostituire gli Stati Uniti avrà la Russia.

Somalia
berbera-port-2Un’altra eredità del periodo sovietico è la base aeronavale di Berbera in Somalia che permise alla Russia di controllare Golfo di Aden, Mar Rosso e Corno d’Africa. Questa base aerea dalla pista più lunga dell’Africa e un porto dalle acque profonde fu costruita appositamente per i nostri militari. La base inoltre aveva un importante centro di comunicazione ed intelligence. Abbandonammo edifici che potevano ospitare 1500 persone, e più depositi per combustibile e missili. Dopo il ritiro dell’URSS, la base fu immediatamente occupata dagli Stati Uniti. Berbera e le sue attività sono ora controllate dallo Stato autoproclamato del Somaliland, la cui pirateria è la fonte di reddito principale. Gli Emirati Arabi Uniti hanno espresso interesse a riavviare la base militare. Per la Russia, tornare nella base sarebbe estremamente utile assieme al “pacchetto” di porti comprendente Socotra. In generale, queste basi potrebbero consentire il pieno ripristino della presenza della flotta russa nella regione, completandone la rinascita globale nei vari oceani.

Libia
Poco prima della “primavera araba”, la Russia restaurò alcune basi militari in Medio Oriente. Tra di esse i centri della Marina russa in Libia. Il defunto leader della Jamahiriya, Muammar Gheddafi si offrì di ospitare una base navale russa presso Tripoli e Bengasi, nel corso di negoziati ad alto livello. Ma, ahimè, i tragici eventi del 2011 chiusero tutti i piani per la presenza militare russa in Libia. Tuttavia, se tali piani saranno realizzati, la Russia avrebbe due potenti avamposti navali, oltre alla presenza permanente nel Mediterraneo. In futuro, questo significherebbe la rinascita completa dello squadrone del Mediterraneo. Tuttavia, con l’attuale governo, o meglio, l’anarchia nella ex-Jamahiriya, ciò è impossibile. Ma dato lo stretto legame con la Russia del governo del generale Qalifa Balqasim Haftar nell’oriente del Paese, non lo si può escludere in futuro.

Altri Paesi
Altre opzioni per il dispiegamento di basi russe vengono occasionalmente sentite al telegiornale, tra cui Venezuela, Nicaragua, Iran, Serbia e altri. Tuttavia, discussioni serie potranno iniziare solo una volta che questi Paesi modificheranno la legislazione. Al momento, le basi straniere in questi Paesi sono vietate. Nel migliore dei casi, potremmo parlare di punti logistici o concessione dell’uso di aeroporti e porti all’esercito russo, come nel recente caso dell’Iran, per esempio.

Fort Russ, 10 ottobre 2016 – Tsargrad
 
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Uniformi e paracadute nuovi per le forze russe in Egitto

manar-06048040014754871805A fine ottobre, le truppe aeroportate russe della 106.ma Divisione aeroportata della Guardia che si dirigeranno in Africa per le esercitazioni antiterrorismo congiunte con l’esercito egiziano, saranno dotate di nuove uniformi e dai più avanzati paracadute militari. Le manovre “Defenders of Friendship-2016” delle truppe russe ed egiziane, insieme ad osservatori di oltre 30 Paesi, inizieranno a fine mese, e simuleranno la distruzione di gruppi terroristici in ambiente desertico, nel primo schieramento delle truppe aeroportate russe con proprie armi ed equipaggiamenti nel continente africano. La scorsa settimana, il Ministero della Difesa dichiarava che le truppe delle forze aviotrasportate russe avranno nuove uniformi, sviluppate appositamente per i climi caldi, dall’elevata capacità di termoregolazione e resistenza all’umidità. 

Il Ministero della Difesa aveva anche detto che le forze russe utilizzeranno i più recenti paracadute governabili della serie Arbalet (Balestra). I paracadutisti russi partecipando a Difensori dell’Amicizia-2016 in Egitto utilizzeranno i più avanzati paracadute per impieghi speciali Arbalet. Sarà il primo impiego in massa dei sistemi Arbalet-1 e Arbalet-2 “nel deserto del continente africano”, confermava un comunicato del Ministero. La serie di paracadute Arbalet è utilizzata dalle forze speciali e dalle unità da ricognizione delle Forze Aeroportate russe, ed è stata testata con successo nell’Artico all’inizio dell’anno, con le truppe che effettuavano sbarchi sui pack alla deriva nel Mar Glaciale Artico. 

L’Arbalet-2 è stato consegnato ai militari russi nel 2013. I paracadute sono progettati specificamente per i lanci dagli aerei da trasporto An-2, An-26, An-12 e Il-76, ed anche da appositamente attrezzati elicotteri da trasporto Mi-8; e possono reggere truppe e attrezzature del peso di 150 kg, a temperature da -35 a +35 gradi, in lanci da aeromobili che volano a 400 km/h. La speciale forma a cupola dell’Arbalet (dei paracadute principale e di riserva) è progettata per garantire un atterraggio sicuro anche alle truppe con scarsa esperienza nel paracadutismo.

Sputnik 08/10/2016

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Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora

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