“Un
giorno Buddha era seduto con intorno tutti i suoi discepoli, quando
apparve un anziano e disse: “Quanto tempo vuoi vivere? Chiedi anche un
milione di anni e ti saranno concessi!” Senza esitare il Buddha rispose:
“Otto anni.” Quando l’anziano scomparve, i suoi discepoli, delusi,
protestarono dicendo: “Maestro, perché non hai chiesto un milione di
anni? Pensa al bene che avresti potuto fare a centinaia di generazioni.”
E
Buddha ribatté con un sorriso: “Se io vivo un milione di anni, gli
uomini saranno interessati più a prolungare la propria vita che a
ottenere la sapienza.” Avete capito il significato della sua risposta?
Gli uomini sono attratti più dalla prospettiva di sopravvivere che da
quella di migliorare la qualità della propria vita. E come è vero! Ben
pochi sono coloro che investono tempo ed energie per migliorare la
qualità della propria esistenza. Potete morire senza aver vissuto.
Gli
uomini pensano di essere vivi perché respirano, mangiano, parlano,
dialogano, vanno di qui e di là. Non sono morti, è chiaro. Ma sono forse
vivi? Di fatto non sono né vivi né morti. Cosa significa in realtà
essere vivi? Significa tre cose: essere se stessi, essere ora e essere
qui. Essere vivi significa essere se stessi. Nella misura in cui si è se
stessi, si è vivi. Possiamo chiederci: “Io non sono io? Chi sarei se
non fossi io?”
Può
darsi che una persona non sia se stessa, ma una marionetta. Supponiamo
di avere un cane. Gli inseriamo nel cervello un recettore elettronico e
lo mandiamo dall’altra parte del mondo, in Cina, per esempio. E da qui
gli mandiamo dei segnali. Gli diciamo: “Mettiti in piedi!” e il cane si
alza. “Siediti!” e il cane si siede. “Accucciati!” e il cane si
accuccia.
Tutti
si meravigliano: “Cosa succede a questo cane?” Sapete cosa? Esso è
soggetto ad un controllo remoto. Questa è l’immagine appropriata per
milioni di persone. Le persone vengono a chiedermi consigli per i propri
problemi spirituali ed emotivi, e molte volte mi chiedo: “A quali voci
stanno rispondendo queste persone? A quali voci del passato?” e incontro
persone curiose, depresse, piene di preconcetti.
Einstein
ebbe a dire che è più facile disintegrare l’atomo che il preconcetto.
Gli uomini non sono se stessi; in un certo qual modo, sono controllati.
Con quale risultato? Diventano marionette; si comportano, agiscono e
provano sentimenti in maniera meccanica. Non hanno sentimenti vivi, né
un comportamento vivo, e non se ne rendono conto. Rispondono a voci di
persone, di esperienze che appartengono al passato.
Hanno
avuto alcune esperienze che li hanno segnati, che li tengono sotto
controllo. Perciò non sono liberi, non sono vivi. Ecco l’ostacolo
principale per la vita spirituale. Gesù disse: “Se volete essere miei
discepoli, dovete odiare padre e madre!” Ci si scandalizza di fronte a
queste frasi di Gesù. Cosa significano? Certo Gesù non voleva dire che
dobbiamo odiare i nostri genitori. Poveretti!
Dobbiamo
amarli come amiamo tutti gli esseri umani. Il padre e la madre dei
quali Gesù parla sono il Padre e la Madre che portiamo radicati nella
nostra mente, e che ci controllano. A queste voci mi riferisco! Da esse
dobbiamo staccarci, sganciarci. Quando smetteremo di esistere
meccanicamente, allora smetteremo di essere delle marionette. Come
potremo avere una vita spirituale se non siamo vivi?”
(Anthony De Mello,
Istruzioni di volo per aquile e polli)
Nessun commento:
Posta un commento