Grazie alla capacità di autoreplicarsi
delle linee di cellule derivate da feti abortiti, e considerata
l’esistente diminuzione di queste linee colturali nella filiera
produttiva dei vaccini, alcuni scienziati cinesi hanno sviluppato una
nuova linea di cellule derivate da feti abortiti, il cui nome è WALVAX 2, che verrà utilizzata per la produzione di vaccini a componenti virali.
Le linee cellulari esistenti, MRC-5 e WI-38, sono attualmente utilizzate per la produzione dei vaccini trivalenti MPR di tutto il mondo, e nei vaccini contro la Varicella, vaccini contro l’Epatite-A, vaccini contro l’Herpes zoster, alcuni vaccini contro la Rabbia ed ancora in alcuni vaccini contro la Poliomielite.
WALVAX 2 deriva
dal tessuto polmonare di un feto di sesso femminile, di età
gestazionale di tre mesi, che è stato scelto tra 9 campioni di feti
abortiti. Secondo uno dei primi studi pubblicati, gli scienziati hanno notato che le cellule WALVAX 2
si replicano più rapidamente rispetto alle linee cellulari già
esistenti ed utilizzate per la coltura dei virus destinati alla
produzione dei vaccini.
Di norma, le linee cellulari sono soggette al limite di Hayflick [L. Hayflick, The Limited In Vitro Lifetime of Human Diploid Cell Strains, Experimental Cell Research, Vol 37, 1964], una regola determinata dal ricercatore Leonard Hayflick, che impone un numero massimo di divisioni cellulari [circa 50] a cui possono andare incontro le cellule. Infatti, Hayflick ha
determinato che una popolazione di cellule normali si riproduce solo un
numero finito di volte prima di terminare a riprodursi.
Tuttavia, in contrasto con questa regola,
alcune cellule possono essere immortalate. Tutto questo avviene solo
quando le cellule subiscono una qualche mutazione che permette loro di
riprodursi all’infinito, come già abbiamo descritto per la cosiddetta linea cellulare HeLa.
Questa sembra essere la motivazione per cui hanno introdotto WALVAX 2 in sostituzione delle linee colturali WI-38 e MRC-5. Inoltre, l’utilizzo della una nuova linea derivata da un feto abortito, ha anche implicazioni etiche
in quanto, per decenni, le aziende farmaceutiche, e persino alcuni
studiosi di etica, hanno insistito sul fatto che gli aborti non sono
effettuati per produrre intenzionalmente delle linee cellulari destinate
alla produzione dei vaccini.
Avevano promesso che si sarebbero
fermati, ma il fatto che l’industria medica continua a uccidere i
bambini, e li usa per la fantascienza, è abbastanza straziante [vi
consigliamo la ricerca e la lettura delle denunce pubbliche di Carly Fiorina, dirigente d’azienda e politica statunitense, presidente e amministratore delegato di Hewlett-Packard dal 1999 al 2005, che sostiene altresì la libertà di scelta dei genitori in campo vaccinale].
Ma ciò che è peggio è che i metodi
utilizzati dai ricercatori stanno assumendo sempre più un aspetto
brutale. Infatti, per ottenere questa linea cellulare fetale, gli autori
dello studio hanno effettivamente interrotto la gravidanza in nove
donne – scegliendo genitori attentamente selezionati – fino a quando non
hanno trovato quello giusto. Le donne sono state messe in condizione di
effettuare un parto abbondantemente prematuro, con una tecnica chiamata
“water bagging” [versione mignon del parto in acqua] che rende
certa la nascita di feti vivi, i cui organi intatti sono stati
immediatamente inviati ai laboratori. Sì, avete letto bene – feti vivi.
Lo studio [che potete scaricare qui nella sua versione integrale] descrive questa ricerca immorale affermando che “tutte le nove madri hanno accettato di abortire i loro bambini“. Ma conoscendo la storia oscura degli aborti forzati in Cina, dove tra l’altro corruzione farmaceutica e vaccini killer la fanno da padrone, c’è più di un buon motivo per dubitare di questa dichiarazione.
Però l’implicazione maggiore risiede in un argomento che nessun organo d’informazione vuole affrontare: più le linee di cellule fetali sono autorizzate a riprodursi, più è probabile che esse diventino fortemente oncogene. In altre parole, possono provocare il cancro.
Più di una volta abbiamo sottolienato come la Dr.ssa Theresa Deisher,
dottorato di ricerca in Fisiologia Cellulare e Molecolare presso la
Stanford University, fortemente osteggiata dall’industria farmaceutica,
incolpa i frammenti di DNA fetale umano presenti nei vaccini come una delle cause d’insorgenza dell’autismo correlata alla pratica vaccinale. Allo stesso modo, la Dr.ssa Theresa Deisher incolpa i frammenti di DNA fetale umano presenti nei vaccini come una delle cause d’insorgenza di cancro infantile.
Nonostante il fatto che le aziende
farmaceutiche, e persino alcuni studiosi di etica, insistitono a
rassicurare i consumatori che gli aborti non sono effettuati per
produrre intenzionalmente delle linee cellulari destinate alla
produzione dei vaccini, non c’è assolutamente nulla per fermarli. E non
aspettatevi di ricevere una notifica personale da parte di Big Pharma qualora decidesse di iniziare ad utilizzare in modo massivo la linea WALVAX 2.
Perché l’idea stessa che i vaccini sono prodotti con cellule di DNA
estraneo, e contengono cellule di DNA proveniente da feti abortiti, non
verrà mai rivelata in alcun foglietto illustrativo né in alcun consenso informato disinformato alla vaccinazione che vi sarà rilasciato.
Il comportamento dell’industria dei
vaccini, dei Governi, dei produttori, di gran parte della classe medica,
e dei media privi di giornalismo investigativo quando si tratta di
affrontare l’argomento vaccini, è riprovevole. Le loro vocazioni sono
la manipolazione della statistica, l’inganno e la paura. Ben consapevoli
dei danni catastrofici causati dai vaccini, essi negano risolutamente
la realtà e sopprimono l’informazione, pur sapendo che è essenziale per
le decisioni di ogni genitore. Una cosciente negazione di informazioni critiche è disinformazione!
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fonte: https://autismovaccini.org/2016/10/01/vaccini-sviluppata-una-nuova-linea-di-cellule-derivate-da-feti-abortiti/
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