Avrai certamente già notato che esistono molte “analogie (curiose somiglianze)” tra fenomeni apparentemente diversi.
Di solito ti attira a livello di "divertimento (effimero)".Qualcosa che desta sempre “curiosità”, ma solo in termini di “spettacolo” e di “momento (circoscritto nel/dal tempo)”.
Ossia, sei sempre meno “impressionabile (flessibile)” e sempre più “arteriosclerotic3 (rigid3)”.Non solo; lo sei sempre “di meno ed all’opposto (ma sensatamente) di più”… nel reame giurisdizionale di una “forza”, compresente ed immanifesta, che senza ombra di dubbio “esiste (ma non c’è) e/o c’è (ma non esiste)”, in termini di presa d’atto e, dunque, di responsabilizzazione dell’accaduto (“precipitato”).
“Qua, così”, infatti, le “cose” succedono... e tu non riesci a seguirne, passo passo, l’intero “iter” che va dal “a monte” al “a valle”.Più semplicemente, ad un certo punto “appaiono (come dal ‘nulla’)”.
Non a caso, del resto, sia la scienza (deviata) che la religione, pongono alla base della “forma” sociale ed umana, considerazioni cardinali che, appunto, prendono, fissano e assumono – in quanto a “ragione fondamentale” – cause prime, che possono ad ogni effetto essere, soprattutto, considerate come una sorta di “creazione dal nulla” (Big Bang e Dio) o "invenzione (teoria)".
Un modo “scientifico, religioso (di parte)” per spiegare ciò che non viene ricordat3, nondimeno, di fissare in termini egoici (interesse) una incerta situazione, al fine di renderla… “certa (deviandola ed assumendola di/in parte)”.
Questa, al di là del “mistero dell’origine”, è la “verità”.
Quel livello della verità che ti riguarda, in termini di “malattia”, ossia, di sviluppo di stress per attrito… che nel “qua, così”, il “qua, così” genera in quanto “forza ambientale (campo, spazio) caratteristica, giurisdizionale… all’interno della quale si manifesta la carica elettrica singolare, che immediatamente – sotto all'azione di detta forza – inizia a generare una certa tensione e corrente, adatta ad alimentare proprio la forma sociale status quo, paradigma, ‘qua così’”.
Quel livello della verità che ti riguarda, in termini di “malattia”, ossia, di sviluppo di stress per attrito… che nel “qua, così”, il “qua, così” genera in quanto “forza ambientale (campo, spazio) caratteristica, giurisdizionale… all’interno della quale si manifesta la carica elettrica singolare, che immediatamente – sotto all'azione di detta forza – inizia a generare una certa tensione e corrente, adatta ad alimentare proprio la forma sociale status quo, paradigma, ‘qua così’”.
Lo “schema fisso (ricorrente)” è questo ed è sempre questo, sostanzialmente. Infatti, lo ritrovi ovunque, comunque e quantunque… anche se 1) non lo riconosci, 2) non ci credi, 3) non lo prendi in considerazione, 4) non lo immagini nemmeno, etc.
Questa “caratteristica globale”, che nella sostanza si ripete, poiché tende ad auto ripetersi, è frattalità espansa (significato di ciò che succede e memoria di ciò che “è già successo”).Se i frattali, “alla Mandelbrot”, ti piacciono e/ma ti fermi “lì”, è perché lo “schema fisso, ricorrente” prevede che sia così, ossia, decide per te, al posto tuo. Mentre, “tu”, accetti tali considerazioni “come se” fossero tue.
Credendo di essere tu a generarle, immaginarle, pensarle, idearle, etc.Questo può accadere (ed accade) perché “non prendi in considerazione la ragione fondamentale, compresente, immanifesta, dominante”.
E non la prendi in considerazione, appunto, poiché non la ricordi più, ergo:
non la immagini nemmeno.Ma (ma) questo “atto” lo è, se assumi la questione direttamente.
Mentre, indirettamente, la dominante la “vedi” praticamente sempre, allorquando rifletti sulle ragioni del tal fatto che, guarda non caso, tende a sfuggirti… non comprendendone a fondo il “senso”.
Ecco:
è proprio “lì”, in quel momento, che stai “vedendo” la dominante. Solo che… non te ne rendi conto e, dunque, non puoi passare allo step successivo:
prenderne le distanze, tanto per iniziare.
Si dice che “senza conoscere a fondo il tuo passato, non puoi capire quale sia il ‘tuo’ futuro”.Bè, “qua, così” conosci il passato per come ti dicono che sia, nella versione di parte storicamente deviata.
Lo “schema fisso” è sempre quello, sempre lo stesso, come un ritmo incessante che, nel tempo, scambi per naturale per poi non sentirlo più, nemmeno.La conoscenza storica ti sembra essere sempre più approfondita. Ti danno le date di avvenimenti occorsi secoli e secoli or sono, se non addirittura millenni fa. Ti spiegano “usi e costumi”, mode, tendenze, vicissitudini e comportamenti che furono, eppure, tutto ciò non è “memoria ed esperienza (sostanza)” relative al “è già successo”.
Il leitmotiv, il ritornello, è sempre sfuggente, eppure c’è sempre, dato che le “curiosità” non mancano mai di attirare la tua attenzione.Quelle curiosità, che osservi nella “forma” che si ripete, a distanza sia di tempo che di località globale. Forma che è significato codificato nello spazio reale manifesto “qua, così”.
Ricordi? Il modo più efficace per nascondere qualcosa, è esporlo alla luce del Sole, alla diretta portata della “tua” osservazione che, nella convenzione, si abitua a tutt3.Questa strategia è la presa d’atto, dominante, della condizione ambientale frattale espansa:
“sai già” che è inutile nascondere qualcosa, dato che – per la caratteristica di memoria frattale espansa – tutt3 ritorna sempre alla luce della rilevazione.Dunque, ad un simile punto, la dominante – dopo aver tolto se stessa dalla “tua” immaginazione – ha continuato con l’attività, andando oltre; ossia, creando in te quel “collo di bottiglia” che ti rende un/in filtro auto censore, adatt3 a non prendere in considerazione la traccia frattale espansa, che ricorre sempre anche se/nel “qua, così”.
Il che, rende possibile 1) nascondere alla luce del Sole, la dominante stessa e nonostante tutto, 2) continuare come se nulla fosse.Del resto, coerenza vuole che, se non immagini la ragione fondamentale, allora (di conseguenza), sei direttamente tu la “causa”. E, non a caso, questo è il martello battente sia della religione che della spiritualità che della "psicologia", nonché, del fenomeno "New Age & Co.".
Non c’è che dire:
una strategia perfetta (che ti permette, se la intuisci, di accorgerti – allora – del loop, del cortocircuito, del senso compiuto che… i tuoi “sensi” registrano sempre, anche se giudichi un simile funzionare qualcosa di assolutamente “inutile”. Come del resto la scienza deviata considera, ad esempio, il Dna spazzatura).
In biologia molecolare si definisce Dna non codificante (noncoding Dna) ogni sequenza di Dna in un genoma non soggetta a trascrizione in Rna o rimossa dall'mRna prima della traduzione (introni).
Tali sequenze risultano prive di funzione, nonostante diverse ipotesi siano state formulate, tanto da essere state indicate in passato con il termine di Dna spazzatura (junk Dna)…
Circa il 98.5% del genoma umano è composto di sequenze non codificanti…
Link
Fai grande attenzione:
tali sequenze risultano prive di funzione
circa il 98.5% del genoma umano è composto di sequenze non codificanti…
Di più:
ogni sequenza di Dna in un genoma… rimossa... prima della traduzione…
La scienza deviata sembra che stia come “scherzando”, allora, quando afferma di avere codificato il genoma umano. La percentuale in giogo è, guarda non caso, sempre in una proporzione tale da permettere di ricavare l’esistenza di una “forza” dominante.Oppure, credi che – come nelle comiche di Stanlio ed Olio, quando smontano il motore della loro auto e, nel rimontarlo, gettano via dei pezzi che sono rimasti fuori, considerandoli comicamente come inutili – esistono delle parti di/in te, che sono scartabili?
Sì, può anche essere ma, 1) non in una simile percentuale e 2) qualcosa che cambia la risultante, ripulita da dette parti “aggiuntive, ma non risultanti fondamentali per la sopravvivenza”…
Osserva anche quest’altra “curiosità” ma, con fare accorto, ossia, sempre in grado di riunire i puntini,
alla luce di una considerazione sensata anche se non in linea con il
“metodo scientifico ‘qua così’” (che, occorre ricordare, essere come un
filtro per l’inclusione – o meno – di informazione e presa d’atto
dell’informazione).
Con la conquista dei Romani, già dai primi secoli si può rilevare un fenomeno destinato a ripetersi più volte nella storia successiva:
l’evoluzione della civiltà, lo sviluppo dell’agricoltura, la bonifica e la colonizzazione del territorio non avvengono con continuità; ad epoche di grande sviluppo seguono periodi di stasi ed anche di regresso, dovuti al manifestarsi di fenomeni negativi, di volta in volta diversi.
In generale, si può dire che la civiltà progredisce quando le condizioni sociali, politiche ed economiche favoriscono una presenza della popolazione basata su piccoli centri sparsi; regredisce quando tali condizioni spingono le popolazioni ad accentrarsi in pochi centri di maggiori dimensioni.
La romanizzazione lasciò, qui come altrove, impronte più durature sul territorio con la costruzione di vie di comunicazione stabili, con il trapasso dal villaggio alla città… e con la caratteristica colonizzazione agraria ottenuta attraverso la “centuriazione”.
Fu, questa, com'è noto, una grande operazione di suddivisione delle terre, ottenuta in tempi diversi, ma soprattutto nel periodo augusteo…
Ecomuseo della Roggia Mora - Mulino di Mora Bassa (Vigevano – Pv)
È
“qui” osservata (anche se non riconosciuta) e riportata, l’antica
strategia della “crisi” e del più che espanso “ciclo economico”.
Ovvio, in una società che è 1) in un piano inclinato e che 2) dipende e consegue, 3) nella quale “è già successo” l’avvento della dominante e – sempre nella quale – 4) i cicli di sottodominante si alternano e conseguono, dando luce e luogo allo sviluppo ed al successivo sottosviluppo, che non sono altro che “la fine di un ciclo (impero) a cui segue l’inizio di quello successivo (a livello sottodominante)”.Qualcosa che gli impianti per lo scorrimento delle acque, per l’irrigazione dei campi, rende molto bene in termini di… analogia (frattale espansa).
Una retro ingegnerizzazione fatta da pendenza, chiuse, dimensionamenti ad hoc e… controllo “a monte”.
Allo stesso modo del modello bancario, economico, finanziario, speculativo, etc. a cui basta “chiudere il rubinetto del credito” al fine di generare la “crisi”.
Qualcosa che può succedere solo dopo che “è già successo” lo step fondamentale:
l’avvento della totalità dominante.
ad epoche di grande sviluppo seguono periodi di stasi ed anche di regresso, dovuti al manifestarsi di fenomeni negativi, di volta in volta diversi (la storia si ripete, ma mai nella stessa maniera. La ripetizione è tuttavia nella sostanza, nello “schema fisso” ricorrente)
in generale, si può dire che la civiltà progredisce quando le condizioni sociali, politiche ed economiche favoriscono una presenza della popolazione basata su piccoli centri sparsi; regredisce quando tali condizioni spingono le popolazioni ad accentrarsi in pochi centri di maggiori dimensioni (ecco il moto rettilineo uniforme, che viene avanti nonostante l’apparenza ciclica della “crisi”. Quale? Quello che prevede di far “regredire” l’umanità, senza fine di continuità. Non a caso, le grandi città stanno diventando sempre più irreversibili e sempre più contigue, tanto da lasciar intravedere di fatto una sola grande città. L’esempio tipico è Milano e tutto l’hinterland milanese che, ormai, è pressoché tutto quanto attaccato)
la romanizzazione lasciò, qui come altrove, impronte più durature sul territorio con la costruzione di via di comunicazione stabili, con il trapasso dal villaggio alla città (appunto. Le condizioni di sopravvivenza, nelle grandi città, corrispondono ad un sostanziale “regredire”, da quell'ottica che prende in considerazione l’essere umano in quanto “capacità sovrana di fare da sé, in sé”. Qualcosa che decodifichi meglio attraverso lungimiranza).
Il momento di “è già successo” è l’avvento della dominante (la totalizzazione della saturazione e polarizzazione della Terra intera, resa sotto alla giurisdizione della grande concentrazione di massa, dominante).Da quel “momento”, essa può iniziare ad operare “a monte” della rimanenza umana (almeno il 99 per cento del totale che, come una eco che rimbalza sempre, si ricava e si riproduce ovunque "qua, così"), considerando la strategia della propria “rimozione dalla memoria collettiva, nel tempo (il tempo non è un problema per la successione sensata dominante/Dominio)”.
Mentre, sempre il tempo, è un “problema” per la successione sensata umana, soggetta ad interferenza dominante che prevede la progressiva chiusura della funzione di memoria by esperienza propria.Risultato?
La scomparsa della dominante, che diviene compresente ed immanifesta, alias:
maturando quel vantaggio incolmabile, che la separa sempre in termini di “azione/reazione (causa, effetto)”, essendo – di più – ragione fondamentale, sia, per la causa (azione) che per l’effetto (reazione).La vita (esistenza) umana, diventa dunque, sopravvivenza in differita, rispetto alla diretta della vita (esistenza) dominante:
così, “il dado è tratto” e la deviazione completata.Una volta “lì”, ossia, “qua, così”, il carico umano (Massa) non si accorge più, morendo continuamente nel tempo convint3 che sia giusto così, di ciò che ha già perso (dimenticato), relativamente al “perché, come, dove, quando, etc. …”.
Tracce di questa compresenza immanifesta, dirette e/o indirette… le trovi un po’ dappertutto. È come andare a Roma e non trovare altro che “rovine (segni) romane”…
Il primo motore immobile.Rifacendosi alla cinematica (teoria generale del movimento) che sostiene che tutto ciò che è mosso deve essere mosso da qualcos'altro, Aristotele ne consegue che ci deve essere qualcosa di fermo inizialmente da cui si origina il movimento, cioè un principio primo immobile ma che di per sé è un motore che fa muovere tutti gli enti verso di lui, causa finale dell'universo.Questo Primo Motore è Dio, oggetto impassibile d'amore, non soggetto al divenire che corrompe, immobile quindi e nello stesso tempo forza calamitante d'attrazione del mondo che va verso di lui, verso la sua somma perfezione, poiché in lui si sono realizzate tutte le infinite potenzialità:
egli è atto, puro, per l'assenza della materia di per sé impura e corruttibile.Dio atto puro ed eterno come eterni sono i cieli che dipendono da lui, effetti adeguati da Lui, prima causa.
Dio infine, che esercita la più alta e nobile attività degli enti:
il pensare; Dio quindi pensiero che pensa il più eccellente degli oggetti:
Lui stesso. Dio pensiero di pensiero…
Link
A parte il "cul de sac"
Dio... da sempre dunque, già nel passato (anche più… passato), qualcun3
si era (“è”) posto delle domande nella maniera “giusta (frattale
espansa)”. Di più, delle riflessioni attraverso della “accortezza”.
Qualcosa che, poi, è giunta sino a te ma… “come”?
Tradotta, ossia:
descritta in una forma (lingua) in codice
guarda non caso
già dimenticata (dalla stragrande maggioranza della Massa).
Il cambiamento di “lingua come riferimento ufficiale, globale”, segue la successione “imperiale”; il che non è qualcosa di secondario, dal momento in cui, nel tempo... quella lingua precedente non verrà più capita (massivamente).
Ergo:
il cambio linguistico cancella, globalmente, l’intero “sapere” precedente che, non andando perso del tutto, rimane comunque preda della interfaccia della traduzione.
Ossia, di un altro collo di bottiglia AntiSistemico.
Piuttosto che bruciare libri o di metterli all’indice… si decide di cambiare il riferimento linguistico ufficiale. Di modo che, d’un solo botto la dimenticanza è servita a/in tavola “magicamente”. Un'altra forma di "automatismo, tecnicismo (tecnologia)"...
Nota (più) che bene:
cinematica (teoria generale del movimento)… sostiene che tutto ciò che è mosso deve essere mosso da qualcos'altro
Aristotele ne consegue che ci deve essere qualcosa di fermo inizialmente da cui si origina il movimento
cioè un principio primo immobile ma che di per sé è un motore che fa muovere tutti gli enti verso di lui, causa finale dell'universo…
Ecco perché “non ha senso (anche se lo ha)” la diatriba “auto bloccante”, moto perpetuo sì, moto perpetuo no.
Perché?
Perché è vero che non esiste ma, esiste allora la possibilità che ci siano forze talmente grandi, che il loro “essere (movimento)” genera quello che ad ogni effetto è un “moto perpetuo”, per le singolarità umane che, a confronto, godono di un periodo di vita d’assieme talmente minuscolo, da poter considerare quella forza come “eterna, infinita oppure, appunto, perpetua (anche se non lo è)”.
tutto ciò che è mosso deve essere mosso da qualcos'altro
Aristotele ne consegue che ci deve essere qualcosa di fermo
inizialmente
da cui si origina il movimento
cioè un principio primo immobile
ma che di per sé è un motore che fa muovere tutti gli enti…
Ecco che tutto torna e, di conseguenza, questo spazio (potenziale) è anche “scienza”:
il momento di “è già successo” (avvento dominante)
è il “fermo immagine” che centralmente controlla tutt3 in leva wireless (non localmente)
Per l’ennesima volta:
è Dio per la religione (e non solo)
è il Big Bang per la scienza
è la “gravità” per Hawking (allorquando esprime che “l’universo si è creato da sé, grazie alla forza di gravità…”. Domanda:
e la forza di gravità che cosa è, chi è, chi l’ha creata, etc.?).
“Il tutto è più della somma delle sue parti…”.
Aristotele
Appunto:
la realtà manifesta “qua, così” è resa completa (sensata, totale, perfettamente orientata ed orientabile) solo attraverso la presa in questione della compresenza immanifesta dominante, che è la quintessenza rappresentata (configurata a livello di simbolismo sostanziale frattale espanso) in Dio, nel Big Bang e nella “gravità”, etc.
Prendi atto di cosa ti dice la “Fisica”:
un corpo carico elettricamente produce nello spazio circostante un campo tale per cui, se si introduce una carica elettrica, questa risente dell'effetto di una forza, detta forza di Coulomb, direttamente proporzionale al prodotto delle due cariche e inversamente proporzionale al quadrato della loro distanza…:
corpo carico elettricamente = grande concentrazione di massa
produce nello spazio circostante un campo (Dominio, effetto, conseguenza, interesse, etc.)
se si introduce una carica elettrica (singolarità o Massa)
questa risente dell’effetto di una forza (giurisdizione del Dominio, dominante)
direttamente proporzionale al prodotto delle due cariche (interesse dominante * lavoro singolare/massivo)
e
inversamente proporzionale al quadrato della loro distanza (effetto portante e centrale della giurisdizione, signoria, proprietà, etc.)…
L’immagine di Dio, la puoi immaginare – anche - come il simbolismo della funzione fisica “naturale”.
L’immagine di Dio è collegata e collegabile (sempre) – anche – a qualsiasi ambito dell’emersione del concetto di “proprietà” e, dunque, alla forma sociale reale manifesta “qua, così”.Il “ad immagine e somiglianza”, narra proprio di una sorta di “inizio (momento di ‘è già successo’)” – che puoi meglio intuire grazie alla portata ed alla significatività frattale espansa, ad esempio, decodificando il comportamento ambientale attraverso la funzione scientifica della Fisica (carica elettrica, campo elettrico, campo magnetico, etc.) – a partire dal quale, il campo vettoriale singolare/massivo si è auto orientato verso il senso di scorrimento determinato dalla valenza di quello portante, dominante, ritrovandosi all’interno e giurisdizionalmente, risentendo di una simile “forza (Dio, Dominio, dominante)”…
Tutt3 rispecchia ciò.
Lucifero “cade dal cielo, verso la Terra (precipita)”.
Ha perso la guerra con Dio e viene gettato giù. Sulla Terra e nella Terra.
Al “suo” centro, dunque, “chi” risiede? Ed in superficie?
Che cosa significa = se (se) in un luogo inizi a seminare, quale tipo di “situazione” prende, nel tempo, a crescere (ad essere coltivata e raccolta)?
Se Lucifero decade sulla/nella Terra, di conseguenza, la Terra cosa (chi) potrà “riflettere e rispecchiare”?
Quale sarà (“è”) la grande concentrazione di massa, giurisdizionale a livello planetario?
Altro aspetto. Se Dio, che ha sconfitto Lucifero, rimane “nell'alto dei cieli (a regnare)”, e se la storia deviata narra di un continuo flusso di omicidi per l’ottenimento o la perpetuazione del proprio potere, che cosa significa.
Che Dio è “migliore” di Lucifero? In cosa consiste il loro “attrito”? Di cosa si tratta?
Di più:
che cosa significa.
È una sorta di “dalla padella alla brace (dalla prospettiva del genere umano)”. Ma (ma) ci sarà veramente un simile conflitto?
Dio può davvero permettere che l’avere vinto la guerra, equivalga al “dannare la Terra intera, con tutta la vita contenuta (attraverso il gettare Lucifero sulla/nella Terra)”?
Allora, anche Dio non sembra poi essere molto diverso – nella sostanza – da Lucifero. Ergo?
Puoi percepire che questa vicenda è una sorta di rappresentazione in codice, di qualcosa che è – di più – un funzionamento della realtà manifesta “qua, così”, già sotto all'azione di una “forza (vincitrice)”.
Del resto, “la storia è sempre descritta dal vincitore”.
L’esperimento di dividere un “fotone” in due e di distanziarne le parti così ottenute, ha dimostrato che le due parti sono ancora unite, perlomeno in termini di trasmissione di ciò che succede ad una delle due, rispetto all'altra:
ecco, ancora una volta, una codifica della forma sociale “qua, così”.
O meglio, la sua spiegazione alla luce della compresenza immanifesta dominante (forza).
Il “cosa” descrive tutto questo “funzionare” – in uno spazio (globale) completamente sotto al controllo della forza dominante (“vincitrice/vincitore”) – è la frattalità espansa:
la caratteristica funzionale auto esistente anche “qua, così”.
Se (se) la religione, la scienza e Hawking possono permettersi di pontificare, relativamente ad una sorta di “creazione dal nulla, grazie a…”, di conseguenza, questo spazio (potenziale) può espandere in termini di significato ogni loro teoria, accomunata dall'ambito unico caratterizzato proprio dalla sfuggevolezza delle loro “cause prime”.Qualcosa che in questo spazio (potenziale), diversamente, trova a pieno evidenza, come se (come se) questo spazio (potenziale) fosse ("è") la testimonianza piena ed in-diretta, proprio, dell’evidenza frattale espansa che si “auto racconta da sé, attraverso…”.
Sistemi di riferimento inerziali.
Il moto di un corpo può essere descritto usando un'infinità di sistemi di riferimento differenti.
Ma non tutti questi sistemi di riferimento sono ugualmente convenienti. Su una nave, quando il mare è agitato, gli oggetti si muovono in maniera “disordinata” (il bicchiere che è sul tavolo si rovescia, il lampadario si mette improvvisamente ad oscillare e così via): un osservatore, che volesse stabilire le leggi del moto usando la nave come sistema di riferimento, sarebbe portato a concludere che i corpi, senza causa apparente, in ogni istante possono mettersi in movimento in una qualsiasi direzione!
Per studiare il moto dei corpi, si preferisce, di solito, ricorrere ad un sistema di riferimento inerziale: con questo termine si indica un sistema di riferimento in cui un corpo, che sia inizialmente in quiete, non si sposta se non in seguito all'intervento di una forza (sul concetto di forza torneremo in seguito: per ora vi basterà identificare la forza con lo sforzo muscolare che compiamo quando tiriamo o spingiamo un oggetto).
Come identificare un sistema di riferimento inerziale?
Certamente non è inerziale il sistema di riferimento della nave in balia delle onde, di cui si è parlato sopra. E così pure non è inerziale quello di un'automobile nel momento in cui si compie una brusca frenata: per convincersene, basta osservare che un pacco, appoggiato sul sedile, può cadere (cioè mettersi in moto) senza essere stato “tirato” o “spinto” da alcuna forza.
La nostra esperienza quotidiana ci suggerisce, d'altra parte, che la terra costituisce un sistema di riferimento inerziale:
una palla, appoggiata al suolo, rimane ferma finché con un calcio (cioè applicando ad essa una forza) non la mettiamo in movimento.
Vedremo in seguito che, a rigore, neanche il sistema di riferimento legato alla terra è inerziale: tuttavia, esso si discosta talmente poco da un sistema inerziale che, a tutti gli effetti pratici, lo potremo considerare come tale.
Un problema assai importante è stabilire “quanti” sistemi di riferimento inerziali esistano:
ve ne è uno solo (quello, cioè, che abbiamo identificato approssimativamente con la terra) oppure ne esistono altri?
E, in quest'ultimo caso, quali sono?...
Corso di Fisica – Volume unico per gli Istituti Magistrali con esercitazioni didattiche per i futuri maestri. Moreno e Pallottino. 1988
per studiare il moto dei corpi, si preferisce, di solito, ricorrere ad un sistema di riferimento inerziale: con questo termine si indica un sistema di riferimento in cui un corpo, che sia inizialmente in quiete, non si sposta se non in seguito all'intervento di una forza (un corpo... non si sposta se non in seguito all'intervento di una forza = anticamera per l’autoconvincimento del lavoro, dell’energia, del consumismo, dell’obsolescenza programmata, dello status quo “qua, così”, etc.)
per convincersene, basta osservare che un pacco, appoggiato sul sedile, può cadere - cioè mettersi in moto - senza essere stato “tirato” o “spinto” da alcuna forza (la “forza” c’è, eccome. Il “pacco” non si sposta da sé. Le forze che lo muovono sono come di sottofondo, ma esistono. Solo che non fanno comodo a livello di auto educazione scientifico deviata by interesse commerciale, energetico, economico, speculativo, religioso, etc.)
vedremo in seguito che, a rigore, neanche il sistema di riferimento legato alla terra è inerziale: tuttavia, esso si discosta talmente poco da un sistema inerziale che, a tutti gli effetti pratici, lo potremo considerare come tale (ebbene, questo “discostarsi anche se di poco”, rappresenta un fulcro, nonché una “via altra”, per inquadrare sensatamente le “cose”, in maniera tale da auto ricavarne… “forza propria auto gestibile da/in sé”).
Che cosa significa = il “qua, così” è una forma chiusa, auto manutenuta grazie ad un fondamento “aperto”, alias, “di parte”.
Qualcosa che si basa su una “comoda teoria”, che tende a spiegare tutto da una in-certa prospettiva (interesse sotto/dominante).
Il lavoro e l’energia sono concetti vettoriali (in grado di riorientare la Massa, compreso il “proprio” futuro), ricavati attraverso la teoria parziale, scambiata per totale.
Qualcosa che lascia perdere ogni “piccolo” discostamento, considerandolo del tutto marginale e minimo.
Qualcosa che, invece, “in leva” può “fare” la differenza.
“Fai che ti fermi… E da ‘lì’, riparti, facendo diversamente…”.
Davide Nebuloni
SacroProfanoSacro (SPS) 2017
Bollettino numero 2085
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