Alla
fine c’è stata la catastrofe. Nel principale scontro per interposta
persona al quale stiamo assistendo a livello internazionale, i gruppi di
estrema destra della città di Odessa in Ucraina hanno bruciato vivi i
loro avversari. 175 persone sono riuscite a scampare alla strage, ma 43
persone sono morte tra le fiamme. Ora gli USA, l’UE e la Russia devono
rivedere molti degli accordi raggiunti negli ultimi mesi. La situazione
in Ucraina potrebbe degenerare ulteriormente, ma la vera domanda è: come
è possibile riportare l’ordine nel paese? Vi sono due opzioni
plausibili, una è che i russi si accontentino dell’annessione della
Crimea e rinuncino all’Ucraina orientale, accettando il fatto che il
governo ucraino riporti l’ordine in quelle zone e intraprenda una
politica per l’uscita di tutto il paese dalle difficoltà sociali ed
economiche, mettendo freno all’odio etnico che sta divampando in molte
zone. L’altra opzione invece è che gli occidentali corrano ai ripari e
tentino in qualche modo di mettere fine al loro appoggio al caos che
hanno promosso nel “giardino privato” della Russia. Facendo ciò i
governi occidentali di fatto accetterebbero un futuro di tipo federale
per l’Ucraina, dovendo per molto tempo abbandonare l’idea di istallare
ai confini di Mosca lo scudo anti-missilistico e il conseguente ingresso
di Kiev nel Patto Atlantico.
In pieno conflitto, Angela Merkel è volata a Washington per un meeting con Obama. La Germania è il paese europeo più popoloso, la principale macchina industriale del vecchio continente e la quarta economia del mondo. Senza la Germania l’UE non può pensare di opporsi a Putin e la Merkel è fortemente contraria alla linea dura antirussa. La crisi ucraina è vista con un realistico distacco da parte degli intellettuali tedeschi, per non parlare dell’apparato economico tedesco, volenteroso di mantenere buoni rapporti con Mosca; gli imprenditori tedeschi non vogliono una intromissione negli affari ucraini. A Obama invece non dispiacerebbe scatenare una campagna contro Putin, ma il problema è che nessuno potrebbe garantire su una data di scadenza per le ostilità. I media tedeschi proprio qualche giorno fa hanno mostrato la foto dell’ex cancelliere di Berlino Gerhard Schroder abbracciare il presidente russo a San Pietroburgo, in occasione dei suoi settant’anni. Il ruolo di Schroder è importante, in quanto egli gioca un ruolo fondamentale nelle relazioni bilaterali, essendo uno dei dirigenti della società che cura il gasdotto North-Stream, con contatti privilegiati con l’azienda russa Gazprom. Ancora oggi Schroder, pur non ricoprendo incarichi istituzionali ufficiali, ha un ruolo importante nel Partito Social-Democratico tedesco, partito che la Merkel per ovvi motivi non può ignorare. Lo stesso ministro degli Esteri della Merkel per alcuni anni era un membro del partito di Schroder, ovvero Frank-Walter Steinmeier.
In ogni caso Angela Merkel è in buoni rapporti personali con Vladimir Putin. I due si sono già confrontati più di dieci volte in modo diretto sulla vicenda ucraina, dal 20 febbraio ad oggi. Interessante notare che spesso i colloqui privati tra la Merkel e Putin si svolgono in tedesco, lingua conosciuta bene dal leader russo, in quanto egli, in veste di membro del KGB, ha svolto un periodo di lavoro nell’allora Germania democratica. Nei media tedeschi poi si discute molto di come possa l’UE lavorare fianco a fianco del governo di Kiev, di fatto alleato e infiltrato dai gruppi neofascisti. E’ facile pensare quindi che, al contrario di quello che prospettano i media occidentali, non sia Obama che sta cercando di convincere la Merkel ad un piglio più antirusso, ma è la Merkel che sta cercando di far comprendere ai suoi amici a Washington e in Europa che bisogna accettare una sconfitta in modo ragionevole. Basterebbe comprendere a Washington e a Bruxelles che in Ucraina la situazione è simile a quello che è avvenuto in certi paesi del Nord Africa o del Vicino Oriente, e quindi accettare una transizione verso una nuova forma di governo tramite un referendum di riforma della costituzione, che traghetti l’Ucraina verso la pace e un modello federale. Sarà pronto Obama ad accettare queste condizioni per pacificare l’Ucraina? Oppure dovremo aspettarci il protrarsi del caos e quindi altre stragi? Intanto continua la guerra per interposta persona.
Mohammad Eslami, – Khorasan Newspaper (Editoriale)
Traduzione a cura di Ali Reza Jalali
fonte: http://www.statopotenza.eu/11524/perche-angela-merkel-non-asseconda-obama
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