
© Foto: RIA Novosti/Maksim Blinov
Giorni fa un collega giornalista ha scritto che “in agosto 2014 l’Europa ha esaurito il suo buon senso”. Questa triste conclusione nasce dal fatto che l’iniziativa di Mosca, che ha proposto di inviare un convoglio di aiuti umanitari agli abitanti di Lugansk e Donetsk, trovatisi sull’orlo della sopravvivenza a seguito della rappresaglia scatenata dal regime di Kiev, si è trovata al centro di strani giochi.
Mosca ha deciso semplicemente di inviare generi di
prima necessità, cibo e medicine, ma la reazione di Kiev, Washington e
Europa oltrepassa ogni limite del buon senso.
A caval
donato non si guarda in bocca. Questo detto è presente in molte lingue
del mondo. Se lo usiamo per descrivere l’ondata di isteria politica
sollevata in relazione agli aiuti della Russia agli abitanti dell’Est
dell’Ucraina che stanno vivendo una catastrofe umanitaria, si avrà un
quadro seguente.
Attorno al “cavallo”, che il vicino di
chi ne ha bisogno ha deciso di donare al bisognoso, è scoppiata una
rissa. Il destinatario del dono si è messo a “guardare in bocca”, perché
gli è sembrato che al posto dei denti il cavallo abbia zanne da
cinghiale. Poi sono accorsi altri vicini che hanno cominciato a
esprimere dei dubbi circa la sincerità del donatore, dicendo che è una
trappola. Infine, il caporione ha pronunciato il suo verdetto: il regalo
è illecito, perché il vicino ha un brutto carattere e non si sa mai che
cosa ha in mente. Proprio questo sta accadendo adesso attorno al
convoglio inviato dalla Russia.
“Ogni tentativo di
ingresso non autorizzato nel territorio dell’Ucraina o di altri Stati,
compreso con pretesto di aiuti umanitari, sarà considerato un atto di
aggressione”, - ha dichiarato il 12 agosto nel corso di un briefing il
vice capo dell’amministrazione del Presidente dell’Ucraina, Valery
Chaly. Nel contempo il ministro degli Esteri francese, Laurent Fabius,
ha detto che il convoglio russo potrebbe essere un tentativo di Mosca di
organizzare la sua “presenza permanente” in Ucraina. Dopo un colloqio
telefonico col Presidente USA, il Cancelliere tedesco Angela Merkel e il
Premier britannico David Cameron hanno minacciato Mosca di pesanti
sanzioni, se essa deciderà di aiutare direttamente gli abitanti del
Sud-Est dell’Ucraina. Per non essere in dissonanza con gli altri, anche
il Segretario della NATO, Fogh Rasmussen, ha lanciato delle minacce.
Tocco finale: Barack Obama ha ammonito Mosca contro l' “ingerenza” negli
affari interni dell’Ucraina col pretesto degli aiuti umanitari.
Ma
che cosa sta succedendo? Perché tanta isteria attorno al dono della
Russia che vuole aiutare gli abitanti delle due Repubbliche
autoproclamate che, però, sono anche cittadini ufficiali dell’Ucraina?
Sulla base di quali poteri e quali norme del diritto internazionale
alcuni Stati hanno deciso di avere il diritto di alzare la voce contro
altri Stati, anch’essi membri dell’ONU, e di minacciarli? Forse che il
Consiglio di Sicurezza dell’ONU non esiste più? Perché, infine, qualcuno
ha deciso di avere il dominio dell’Ucraina che, tra l’altro, nessuno
intende aggredire?
Ma soprattutto, perché non si dice
che Kiev sta praticamente sterminando i 4 milioni degli abitanti
dell’Est? Perché non si parla delle migliaia di persone uccise e ferite,
dei profughi che si contano a centinaia di migliaia? Il tedesco “Junge
Welt” riferisce che a Lugansk gli abitanti sono costretti a bere acqua
di ruscello perché l’impianto dell’acqua è stato distrutto dalle bombe,
che con 30 gradi sopra lo zero i frigoriferi non funzionano in quanto le
sottostazioni elettriche sono state rase al suolo. Questo tipo di
comportamento è tipico dell’Occidente, sottolinea l’esperto militare
dell’agenzia ITAR-TASS Viktor Litovkin.
“Tutti loro
sanno bene di avere questo pallino: far dispetti alla Russia che si sta
comportando in maniera indipendente e sovrana, e non si inchina alla
pressione”.
fonte: http://italian.ruvr.ru/2014_08_13/Quando-il-caval-donato-non-e-cavallo-di-Troia-0519/
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