lunedì 4 agosto 2014

Il caso Pantani. La novità è che non c'è nessuna novità

Nel 2008 mi occupai del caso Pantani sostenendo la tesi si trattasse di un omicidio. Oggi compaiono titoloni su ogni giornale, dal Corriere della Sera ai quotidiani sportivi: “scoperta l’acqua calda, Pantani fu ucciso”.
 
“Notizia destinata a fare il giro del mondo” titola oggi la Gazzetta dello sport.
 
Molti mi domandano allora se finalmente si riuscirà ad avere giustizia, se forse non è il momento storico che certe verità vengano a galla, se, se, se, se…
 
In verità non c’è nessun se e nessuna domanda nuova da formulare, tutto è sempre come prima e nulla cambierà non solo per Pantani, ma anche per altri casi simili. Spieghiamo in dettaglio la cosa.
 
Anzitutto, che quello di Pantani fosse un omicidio, il primo a dirlo fu il giornalista Philippe Brunel. Per il mio articolo, in cui sostenevo che la morte di Marco fosse in realtà un omicidio, mi basai prevalentemente sul suo libro “Gli ultimi giorni di Marco Pantani” aggiungendo solo i particolari esoterici e alcuni dettagli che una persona inesperta di esoterismo non poteva cogliere.
 
Secondariamente, qualsiasi individuo non solo di media ma anche di scarsa intelligenza, qualora avesse analizzato il fatto così come era prospettato dai giornali, si sarebbe accorto che qualcosa non quadrava. Pantani infatti, secondo la ricostruzione ufficiale, avrebbe ingerito decine di dosi di cocaina (metodo quantomeno anomalo), suicidandosi in un albergo a poca distanza da casa sua (perché non a casa sua o in un albergo più adatto alle sue possibilità economiche?), dopo aver soggiornato diversi giorni in quell’albergo; aggiungiamo che l’indagine fu effettuata con modalità a dir poco singolari, trascurando di approfondire una serie di particolari importanti (Di chi era la cena cinese rinvenuta nel cestino della spazzatura? Come mai la prima volante della polizia che intervenne sul posto non compilò alcun verbale sulla morte? Come mai il medico legale incaricato dalla procura di effettuare l’autopsia si portò il cuore di Marco a casa?).
 
No, decisamente una modalità troppo strana, e idonea a richiedere un supplemento di indagine e di autopsia, senza contare tutte le altre stranezze che già avevo elencato nell’articolo scritto a suo tempo.

L'omicidio massonico parte 2. Il caso Pantani e il caso Fois.
 
In terzo luogo, avendo potuto parlare a lungo con diverse persone che a vario titolo sapevano qualcosa della vicenda, per quanto mi riguarda non c’è nessun “mistero” sulla morte di Marco, ma diverse certezze che non ho potuto mai comunicare a nessuno per il semplice fatto che nessuno si è mai interessato davvero alla vicenda. E se il mistero non c’è per me, non credo proprio possa esserci neanche per una procura o un apparato di polizia, dotato di ben altri mezzi e ben altre informazioni rispetto a quelle - modeste - di cui posso disporre io.
 
Non c’è nessun mistero quindi, su chi siano i responsabili, per chi conosca le dinamiche di queste vicende.
 
Quindi questo clamore improvviso dei giornali è perlomeno sospetto.
Come si concluderà allora questa vicenda? Finalmente si saprà la verità?
Certamente no. La verità dietro al caso Pantani è troppo grave perché possa essere risaputa, e portarla alla luce significherebbe far emergere alcune realtà occulte legate al mondo dello sport, del doping e delle sponsorizzazioni, per non parlare delle collusioni e dei depistaggi a suo tempo effettuati.
 
Pantani inoltre è un personaggio troppo famoso e ancora amato e, se davvero si dovesse scoprire la verità, troppe persone in Italia potrebbero iniziare a farsi domande su altri personaggi morti in occasioni simili e con modalità analoghe. E questo è un risultato che chi gestisce l’immenso potere che deriva dallo sport, dal doping, dalle sponsorizzazioni, non si può permettere.
 
 
E’ facile quindi prevedere che il caso Pantani si concluderà con un nulla di fatto e con un’archiviazione, o al massimo con l’individuazione di un capro espiatorio che poi inevitabilmente si suiciderà in carcere in modo che si possa mettere una pietra tombale sulla vicenda.
Lo scopo di questa notizia è un altro, ed è sempre lo stesso scopo di tutte le notizie di questo tipo, da decenni: da una parte si devono ricattare i veri mandanti, che da questo momento in poi tremeranno, capiranno che stanno per essere detronizzati e quindi saranno suscettibili di essere eliminati/ricattati/avvertiti di qualcosa; dall’altra bisogna creare delle notizie che facciano parlare e discutere la gente nei bar, la sera a cena, o sotto l’ombrellone, per distogliere l’attenzione dalla situazione di sfacelo politico in cui stiamo precipitando.
Lo sport, si sa, ha sempre fatto parlare di sé ed è sempre stato utilizzato dal potere come arma di distrazione di massa.
 
Marco Pantani ha attirato su di sé l’attenzione di molti italiani quando era in vita.
 
E continua ad essere utilizzato dal potere, per gli stessi scopi di prima.
 
Ricevo ancora lettere di persone che testimoniano l’amore per Marco, in cu mi spiegano come si sono interessati al ciclismo, diventando sportivi grazie a lui - qualcuno mi ha addirittura scritto di come sia uscito da un pessimo periodo vincendo la sua depressione o un momento difficile grazie al suo esempio - e lo ricordano ancora commossi. Una lettrice, Assunta, mi ha inviato un suo quadro, che ritrae Marco in bicicletta, dipinto con amore e per amore di questo personaggio che riusciva a farsi amare perché usciva dai cliché del personaggio famoso.
 
 
Ora si catalizza l’amore per Marco per deviare l’attenzione da altri problemi, creati dal governo Renzi e dagli organi sovranazionali da cui dipendiamo e che ci stanno immergendo in un abisso economico senza ritorno.
 
Tutto è cambiato, quindi, affinché nulla cambi.

Una non notizia, per distogliere dalle notizie.
 
 
Paolo Franceschetti


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