Per la stampa americana aumenta la preoccupazione d’infiltrazioni terroristiche lungo la ‘rotta dei rifugiati’. Per Soufan group rischio di "esagerazioni e strumentalizzazioni mediatiche".
Il primo ministro francese Manuel Valls, spiegando ieri all'Assemblea Nazionale la decisione di dare il via a raid aerei della Francia contro lo Stato islamico anche sul territorio della Siria, ha tuttavia escluso un qualsiasi intervento di terra: "Sarebbe illogico e irrealistico". Se tuttavia si formasse una coalizione di Paesi mediorientali che decidesse di inviare truppe di terra "per liberare la Siria", ha detto il premier, questa avrebbe "l'appoggio della Francia".
Valls ha affermato che la decisione di estendere alla Siria i
bombardamenti anti-Isis, annunciata lunedì 14 settembre dal presidente
Francois Hollande, è giustificata dal diritto della Francia a
"esercitare la legittima difesa".
Il premier francese ha sostenuto che la campagna aerea alleata contro gli jihadisti non dovrebbe affatto rafforzare il regime del presidente della Siria Bashar al Assad: per la Siria anzi, secondo Valls, c'è "urgenza di trovare una soluzione politica che volti definitivamente la pagina dei crimini" del siriano Assad.
Intanto,
secondo la stampa statunitense, l'esodo di cittadini iracheni e siriani
verso l'Europa che ha raggiunto dimensioni senza precedenti, e le
notizie riguardanti il furto di passaporti da parte dello Stato islamico
e l'infiltrazione dei suoi combattenti tra i siriani fuggiti in Turchia
fa crescere il timore che la marea umana riversatasi nel Vecchio
continente abbia portato con sè anche terroristi ed estremisti.
I governi lungo la ‘rotta dei rifugiati' — scrive il Washington Post — danno diverse valutazioni della minaccia, mentre l'Associated Press riferisce che due funzionari del governo iracheno e un attivista siriano sostengono che un piccolo gruppo di estremisti dello Stato islamico si sia recato in Europa approfittando proprio della copertura offerta ai richiedenti asilo.
Eppure, Soufan Group, società che offre servizi d'intelligence strategici per i governi e le organizzazioni multinazionali, anche se ritiene "probabile" l'infiltrazione di elementi radicali tra i profughi in fuga dal Medio Oriente, giudica impossibile stabilire l'effettivo livello della minaccia e cita il rischio di "esagerazioni e strumentalizzazioni mediatiche".
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