“Sei tu stesso il tuo avversario,
la causa ripetuta dei tuoi fallimenti.
C’è un mondo oscuro, che non conosci.
Affrontalo con armi di luce.”
(Dugpa Rimpoce)
“Osserva,
in te e attorno a te, a che punto i pensieri, le parole e gli atti sono
pregni di avidità, di aggressività, di orgoglio, di invidia e di
illusione. Il male, ovvero l’aggressione, si dispiega solo perché siamo
deboli, demoralizzati, divisi contro noi stessi.
Il
male separa l’anima dalla sua sorgente, la isola, la divide contro se
stessa e la oppone alle altre anime. Il male è questa separazione. In
preda ai rapporti di forza, di dominazione, di sottomissione, di
predazione, d’aggressione, le anime terrorizzate dimenticano la loro
identità e riescono ancora meno a riconoscersi reciprocamente.
In
alcuni gruppi di esseri umani, quasi tutte le relazioni sono
strumentali: essere manipolati, manipolare, far “agire” l’altro,
ottenere qualcosa da lui. Non si comunica, non ci si esprime. Tutto ciò
che si dice ha un fine. L’affare del secolo consiste nel prendere potere
o nel dominare, da un lato, mentre si è dominati dall’altro.
In
questi ambienti patologici i rapporti tra le persone somigliano a
interazioni tra ingranaggi, cinghie di trasmissione, alberi a camme, in
una grande macchina di cui ognuno tenta di prendere il controllo. La
metafora popolare parla di un “nido di serpi”. Partecipare a queste
società di morti-viventi soffoca l’anima. Il male è ciò che fa di noi
dei insetti…
Il
diavolo è un satiro con le corna che infila i dannati in fondo
all’inferno, vale a dire l’immagine sorprendente e facile da ricordare
dell’insieme dei rapporti di odio, delle relazioni di potere e dei
sentimenti di tristezza. Il narcisismo e la cattiveria, l’accusa e il
senso di colpa, il potere e la paura, il “bisogno di amore” e
l’insensibilità, la collera e l’odio…
Il
nostro ego ha come alleati naturali gli ego degli altri. Gli ego degli
altri vengono a dare manforte al nostro ego. Tutti gli ego non formano
che un unico ampio sistema di sofferenza parassita che è solo incline a
estendersi e che spinge le anime a distruggersi reciprocamente mentre
beve il loro sangue.
Il
male è un meccanismo impersonale, irresponsabile, automatico,
implacabile, che mira a espandersi e a rafforzare il suo impero con ogni
mezzo. Ogni volta che soffriamo è la sofferenza di tutti gli esseri.
Infatti, la sofferenza, impersonale si propaga da un’anima all’altra. Si
trasmette come un’epidemia che rifuggiamo. Come un incendio sul quale
soffiamo. Ora, rifuggendo la sofferenza, non ce ne sbarazziamo,
contaminiamo gli altri. Ma se smettiamo di rifuggirla, allora soffriamo
perché smette di trasmettersi, fermandosi presso di noi. E lì soffriamo
ancora per tutti gli esseri.
Una
volta che certi automatismi emotivi e intellettuali si sono
impossessati di noi, dobbiamo nutrirli costantemente. L’automatismo si
fa passare per la parte più intima dell’io mentre è un parassita che
succhia la nostra vita. Avidità, aggressività, dipendenze, comportamenti
ripetitivi, riflessi; non solo questi automatismi ci fanno lavorare
tutta la vita, ma esigono anche che gli altri lavorino per loro!
Rifiutiamo
di essere asserviti a qualsiasi automatismo, che sia il nostro o quello
degli altri. Gli automatismi degli altri possono farci lavorare al loro
servizio solo perché si rivolgono ai nostri automatismi: così funziona
il sistema del male, la catena degli ego che si rinforzano
reciprocamente.
Ne
usciamo solo attraverso la disciplina del distacco e della presenza.
Sì, l’antidoto assoluto all’automatismo è la presenza poiché, dal
momento che siamo presenti, veramente presenti, non possiamo più essere
guidati da questi automi che di solito ci governano. Un automa non può
essere presente.
(Pierre Lévy, Il fuoco liberatore, Luca Sossella Editore, 2006.)
fonte: http://lacompagniadeglierranti.blogspot.it/2016/04/il-sistema-del-male.html
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