giovedì 13 ottobre 2016

Berlino vince sempre. Stravince ancora. Contro la Grecia


Non vorrei fosse sfuggita ai più la ultima meravigliosa vittoria di Schauble: è riuscito a impedire anche la minima ristrutturazione del debito greco, ammontante a 294,4 miliardi di euro, pari al 170% del Pil ellenico, e detenuto al 70 per cento dalla zona euro.

Il povero Alexis Tsipras ha commesso un errore in più: ha cercato di metter fuori il Fondo Monetario dalla troika dei creditori, nel calcolo – nella speranza – che i partner europei fossero più umani. E, commossi e impressionati dalla volontà del suo governo di “fare le riforme” (privatizzazioni a sangue) richieste, gli avrebbero accordato un taglio del debito. Con sforzi sovrumani, la Grecia ha prodotto un “avanzo di bilancio primario” (ossia prima del pagamento degli interessi) ormai notevole: 3,3 miliardi di euro nel primo semestre. 

Ottenuto con torchiature fiscali del proprio popolo senza precedenti: le famiglie del ceto medio e quello basso hanno visto aumentare il carico fiscale del 337% e hanno perso l’86 per cento del reddito che avevano, laddove i benestanti hanno perso ‘solo’ il 17-20, ed hanno avuto un aumento del carico fiscale inferiore al 10. I tagli salariali e la disoccupazione (oltre il 27 %) hanno intaccato la salute della popolazione, fatto crescere del 50% la mortalità infantile  e le malattie croniche del 26%.

L’avanzo primario strappato a questa gente, viene dato ai creditori, e mostra la volontà del governo di pagare… saranno comprensivi, gli europei? Macché. Anzi a maggio hanno preteso un sistema di “aggiustamento automatico” delle spese se non verranno rispettati gli obiettivi del 2018 (tale pretesa non viene esercitata mai, poniamo, sul governo francese). Dunque la giustificazione che il governo Tsipras ha usato per torchiare così crudelmente la gente – vedrete, la nostra obbedienza alla troika ci otterrà una ristrutturazione del debito – non è più valida.

Angela Merkel, che viene descritta come una che si chiude sempre più in se stessa perdendo i contatti con la realtà, ha lasciato completamente, la questione greca a Schauble. Il quale forse, chissà, punta col suo “Nein” ad un alleviamento dell’impossibile debito di Atene a produrre la sconfitta politica di Syriza e la vittoria elettorale di Nea Demokratia, il centro-destra che ai greci disperati si presenta come “più amico” dei creditori e dunque che può strappare qualche  favore. O più probabilmente, ossessionato dalle elezioni in Germania che si son mostrate disastrose per la sua CDU, non ha voluto apparire agli elettori tedeschi come uno che “fa un regalo ad Atene”, e anzi tranquillizzare detti elettori, contribuenti e depositanti (già rabbiosi per gli interessi zero di Draghi sui loro risparmi), sul fatto che “i loro soldi” sono ben protetti dal loro caro cerbero.

Fatto sta che Schauble ha sbattuto fuori il Fondo Monetario (che un taglio al debito greco lo predica da mesi) e adesso si fa a modo suo: un “prestito” ai greci per pagare i debiti, non ridotti. Più precisamente: ha aggravato la fattura che pagheremo noi contribuenti europei insieme ai tedeschi, perché – uscito il FMI – è il Meccanismo Europeo di Stabilità (MES, l’Italia vi partecipa con 125 miliardi) che si assume il versamento completo del “prestito” e dei successivi “prestiti” alla Grecia. 

Per Schauble va’ benissimo così, perché i contribuenti tedeschi non  hanno l’impressione di essere  alleggeriti dei loro soldini. Al MES i tedeschi (e noi) diamo una garanzia, con la quale il MES si limita a prendere in prestito fondi sui mercati  per versarli ad Atene; con questi fondi Atene rimborserà il FMI, la BCE, lo stesso MES.

“E’ un circuito quasi chiuso che Schauble potrà dire indolore” davanti ai  tedeschi, scrive l’economista Romaric Godin, tanto più che “essendo la ricapitalizzazione delle banche elleniche costata meno del previsto, il MES dovrà versare meno degli 86  miliardi previsti, ciò che compenserà la non-partecipazione finanziaria del FMI”. Il quale, s’intende, resta creditore di 13 miliardi. Ma non disturba più ripetendo che il debito greco è insostenibile.

Dunque, la UE concede alla Grecia di pagare i suoi debiti facendo nuovi debiti: ciò si chiama sui media “aiutare” la Grecia. E  non basta ancora: Atene sperava di avere libera, per la sua sottomissione, il montante di 2,8 miliardi di euro. L’Eurogruppo, guidato da Disselbloem (ossia da Scahuble) ha “liberato” solo 1,1 miliardi.

Sono i 1,1 miliardi destinati al “servizio” del debito (essenzialmente alle banche tedesche e francesi), fra cui 450 milioni dovuti al FMI. I restanti 1,7 miliardi che sono stati negati servivano a pagare gli arretrati dello stato greco ai propri fornitori. Fattore cruciale, perché tali arretrati non pagati mettono in crisi le aziende private greche (ce ne sono ancora, miracolo), ossia quelle che devono accumulare profitti, e l’avanzo primario necessario per ripagare il debito agli europei. Pensate un po’ come possono essere invogliati i leggendari “capitali esteri” – che la UE incita i greci ad attirare –  ad investirsi in un paese dove tutto ciò che si guadagna deve essere reso ai creditori, per di più a debito, e tartassato da simile torchia fiscale.

Quale scusa ha trovato l’Eurogruppo per negare la tranche suddetta? Che forse la Grecia non ha interamente utilizzato la tranche precedente di “aiuti” (sic) in saldo dei suoi arretrati, quegli 1,8 miliardi liberati a giugno. Tsipras dice di sì, Dijsselbloem dice di no. “Dal punto di vista tecnico niente giustifica questo metodo”, scrive Godin, che è una  misura arbitraria fissata dalla UE a  maggio, e che dunque la UE può adottare con elasticità. Non ha voluto applicare questa elasticità alla Grecia, che applica alla Francia (e persino in parte all’Italia, minacciata dai “populismi”).

Il motivo non può essere che uno: punire Syriza e Tsipras, e i greci, per la loro insubordinazione  dell’anno passato. Avevano votato per referendum, contestando l’Unione Europea, i criminali! Ecco che adesso l’Europa non vi dà più  alcuna fiducia! Soffrite e morite, mascalzoni.

E ciò mentre:
1 – la Germania ha aumentato ancora ad agosto il suo attivo commerciale di 20 miliardi di euro; 
2 – Deutsche Bank ha ottenuto da BCE di poter falsificare i suoi stress test fingendo di aver venduto una partecipazione ad una banca cinese, che invece non aveva concluso; una benevola eccezione che altre banche europee avevano chiesto e a cui era stata negata da Draghi. 
3 - Hollande ottiene continuamente di sforare il deficit oltre il 3 per cento, come compenso per aver fatto della Francia il vassallo e lustrascarpe di Berlino.
E’ l’Europa, ragazzi. Quella che sta letteralmente provocando l’estinzione della popolazione ellenica (la natalità è calata del 22% rispetto ai livelli pre-crisi). La crudele dittatura dei ‘due-pesi-due-misure’ ad arbitrio tedesco.

In fondo, anche questo è un sintomo della grande apostasia. S’è cessato di pregare “rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori”. La Germania non rimette nemmeno una briciola ai suoi debitori; non le saranno rimessi.


Maurizio Blondet

fonte: http://www.maurizioblondet.it/berlino-vince-sempre-stravince-ancora-la-grecia/

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