La tentazione di concettualizzare la strategia della Macchina Clinton nel primo dibattito presidenziale americano è irresistibile; lasciare che Trump si metastatizzasse in un brezel, una missione non impossibile; di fatto, compiuta.

Tirando su col naso e barcollando, esagerando e centellinando le parole, soffocando per la rabbia, avventandosi perfino sul microfono per coreografare una mazzata, “Donald” (come lo chiamava il “Segretario Clinton”) ha abboccato completamente all’esca gettata da un’avvocatesca Madre Superiora addestrata a Yale, astuta, inesorabilmente concentrata, e preparatissima. Freud, Jung e Lacan devono aver versato lacrime di gioia dalle loro nuvolette alla vista di questo show rivelatore dell’ego.

Mentre il Segretario Clinton ha controllato il dibattito, Donald non è riuscito nemmeno a controllare il suo temperamento; ma visto che Donald è fatto così, questo non gli ha impedito di lanciarsi in un inatteso auto-elogio del suo “temperamento”.

L’ultima puntata del colloquio di lavoro più lungo del pianeta, svoltasi su un palcoscenico blu scuro costellato da stelle bianche, con un’aquila americana dotata di un ramoscello d’ulivo – fuori luogo, può essere qualificata come la TV folle e stravagante al suo apice.

Ma per quanto riguarda Donald è stata in gran parte dolorosa da guardare: ha prevalso un illogico flusso di coscienza, come nel caso della frase “ho un figlio di 10 anni, è molto bravo col computer” – telecronaca della vulnerabilità della sicurezza cibernetica americana.

Ma poi, da un punto di vista dell’opinione pubblica globale, c’è la geopolitica – un qualcosa che fasce di Americani ampiamente infantilizzati considerano nel migliore dei casi un parolone senza senso, ma lo stesso Segretario Clinton ha tenuto a sottolineare che “le parole sono importanti”.

Perciò vediamo come (e se) i termini geopolitici hanno dato senso all’incontro nella gabbia tra Hillary e Trump.

Trump disinnesca la Terza Guerra Mondiale
Donald ha demonizzato soprattutto la Cina (dal punto di vista del commercio) e l’Iran, mentre il Segretario Clinton ha demonizzato con forza la Russia e l’Iran, anche se sono stati tirati in ballo la Corea del Nord e il terrorismo; così entrambe le parti anno reso omaggio alle cinque più importanti “minacce esistenziali” del 21° secolo per l’aquila americana secondo il Pentagono.

L’opinione di Trump sulla Cina sembra quella di qualcuno che ha letto Sun Tzu dopo aver assunto dell’LSD; “Vedete cosa sta facendo la Cina al nostro paese in termini di fabbricazione dei nostri prodotti, stanno svalutando la loro moneta e non c’è nessuno nel nostro governo che li combatta… Stanno usando il nostro paese come salvadanaio per ricostruire la Cina, e molti altri paesi stanno facendo lo stesso”.

Pechino non sta praticando il Quantitative Easing (QE); in realtà lo stanno facendo USA, Giappone e Germania.

Sfortunatamente Donald Trump non ha argomentato sul riscaldamento globale; un suo tweet del 7 novembre 2012 affermava che il riscaldamento globale è stato inventato dalla Cina per devastare l’industria manifatturiera americana.

D’altro canto Trump potrebbe aver – indirettamente – avallato la One Belt, One Road (OBOR) cinese, alias la Nuova Via della Seta, che si basa completamente sul miglioramento delle infrastrutture; “Atterrate al La Guardia, al Newark-Liberty, all’Aeroporto Internazionale di Los Angeles, e voi venite da Dubai e dal Qatar, venite dalla Cina e avete visto i loro incredibili aeroporti, siamo diventati un paese del Terzo Mondo”.

Donald ha incolpato Hillary di aver fatto diventare l’Iran una “potenza importante” – una trovata che potrebbe essere stata ideata dall’ingannevole magnate dei casinò Sheldon Adelson (che era nel pubblico, e riverito come un monarca). Ha descritto l’accordo sul nucleare iraniano come “uno dei peggiori accordi fatti da qualsiasi paese nella storia”, insistendo sul fatto che i “400 milioni di dollari in contanti” facessero parte dell’accordo, e che Hillary ne fosse responsabile, e Donald lo sa perché “L’altro giorno ho incontrato Netanyahu”.

Cina e Iran sono correlate in vari gradi alla Nuova Via della Seta, e ovviamente al piano Pivot to Asia, che venne annunciato per la prima volta da Hillary, che quindi ha dovuto dire, “Voglio rassicurare i nostri alleati in Giappone, Corea del Sud e altrove che abbiamo trattati di difesa reciproca e che li onoreremo”. Aggiunta cruciale; “Potete fidarvi di noi”, ma come dimostrato dall’ultimo G20 in Cina, gli Asiatici non sono impressionati da ciò.

Riguardo alla NATO, Trump ha detto che il monolite atlantista deve impegnarsi in operazioni antiterrorismo dirette in Medio Oriente. La NATO in realtà possiede un programma di Difesa contro il Terrorismo da 12 anni, ma il problema è che le sue priorità sono i cambi di regime – dalla Libia alla Siria; che l’eroina continui ad affluire dall’Afghanistan; e infischiarsene dei “ribelli moderati”.

Trump ha promesso di far pagare la permanenza nella NATO: “Devono capire che sono un uomo d’affari”, gli alleati “non stanno pagando la parte loro dovuta”.

Il Segretario Clinton non si è risparmiata nell’enfatizzare il fatto che Trump abbia “lodato Vladimir Putin”, al che Trump le ha risposto: “Sbagliato”. Avrebbe potuto fare delle precisazioni, se non stesse tirando su col naso così forte; in un dibattito del 20 Marzo, Trump disse, “Putin è un leader forte, assolutamente. È un leader forte. Ora, io non dico questo nel senso buono o cattivo, lo dico come dato di fatto”.

È passato praticamente inosservato, ma Trump, in una frase, potrebbe aver parlato di fatto della Terza Guerra Mondiale nel caso diventasse Presidente; “Certamente non colpirei per primo” – come afferma la dottrina ufficiale americana, reiterata da Obama, che garantisce il diritto agli USA di attaccare per primi con le armi nucleari. Il Segretario Clinton non ha commentato.

Voglio la mia Torre di Pyongyang
Donald sembra aver trovato una soluzione nella Corea del Nord; “Guardate la Corea del Nord, non stiamo facendo niente lì. La Cina dovrebbe risolvere il problema al posto nostro, la Cina dovrebbe andare in Corea del Nord, la Cina è la voce del potere quando si relaziona con la Corea del Nord”. 

Aggiunta cruciale; anche l’Iran “ha potere sulla Corea del Nord”.

Ora immaginate un summit a tre che veda Xi Jinping, l’Ayatollah Khamenei e Kim Jong-un discutere dell’accordo di Trump, che per fare qualcosa in più costruirebbe un Hotel e Casinò Trump a Pyongyang.

Il Segretario Clinton è stata inflessibile quando ha detto “Donald ha sostenuto l’invasione dell’Iraq”, anche se Trump le ha risposto: “Sbagliato”, ma in realtà aveva ragione la Clinton; Trump lo fece già nel 2002, ma “questa è un’insensatezza dei media ufficiali inventata da lei!”

Donald è stato duro quando ha detto che “il Presidente Obama e il Segretario Clinton hanno creato un vuoto nel quale ci si è infilato l’ISIS”. In realtà, Hillary potrebbe aver “combattuto l’ISIS per la vostra intera età adulta”. Il Tenente Generale Michael Flynn non ha istruito adeguatamente Donald; voleva dire Al-Qaida in Iraq – che è nata come diretta conseguenza della “Missione Compiuta” di Bush. Il suo derivato ISIS/ISIL/Daesh è emerso completamente solo nel 2014, quando Hillary già non era più Segretario di Stato, e quindi Donald non è riuscito a spiegare come l’ascesa dell’ISIS sia stata una scelta premeditata fatta dalla Washington ufficiale.

È stato sul tema dei cyber-attacchi agli USA che il Segretario Clinton è finalmente riuscita – sottilmente – a confondere le tre “minacce esistenziali” del Pentagono che sono coinvolte da vicino nell’integrazione eurasiatica; Russia, Cina e Iran.

Passando in un sol colpo dal cyberspazio al Dominio sull’Intero Spettro, ha detto “che sia la Russia, la Cina, l’Iran o chiunque altro, gli Stati Uniti hanno capacità di gran lunga superiori. E noi non ci siederemo pigramente permettendo ad attori statali di spiare le nostre informazioni, il nostro settore privato delle informazioni o il nostro settore pubblico delle informazioni”.

Donald ha sottolineato, “se [dietro l’hackeraggio della Convention Nazionale Democratica] ci sia stata la Russia, la Cina o un altro paese, non lo sappiamo”. Tecnicamente corretto, ma questo non ha impedito alla Clinton di controbattere; “Sono rimasta così shockata quando Donald ha pubblicamente invitato Putin ad hackerare i computer degli Americani, questo è semplicemente inaccettabile”.

Autostrada per l’Inferno
Perciò, in parole povere, Donald potrebbe aver assestato solo due colpi buoni; sul NAFTA e gli accordi commerciali disonesti, e sul disordine assoluto in Medio Oriente esacerbato da Obama e dalla Clinton. Non ha però detto nulla sulla Fondazione Clinton, che viene profumatamente finanziata dai sostenitori diretti e indiretti del Jihadismo Salafita che hanno base nel Golfo Persico.

Alla fine, tutte queste parole sono importanti, come ha evidenziato la stessa Hillary? Quasi. Una presunta vittoria per atterramento al primo dibattito potrebbe essere solo un segnale durante la corsa. Il Segretario Clinton non conquisterà nuovi voti oltre lo spettro del “cesto dei deplorevoli” così come Donald non conquisterà nuovi voti tra gli impiegati bianchi.

Potremmo anche aver visto la bigotta e avvocatesca Madre Superiora espellere dalla classe l’alunno milionario bullo che tirava su col naso, barcollava, inveiva e gemeva – verso una qualche variante dell’autostrada per l’Inferno. Ma la prossima volta non sarà trasformato in un brezel così facilmente. 

In questa contesa politica del tutto irrazionale, il flusso di coscienza potrebbe avere l’ultima parola; “Ho un giudizio migliore di lei… Non c’è dubbio su questo. Ho anche un migliore temperamento del suo, lo sapete? Io ho un miglior – lei ha speso – lasciatemelo dire – ha speso centinaia di milioni di dollari in pubblicità – sapete, trasformano Madison Avenue in una stanza, mettono nomi – oh il temperamento, andiamo avanti – Penso che la mia risorsa migliore, forse di gran lunga migliore, è il mio temperamento. Io ho un temperamento vincente. Io so come vincere. Lei non ha…”


*****

Articolo di Pepe Escobar pubblicato su The Saker e Sputnik International il 27 settembre 2016.
Traduzione in Italiano di Raffaele Ucci per SakerItalia.it