Se la più grande partita a poker di
tutti i tempi finirà con un grande colpo nucleare, e i sopravvissuti
analizzeranno le cause della Terza Guerra Mondiale, allora moriranno
ridendo. La Terza Guerra mondiale è stata combattuta per salvare
al-Qaeda. Si, miei cari lettori! Lo Zio Sam ha invaso l’Afghanistan allo
scopo di punire al-Qaeda, ed ora ha iniziato la Guerra Mondiale per
salvare al-Qaeda. Di sicuro un rapporto spassionato amore/odio
fortemente ambivalente fra il gentiluomo americano e la ragazza araba,
dall’11 settembre ad Aleppo.
Per gli storici del futuro la Terza
Guerra Mondiale è iniziata con la decisione americana di terminare i
colloqui bilaterali con la Russia sulla Siria. Lasciamo che parlino le
armi, hanno detto. Ecco una rivelazione esclusiva:
Gli Stati Uniti hanno deciso di
sospendere i colloqui dopo che la Russia ha chiesto il ritiro dei
combattenti di al-Qaeda (Fronte al-Nusra, ecc.) da Aleppo. Questo è
stato il casus belli.
Sono in possesso di due documenti che attestano l’inizio della guerra:
Documento uno,
intitolato: “Accordo del 2 ottobre”. Questa è la bozza di un accordo
americano presentato dal Segretario di Stato americano John Kerry al
Ministro degli Esteri (russo) Sergey Lavrov. Nella prima riga si dice
che
“La Federazione Russa garantirà per il 3 ottobre un’immediata cessazione di tutte le attività belliche offensive ecc.“.
Si basa sul vecchio e fugace accordo Lavrov-Kerry, con una aggiunta importante
“senza la precedente richiesta per il riposizionamento delle truppe”.
Documento due, chiamato:
“Riduzione della violenza ad Aleppo, assistenza umanitaria a pieno regime per la popolazione civile, preparazione alla effettiva cessazione delle ostilità e separazione delle forze dell’opposizione moderata da quelle di Jabhat al-Nusra”. E’ sottotitolato “bozza di dichiarazione di intenti”.
Questa è la contro-proposta russa, che conferma l’accordo di Ginevra del 9 settembre 2016.
La sua parte più importante è la
richiesta di separare i combattenti di al-Qaeda (cioè i terroristi)
facendoli uscire da Aleppo attraverso il corridoio umanitario di
Castello Road.
A questo documento gli Americani hanno risposto con l’interruzione dei colloqui.
Perciò, i Russi volevano far uscire
al-Qaeda da Aleppo, in modo che la città potesse essere rifornita e
riportata alla vita. Gli Americani erano pronti ad aprire le ostilità
contro la Russia per assicurare ad al-Qaeda il diritto di rimanere nella
città.
In altre parole, gli Americani non hanno
creduto al loro stesso mito dell’opposizione moderata. Sapevano bene,
tanto quanto i Russi, che, senza i “terroristi”, l’insurrezione in Siria
è condannata. Non hanno voluto che la Siria rimanesse sotto Assad e con
i Russi.
Come al solito, hanno alzato un gran
polverone umanitario sui bambini sofferenti di Aleppo. Perché Aleppo e
non Mosul, con le sue vittime sempre più numerose? Solo perché gli
assassini di Mosul sono sostenuti dagli Stati Uniti? Perché non lo
Yemen, dove le truppe saudite, usando armi americane (procurate tramite
robuste bustarelle alla cassaforte di guerra della Clinton), hanno
ucciso più bambini di tutti quelli che si trovano ad Aleppo? E dov’è la
grande e fraterna sostenitrice di Madame Clinton, la Signora Albright,
famosa per aver detto “ne valeva la pena”, riferendosi all’uccisione di
500.000 bambini in Iraq?
Non c’è dubbio, i bambini e gli adulti
di Aleppo stanno soffrendo, e c’è un modo semplice per porre fine alle
loro sofferenze: rimuovere i “terroristi” e permettere alle forze più
moderate di partecipare al processo politico. Ma così Assad e i Russi
manterrebbero il controllo di gran parte della Siria.
L’insurrezione in Siria sarebbe
terminata molto tempo fa se gli Stati del Golfo e l’America non avessero
pompato miliardi di dollari, caterve di armi e vagonate di combattenti
disoccupati dalle nazioni vicine. Per tanta gente sarebbe stato molto
triste, ma non un disastro terribile per i Siriani.
Qualche volta le
rivolte terminano con una sconfitta. E questa non è la fine del mondo.
La rivolta irlandese del 1916 terminò
con una sconfitta, ma l’Irlanda c’è ancora. Le Tigri Tamil non sono
riuscite a conquistare lo Sri Lanka. L’annientamento della
Confederazione, durante la Guerra Civile Americana è stato sanguinoso e
crudele. Atlanta venne bruciata e i suoi cittadini espulsi con la forza.
Ne morirono un milione, molti più che in Siria, e la popolazione
mondiale era molto più ridotta allora. Ci si può immaginare le truppe
europee che sbarcano sulla costa americana e liberano Atlanta in nome
dei diritti umani, salvando la Confederazione. Ma non è successo. Le
Guerre Civili hanno la loro logica. La sconfitta dei ribelli non
rappresenta la fine di una nazione.
Da giovane e idealista soldato
israeliano, avevo in progetto di andare in Nigeria e di unirmi
all’esercito dei ribelli del Biafra. Pensavo che gli Ibo fossero gli
“Ebrei dell’Africa” e che dovessero essere protetti da un imminente
genocidio. Alla fine rimasi bloccato dal conflitto di logoramento al
Canale di Suez, e la guerra del Biafra terminò senza il mio apporto.
Nonostante le previsioni apocalittiche, la Nigeria si riunificò e gli
Ibo vennero reintegrati.
Anche la guerra siriana può terminare
con una sconfitta dei ribelli. Il governo assumerà il controllo, i
Siriani terranno le elezioni ed alla fine si arriverà ad un minimo di
coesistenza. Avete paura che le elezioni con Bashar Assad non siano
regolari? Gli Stati Uniti possono prestar loro La Sig.ra Debbie
Wasserman-Schultz per controllare la regolarità del voto. Sono sicuro
che le possibilità di Assad non saranno migliori o peggiori di quelle
della Sig.ra Clinton nelle elezioni americane.
Le forze di al-Qaeda (continuo ad usare
questo nome perché questi cambiano in continuazione la loro
denominazione ufficiale; erano al-Nusra, poi Ahrar al-Sham, e
probabilmente (diventeranno) l’Unione degli Scoiattoli per le Noccioline
Siriane, ma sono sempre la stessa, buona, vecchia al-Qaeda che aveva
bombardato New York l’11 settembre, e che era stata bombardata in
Afghanistan, Iraq e Libia) stanno per essere sconfitte. Se gli Americani
ci tengono così tanto, possono portarseli a casa, negli Stati Uniti,
con dei voli diretti Aleppo-Washington, dal momento che questa città
sembra essere il posto più favorevole ad al-Qaeda, a parte le caverne di
Bora Bora. Probabilmente il Partito Democratico darà loro il benvenuto e
il Presidente Obama offrirà loro la cittadinanza americana.
L’unico modo per salvare al-Qaeda (a
parte quello descritto sopra) è iniziare una guerra con la Russia. E
questa è proprio la scelta che l’amministrazione americana sta per fare.
Dato che gli Stati Uniti non possono
pensare seriamente di distruggere l’umanità per salvare al-Qaeda, siamo
costretti a cercare una spiegazione migliore.
Queste spiegazioni sono valide. Sappiamo
che gli Stati Uniti hanno appoggiato il progetto qatariota di un
gasdotto, dai giacimenti di gas del Qatar fino in Europa, per indebolire
l’economia russa e la dipendenza europea dal gas russo. Sappiamo che
Hillary Clinton ha promesso di spezzare la Siria “per la sicurezza di Israele”, come ha scritto in una e-mail rivelata da Wikileaks.
Perché la guerra? Per il piacere di
farla. Ai leaders americani piace la politica del rischio calcolato,
come mi è stato riferito da qualcuno molto ben introdotto nei circoli di
potere. Questa è una caratteristica umana. Ai ragazzi piace camminare
sull’orlo del precipizio. E’ il loro modo per dimostrare di essere
migliori dei loro amici. Lo fanno anche gli adulti, per la stessa
ragione.
La politica del rischio calcolato è la
pratica di rendere una situazione estremamente pericolosa allo scopo di
ottenete il risultato voluto, secondo la definizione fin troppo
razionale del dizionario, ma nella vita reale delle elites, la ragione
(“per ottenere il risultato voluto”) è stata dimenticata. E’ arte pura:
la politica del rischio calcolato per il piacere del rischio calcolato.
Per un certo periodo i leaders americani
hanno fatto a gara su chi aizzava di più l’orso russo, su chi avrebbe
portato il mondo più vicino all’orlo dell’abisso. Perché? Solo perché è
lì, come aveva detto Mallory prima di scalare l’Everest. Forse è per le
sue dimensioni, per la sua apparente goffaggine (“il gigante dalle gambe
di argilla”), per la sua vicinanza, che la Russia risveglia simili
desideri suicidi nei cuori dei leaders potenti, da Napoleone ad Hitler.
Le motivazioni pratiche, semi-razionali,
sono sempre state molto fragili e di solito comprendevano il
salvataggio del popolo russo dai loro crudeli governanti, i
giudeo-bolscevichi o il Regime della Frusta (l’intervento umanitario non
è un’invenzione moderna!). Adesso si tratta di salvare i bambini di
Aleppo.
Invero, i bambini di Aleppo potrebbero
essere salvati facendo uscire i combattenti dalla città, ma questo non
fa punteggio nel gioco della politica del rischio calcolato.
I Russi capiscono il trucco. Stanno
cercando di salvare la Siria e le loro posizioni in Siria; prima avevano
cercato di proteggere quelle vicino a casa annettendo la Crimea,
sull’onda del colpo di Stato a Kiev, orchestrato dall’Occidente. Ogni
volta, hanno cercato di essere ragionevoli. A loro non è piaciuto come
sono stati trattati, ma se ne sono fatti una ragione.
Ora sono finalmente arrivati alla
conclusione che gli Stati Uniti non smetteranno di provocare fino a
quando il guanto della sfida non sarà stato raccolto. E’ la resa o la
guerra. Anche se dovessero lasciare la Siria (ma non ne hanno nessuna
intenzione), gli Americani troverebbero sempre un modo per provocarli.
Questo è il motivo per cui Putin ha pubblicato le ordinanze sul Plutonio e sull’Uranio [in inglese].
Questi decreti simboleggiano la fine dell’era Gorbachev-Yeltsin, e
vanificano la “vittoria nella Guerra Fredda” degli Stati Uniti
sull’URSS. Negli anni ’80, le due superpotenze di allora avevano
raggiunto il potenziale militare per la MAD (Mutua Distruzione
Assicurata), ma, ad iniziare dal 1986, Gorbachev e poi Yeltsin, avevano
offerto la resa delle posizioni russe. Molti missili erano stati
smantellati, le testate atomiche inattivate e mandate negli Stati Uniti
perché servissero come fonte di energia per i reattori americani.
Gli scienziati e gli esperti russi
lamentavano il fatto che il plutonio e l’uranio arricchito, estremante
costosi, venissero svenduti per quattro soldi, che missili letali ed
efficienti fossero smantellati e che venisse diminuita la capacità di
combattere il nemico. Ma il governo russo diceva che la Russia non aveva
nemici, che gli stati Uniti erano amici, e che i missili e le testate
non servivano più.
Alcuni anni fa, Putin incominciò
lentamente a ripristinare e a modernizzare l’arsenale nucleare. Era già
troppo tardi, perché i Dr. Stranamore americani chiedevano il first strike [primo colpo]
atomico contro una Russia ormai debole. Dicevano che non ci sarebbe
stata rappresaglia, dal momento che l’armamento nucleare russo era
troppo vecchio e poteva essere intercettato dagli ultimi sistemi
antimissile americani. In ogni caso, la Russia ha rispettato gli accordi
fatti da Gorbachev e Yeltsin, e ha coscienziosamente mandato in
Occidente il plutonio e l’uranio arricchito. Questi accordi hanno reso
sicuri gli Stati Uniti ed hanno mantenuto vulnerabile la Russia.
Se gli Stati Uniti giocassero le loro
carte con onestà e sicurezza, questa situazione potrebbe andare avanti
per molto tempo. Fino ad ora, i Russi hanno risposto timidamente al
crescendo di minacce e accuse da parte della NATO. Ma adesso, in una
sola settimana, i media mainstream occidentali hanno accusato la Russia
di molteplici crimini di guerra, dall’aver abbattuto l’aereo di linea
malese sull’Ucraina, al bombardamento di un convoglio umanitario in
Siria.
I Russi sono assolutamente sicuri che
queste accuse sono senza fondamento. Meno dell’8% degli intervistati in
Russia crede che siano stati i Russi ad attaccare l’aereo di linea.
Pensano che esso sia stato abbattuto dagli Ucraini, che erano convinti
di attaccare l’aereo di Putin. Per quanto riguarda poi il convoglio
umanitario, un filmato della BBC mostra chiaramente gli effetti della carica termobarica, caratteristica dei missili Hellfire in dotazione ai droni Predator americani. Dicono poi che un drone di questo tipo era stato osservato sul luogo della tragedia.
Putin è stato demonizzato, come lo erano
stati Milosevic e Saddam, è stato paragonato a Hitler e (orrore!) a
Trump. Un editoriale del New York Times ha descritto la Russia come uno
stato canaglia.
Queste spinte concordate hanno lasciato il segno. Non
puoi sapere quanto in là ti puoi spingere fino a quando non ti sei
spinto troppo lontano. I Russi sono stati spinti troppo lontano.
Hanno iniziato a smantellare tutto il
sistema dei trattati stipulati dopo il collasso dell’Unione Sovietica.
Proprio come in una lite di famiglia, quando l’uomo, investito e
spintonato dalla sua isterica consorte, solleva una pila di piatti di
porcellana e li frantuma sul pavimento della cucina.
Adesso la guerra
nucleare è abbastanza probabile, a meno che i leaders degli Stati Uniti
non tornino a ragionare.
I Russi non sono preoccupati della
guerra imminente. Non c’è né panico, né paura, solo una fredda e stoica
accettazione di qualunque cosa possa arrivare. Questa settimana,
qualcosa come 40 milioni di persone hanno partecipato ad una enorme
esercitazione della difesa civile. Sono stati riaperti e ripristinati i
rifugi antiaerei di Mosca e delle altre città. Non vogliono la guerra,
ma se dovesse arrivare, la affronteranno. I Russi hanno combattuto molte
guerre contro l’Occidente; non ne hanno mai iniziata una, ma hanno
sempre combattuto fino alla fine.
Un attacco americano in Siria, contro le
basi russe o siriane potrebbe essere il punto d’inizio della valanga.
Io sono veramente meravigliato dallo spirito dei Russi: sono molto più
solidali di quanto lo fossero nei giorni della Guerra di Corea, o di
quella del Vietnam, o durante la crisi cubana. Allora avevano paura
della guerra ed erano pronti a fare sacrifici per evitare la MAD. Ora
non più.
La preparazione all’Armageddon è la cosa
più inattesa e spaventosa che ho osservato. E’ ancora più inaspettata
perché il tenore di vita del Russo medio è molto aumentato. I Russi
probabilmente non hanno mai vissuto tanto bene come oggi. Hanno molto da
perdere; è unicamente la sensazione di essere stati messi nell’angolo,
ed anche in modo ingiusto, che li fa reagire in questo modo.
Le ardite richieste di Putin: togliete
tutte le sanzioni, rimborsate i danni causati dalle sanzioni e dalle
contro-sanzioni, rimuovete le vostre truppe e i blindati dagli Stati
Baltici, dalla Polonia e dalle ultime nazioni che sono entrate nella
NATO, fanno capire che la posta in gioco è indubbiamente alta. Non sono
solo i leaders americani ad essere capaci di camminare sull’orlo
dell’abisso: (anche) i Russi possono mostrare loro l’arte della politica
del rischio calcolato. Dopo l’umiliazione totale degli anni ’90, è
assai improbabile che i Russi escano dalla strada in cui i due bestioni
nucleari stanno viaggiando l’uno contro l’altro.
Ci sono alcuni segnali che fanno capire come gli Americani stiano ritornando a ragionare.
“Il Presidente ha discusso in dettaglio il motivo per cui la campagna militare contro il regime di Assad, per cercare di risolvere la situazione ad Aleppo, è improbabile che ora possa conseguire gli obbiettivi che molti si aspettavano, come una diminuzione della violenza laggiù”,
ha detto martedì scorso ai giornalisti il portavoce della Casa Bianca Josh Earnest.
Non Intervenite In Siria.
Così, forse, potremo vivere ancora un po’.
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Articolo di Israel Shamir pubblicato su The Unz Review il 9 ottobre 2016
Tradotto in italiano da Mario per Sakeritalia.it
[Le note in questo formato sono del traduttore]
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