lunedì 17 ottobre 2016

Truppe italiane ai confini russi: il Governo Renzi/Gentiloni dimostra la sua subalternità al “padrone” USA


Il Governo Renzi /Gentiloni, con l’invio annunciato di un contingente di militari italiani in Lettonia, ha esplicitato la sua totale sudditanza ai padroni USA ed ha commesso un gesto gravissimo che andrà ad incidere nelle relazioni dell’Italia con la Russia, già complicate dalle sanzioni e dal clima di tensione innescato da Washington e dalla NATO con il grande paese euroasiatico.

La decisione dell’invio di un contingente italiano nel Baltico, in Lettonia, era stata presa durante il summit della NATO, svoltosi tra l’8 ed il 9 di Luglio a Varsavia. Era stato previsto che in Lettonia il contingente sarebbe stato formato da militari italiani, canadesi, ed anche portoghesi. In Estonia militari britannici, in Lituania forze tedesche.

Nel summit svoltosi a Varsavia, la Nato, preoccupata da quella che il segretario generale Stoltenberg ha definito ”la minaccia russa”, aveva deciso di rafforzare la sua presenza militare nei paesi baltici e in Polonia, dislocando nei confini orientali del patto atlantico forze armate di diverse nazionalità.

In Estonia il gruppo sarà guidato da militari britannici, in Lituania da forze armate tedesche. In Polonia la presenza militare Nato sarà in particolare formata da militari statunitensi.
Oggi compiamo un ulteriore passo. Abbiamo deciso di migliorare la nostra presenza militare nei confini orientali. Con quattro battaglioni in Polonia, Estonia, Lettonia e Lituania, secondo principi di rotazione” 
aveva affermato trionfante il segretario generale Nato Stoltenberg.

Era stato già allora entusiasta il commento di Renzi che si sentiva importante in questo summit e, in una sosta del vertice di Varsavia, si era affrettato a dichiarare, nel corso di una conferenza stampa:
”“Esprimo soddisfazione per come è andato questo vertice, non ancora concluso. Dopo ci sarà l’incontro sull’Ucraina e poi un incontro con il presidente Obama, in cui discuteremo di alcune delle principali questioni, dalla Ucraina, a Siria, a Libia”.
Riferendosi alla situazione nello scacchiere Medio Orientale, lo stesso Renzi aveva dichiarato:
……Le cose vanno un po’ meglio in tanti settori, non bene, ma significativi passi in avanti sono stati fatti in Iraq e in Siria. In questo momento Daesh sta indietreggiando ….. le cose vano un po’ meglio anche in Libia dove il ruolo che l’Italia sta svolgendo è particolarmente importante”, 
aveva aggiunto il presidente del Consiglio. Un ottimismo del tutto fuori luogo, come lo sviluppo successivo degli avvenimenti ha reso evidente a tutti.

Stoltenberg con Gentiloni
Stoltenberg con Gentiloni
Quindi il Governo Renzi, mentre la situazione è infuocata nel Medio Oriente (altro che ” le cose vanno un pò meglio”) con il continuo rifornimento ed invio di rinforzi ai gruppi terroristi da parte di Arabia Saudita e Turchia, alleati della NATO, con decine di attacchi terroristici messi in atto contro le comunità sciite e le minoranza cristiane (l’ultimo a Baghdad ha fatto circa 200 vittime), mentre il Mediterraneo è solcato da centinaia di barconi che si dirigono verso le coste italiane, con una invasione in corso agevolata dalle navi della Marina italiana e dalla flotta NATO, secondo il Governo Renzi l’interesse nazionale prioritario dell’Italia sarebbe quello di mandare un contingente militare italiano nei paesi baltici per minacciare la Russia ai suoi confini in un clima peggiore della Guerra Fredda e paragonato ormai, da vari esperti, alla concentrazione di truppe ai confini orientali a cui fece seguito, nella Seconda Guerra Mondiale, l”invasione della Russia delle truppe italo-tedesche.

La Storia si ripete.

Naturalmente nei discorsi di Renzi e dei plenipotenziari della NATO, come il bellicoso segretario Stoltenberg, sembra che sia la NATO ad essere minacciata dalla Russia (e non il contrario) e si vuole fare apparire la NATO come quella che combatte il terrorismo in Medio Oriente, trascurando il fatto che la destabilizzazione in Iraq, in Libia ed in Siria è stata creata direttamente o indirettamente (attraverso l’appoggio alle bande mercenarie in Siria) proprio dalla NATO, che l’utilizzo delle bande di Al Qaeda in Libia ed in Siria è stato fatto dagli USA e dalla NATO per i propri fini geopolitici (rovesciare i governi sgraditi agli interessi USA) ed evitando di menzionare l’Intervento russo in Siria che è quello che sta facendo arretrare le bande terroriste mentre la NATO le sostiene ancora oggi apertamente per rovesciare il Governo di Damasco.

La Russia secondo Stoltenberg e secondo gli ultimi discorsi di Obama, deve essere considerata una “seria minaccia” e la NATO deve fronteggiare una potenziale aggressione contro i paesi baltici e la Polonia, mentre basta guardare una cartina geografica per verificare la quantità di basi militari costituite dalla NATO sotto i confini russi, un vero e proprio accerchiamento progressivo, per capire chi minaccia chi.

Alla Russia viene rimproverato di aver innescato la crisi con l’annessione della Crimea, omettendo che la popolazione della Crimea si è pronunciata con un referendum ove il 95% della sua popolazione ha espresso la volontà di ritornare ad integrarsi con la Federazione Russa con cui vi è una storia in comune, non di anni ma di parecchi secoli. Senza contare la situazione dell’Ucraina, divenuta, a seguito del Golpe di Maidan di marca CIA, uno Stato fantoccio fallito, governato da una cricca di oligarchi venduti ad interessi stranieri, che si sta preparando a riaccendere la guerra contro la Russia, istigata dalla NATO, per contrastare le richieste autonomiste delle province orientali del Donbass.

Alla stessa Russia viene addebitato di essere intervenuta in Siria guastando i piani degli USA e della NATO, fronteggiando e facendo arretrare i gruppi terroristi che vengono da anni supportati ed armati proprio dagli USA, dalla NATO e dall’Arabia Saudita, stretta alleata dell’alleanza occidentale.

Naturalmente, dietro la campagna di diffamazione derivante dalla prossima conquista di Aleppo, campagna che vorrebbe far passare il concetto di “crimini di guerra” commessi dai russi e dai siriani ad Aleppo, c’è la preoccupazione di Washington di dover assistere ad un successo russo con la liberazione di Aleppo e la sconfitta dei terroristi appoggiati (ormai in modo palese) da Washington.

Da notare che la campagna di accuse viene orchestrata dagli USA, lo stesso paese che ha fatto “terra bruciata” con enormi stragi di civili in Iraq, come in Afghanistan, in Libia ed in Siria, basta menzionare località come Fallujiah in Iraq, dove ancora oggi nascono bambini deformi per le armi micidiali all’uranio impoverito utilizzate dalle forze USA che hanno contaminato tutta la zona.

La Siria, il paese dove sono intervenuti con una coalizione, ufficialmente diretta a combattere l’ISIS, a cui partecipano anche alcuni dei paesi mandanti ed ispiratori dell’ISIS, quali Arabia Saudita e Qatar.

Una questione che, se non fosse tragedia, sarebbe una farsa. I più grandi responsabili dei massacri di civili oggi “si preoccupano” per la sorte dei civili ad Aleppo.

Continue e gravissime minacce sono state trasmesse in queste ultime settimane dalle autorità militari e politiche statunitensi contro la Russia, tanto da far precipitare l’Europa, la Russia e i paesi limitrofi, in un clima prebellico.

L’Italia partecipa al gioco pericoloso di Obama e di Stoltenberg nel provocare la Russia sotto i propri confini con massicce concentrazioni militari, con l’installazione di un sistema antimissile (in Romania) che viola i precedenti trattati di limitazione di armi nucleari, con l’invio di una flotta NATO nel Mar Nero.

Non si comprende quale sia l’interesse nazionale italiano nel far trascinare il paese in un conflitto con la Russia che viene fagocitato esclusivamente dalla volontà egemonica di Washington e del gruppo di psicopatici neocons che dominano la politica USA in questo periodo.

Per il Governo italiano, la subalternità alle direttive del Dipartimento di Stato USA ed alla NATO è prioritaria rispetto a qualsiasi esigenza di interesse nazionale, concetto del tutto assente dalla mente di Renzi e Gentiloni, rispetto anche alle prescrizioni costituzionali di ripudiare la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie.

La politica estera dell’Italia mai era stata così vergognosamente supina agli interessi degli USA, divenuti palesemente in contrasto con quelli dell’Europa e dell’Italia nell’area del Mediterraneo dove si stanno verificando il massimo delle tensioni e dove l’Italia è del tutto assente, mancando di una sua qualsiasi politica estera.

Gli USA conducono rabbiosamente la loro politica egemonica di contrasto alla Russia, dall’Ucraina alla Siria per riaffermare il loro dominio unipolare che sta franando da ogni parte e gli europei, capeggiati da personaggi marionette di Washington, come la Merkel, Hollande e Renzi, si prestano a questo gioco rendendo i popoli europei carne da macello in un eventuale probabile e quanto mai prossimo conflitto con la Russia.


Luciano Lago

fonte: http://www.controinformazione.info/tuppe-italiane-ai-confini-russi-il-governo-renzigentiloni-dimostra-la-sua-subalternita-al-padrone-usa/

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