Mentre l’Europa affronta la peggiore
crisi di identità e valori della storia, gli ex-Paesi del blocco
sovietico si riallineano alla Russia.
Mentre l’Unione europea continua a discendere verso il disastro per via di notevoli problemi economici, crisi dei migranti, degrado culturale e assenza di un senso, Paesi come Moldavia e Bulgaria, una volta accecati dalle false promesse del sogno europeo, cominciano naturalmente a volgesi all’unica nazione europea che vive una notevole rinascita, la Russia. Nel secondo turno delle elezioni presidenziali, del 13 novembre, i candidati filo-russi Igor Dodon in Moldova e Rumen Radev in Bulgaria sono usciti vittoriosi sui rivali europeisti. Reuters riporta:
“Il candidato filo-russo a Presidente della Moldova ha vinto, i risultati preliminari lo dimostrano, dopo la campagna in cui ha promesso di frenare dopo sette anni di stretta integrazione con l’Unione europea. Con il 98 per cento dei voti contati, i risultati on-line mostrano il candidato socialista Igor Dodon aver avuto il 54 per cento, e la sfidante filo-europea Maia Sandu meno del 45 per cento. La vittoria di Dodon è in parte il riflesso della sfiducia nei capi europeisti nello Stato ex-sovietico. Con un altro possibile colpo all’Unione europea, in Bulgaria, dove si svolgeva un altro voto presidenziale, veniva eletto il candidato filo-russo con un ampio margine, secondo gli exit poll”.
Dall’adesione all’Unione europea nel 2007, la Bulgaria è stata travolta
da corruzione, turbolenza politica ed economia stagnante da cui sperava
di fuggire.
Politici e cittadini bulgari vedevano una volta l’adesione
all’Unione europea come la fine della lunga marcia verso la modernità. “Questo è il giorno della giustizia della Storia, perché i bulgari sono sempre stati europei per spirito e identità“,
disse il presidente bulgaro alla folla riunitasi il giorno
dell’adesione all’UE. Invece della prosperità, tuttavia, l’adesione
all’Unione europea portò all’esodo costante dei giovani dalla Bulgaria.
Molti per lavori dalla bassa retribuzione in altri Paesi. I bulgari con
istruzione universitaria fuggivano verso le industrie avanzate di Paesi
come Germania e Svezia. Le prospettive economiche dell’Unione europea in
Bulgaria erano tristi, con l’emigrazione che comporta la riduzione del
gettito fiscale.
In Moldova, l’accordo di associazione con l’UE firmato di nuovo nel 2014, ha fatto più danni che bene all’economia nazionale. Le merci da esportare moldave, come prodotti alimentari, tessuti e macchinari, non hanno avuto accesso sui mercati dell’UE. Nel frattempo, i prodotti europei invadevano il Paese, portando le imprese nazionali al fallimento. Dalla disintegrazione dell’Unione Sovietica nel 1991, agricoltura e industria della Moldavia sono in costante declino, costituendo solo il 37% del PIL nel 2015. In confronto, questa cifra era pari al 76% nel 1989. I Paesi dell’ex URSS, come Russia e Bielorussia, nell’Unione eurasiatica economica (UEE) formata nel 2015, sono ancora i partner principali dell’esportazione della Moldova, oggi.
Gli esperti
ritengono che forgiando legami più stretti con l’UEE e i cinque Stati
aderenti, Russia, Bielorussia, Kazakistan, Kirghizistan e Armenia,
Moldova e Bulgaria potrebbero avere un notevole impulso economico.
Perché? Semplicemente perché queste nazioni condividono una comune
architettura industriale (sovietica) che una volta formava un’unica
filiera dalle norme e dai regolamenti uniformi. La ricostruzione di
questa filiera con una visione moderna e un approccio innovativo, potrà
aumentare in modo significativo produzione ed esportazione in ciascuno
di questi Paesi, fornendo alle economie liquidità ed investimenti
necessari per svilupparsi non solo internamente, ma anche per competere
sui mercati internazionali.
In definitiva, Moldova e Bulgaria non hanno nulla da perdere separandosi dall’UE e provando qualcosa di diverso. Oggi la Bulgaria è il nono dei dieci Paesi più poveri d’Europa. La Moldova è il primo, seguito dalla vicina Ucraina.
Sergej Gladysh, The Duran 13 novembre 2016
Le
elezioni presidenziali in Bulgaria e Moldavia sono testimoni di
risultati favorevoli alla Federazione russa, perché i rispettivi
candidati cercano migliori relazioni con Mosca. Naturalmente, gli
elettori in Bulgaria e Moldavia hanno risposto ad eventi interni, in
particolare la corruzione delle élite europeiste in Moldova fu un grosso
problema. Pertanto, si spera che ponti siano costruiti dai vertici
delle due nazioni con la Federazione Russa. Il Primo ministro della
Bulgaria, Bojko Borisov, dichiarò che si dimetterà dopo che il candidato
che ha sostenuto è stato sconfitto facilmente. Rumen Radev, il
vincitore delle elezioni presidenziali in Bulgaria, è noto voler
sviluppare forti legami con la Federazione Russa. Prima che il risultato
venisse annunciato, Borisov disse: “Non parteciperemo in alcun modo al governo se oggi perdiamo“. Dopo aver appreso il risultato delle elezioni, Borisov dichiarava: “I risultati mostrano chiaramente che la coalizione di governo non ha più la maggioranza“.
Sulla Moldova, Deutsche Welle riporta: “Dopo una campagna piena di promesse per ripristinare i legami con la Russia, Igor Dodon ha comodamente ottenuto il 55,9 per cento dei voti nelle elezioni presidenziali in Moldova. La rivale Maia Sandu, ex-funzionaria della Banca Mondiale, che guidava un coalizione anticorruzione, nei sondaggi riceveva il 44 per cento“. Lo scandalo in Moldavia del governo europeista ha certamente avvantaggiato Dodon. Ciò riguarda il miliardo di dollari miracolosamente scomparso alcuni anni fa.
Naturalmente, altri
fattori, ad esempio la realtà geopolitica della Moldova e della
Federazione russa, indicano che le élite pro-europeiste vengono
allontanate dai timori di molti cittadini di questa nazione. Allo stesso
modo, le questioni relative a clientelismo, povertà, carenza
infrastrutturale ed altri fattori, hanno fatto sì che la maggioranza dei
cittadini votasse per un nuovo approccio.
Dodon e Radev desiderano relazioni favorevoli con la Federazione Russa. Eppure, come sottolinea Radev, spera che la Bulgaria mantenga relazioni positive con tutti. In altre parole, di collaborare con la Federazione russa senza ostacoli nei legami con Unione Europea e NATO. I problemi per la Moldova sono più complessi per via della realtà geopolitica della nazione e della spinta di certi Paesi europei ad imporre un cuneo tra Federazione Russa e Moldavia. Nel complesso, i risultati appariranno positivi per la Federazione Russa.
Noriko Watanabe e Lee Jay Walker, Modern Tokyo Times
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
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