Mentre i russi hanno una percezione positiva di Fidel Castro, alcuni
indiani sembrano aver dimenticato che il leader cubano è stato uno dei
pochi amici dell’India nella Guerra Fredda.
La morte di Fidel Castro ha rivelato il
lato oscuro dell’odio che si annida in occidente nei confronti di chi
segue vie diverse. Gli occidentali, che amano affermarsi più civili
degli altri, celebrano la morte del vecchio cubano. La loro frustrazione
è comprensibile dato che Castro era una spina nel fianco, sfidando i
numerosi tentativi occidentali di assassinarlo durante la guerra fredda.
Russi e indiani erano grandi sostenitori del Comandante durante la
guerra fredda, e dimostrano emozione per la sua scomparsa.
Mentre la
Russia è assolutamente positiva sull’eredità di Castro, e la maggior
parte degli indiani e dei media tradizionali ricorda con affetto il
torreggiante leader, una frazione di indiani sui social media attacca il
defunto leader.
Questo è curioso, perché l’India ha avuto rapporti
molto amichevoli con Cuba. In contrasto coi criminali capi occidentali
come Richard Nixon e Margaret Thatcher, il carismatico Castro era una
figura popolare tra tutte le classi indiane e rappresentava la lotta dei
piccoli Paesi contro il colonialismo.
Chi attacca Castro rigurgita le
stesse accuse che i media occidentali spacciano da anni. Sono convinti
che fosse un “dittatore spietato” che incarcerava “migliaia” di persone,
seguendo la narrazione occidentale che Castro avesse imposto lo stato
di polizia in cui i cittadini non avevano libertà di parola. E accusano
Castro dei problemi economici di Cuba.
Capire Fidel
Gli indiani che twittano idee anti-castriste probabilmente non sanno che
il reddito pro-capite nazionale di Cuba è 18000 dollari contro i 5000
dell’India. Nonostante il blocco, i cubani hanno accesso a una migliore
assistenza sanitaria che negli Stati Uniti. L’aspettativa di vita di 78
anni, regge il confronto coi 79 negli USA.
L’Organizzazione Mondiale
della Sanità afferma che il sistema sanitario del Paese è un esempio che
tutti i Paesi del mondo devono seguire. Secondo Denise Baden dell’University of Southampton Business School,
è sbagliato dire che Castro ha governato con pugno di ferro. Durante i
suoi viaggi, ha scoperto che i cubani potevano parlare liberamente e
anche criticare Castro apertamente senza essere arrestati o uccisi.
Baden, che ha trascorso molti anni a Cuba, dice:
“Mentre la vecchia generazione tende a vederlo come un eroe, altri lo descrivono come una figura paterna. Molti dicono che non sarebbero nemmeno qui se non fosse per i progressi nella salute“.
Mentre molti indiani che seguono media come CNN, BBC e New York Times,
faziosi e vocianti, come era evidente durante le ultime elezioni negli
USA, ne accettano le pretese come sensate. Dato che i media occidentali
dominavano i notiziari per decenni, molti si fanno condizionare
iniziando la giornata seguendo questi essenzialmente strumenti di
propaganda. Quindi, qualsiasi cosa pubblicata su Castro viene
interiorizzata acriticamente o senza consultare fonti alternative.
(Questo sta cambiando con la crescente popolarità di RT della Russia e
di Press TV dell’Iran, e così via).
Guardare il mondo in modo diverso
Gli indiani devono capire non vi è nulla che sia giusto o sbagliato,
amico o nemico. Prendono sul serio il concetto del “Mondo è una sola
famiglia” senza guardare il contesto in cui tali vecchi concetti furono
tracciati. Si dimentica che Castro era un nemico degli Stati Uniti, che
erano nemici dell’India durante la guerra fredda. Il presidente Richard
Nixon e il suo Segretario di Stato Henry Kissinger pensarono seriamente
di bombardare con armi nucleari l’India nella guerra del 1971.
Gli
indiani ignorano la dottrina Chanakyan, vecchia di 2400 anni, che dice
che il nemico del tuo nemico è tuo amico. Durante la Seconda guerra
mondiale, Subhash Chandra Bose, capo dei ribelli dell’esercito nazionale
indiano, cercò aiuto dai tedeschi per combattere gli inglesi. Anche se
nessun leader indiano contemporaneo approvò le azioni della Germania,
tutti celebrarono i rovesci subiti dalla Gran Bretagna contro l’esercito
tedesco.
Se Bose non va contaminato per i suoi legami durante la
guerra, allora Castro non va trattato come un paria per essere stato un
comunista. Gli indiani dovrebbero guardare il mondo attraverso la lente
geopolitica e collaborare con chi lavora per gli interessi del loro
Paese. Ancora una volta, fingere di essere indignati per le presunte
violazioni dei diritti dell’uomo di Castro, è risibile quando lo si
confronta con la storia degli Stati Uniti.
Gli Stati Uniti giustiziano
più persone ogni anno di qualsiasi altro Paese, con la possibile
eccezione della Cina che non rivela i suoi dati. A causa delle invasioni
di Iraq e Libia, gli Stati Uniti sono responsabili della morte di
centinaia di migliaia di persone in Medio Oriente, nonché della fuga di
milioni di persone.
Quando CNN e New York Times accusano
Castro, o se perciò qualsiasi governante straniere, di violazioni dei
diritti umani, si tratta di mera ipocrisia. Quando piangono per i
“cubani comuni”, sono ancora risibili.
E’ molto probabile che non
saprebbero trovare Cuba sulla mappa.
Hanno dimenticato che gli Stati
Uniti hanno imposto un illegale blocco economico per 50 anni a questo
piccolo Paese. Ogni nave che ancorava a L’Avana non poteva entrare nei
porti degli Stati Uniti. Era l’apartheid economico puro e
semplice. Nessuno saprà mai quante migliaia di bambini cubani, anziani e
malati sono morti a causa della scarsità di cibo e medicine durante i
lunghi decenni del blocco. Nel frattempo, gli Stati Uniti non si fanno
scrupolo di negoziare con la Cina e l’alleato saudita.
L’argomento che i
cubani tentano di fuggire o migrare verso gli Stati Uniti, perché
Castro era malvagio, non va. La gente di solita emigra verso un Paese
più ricco e i cubani non fanno eccezione alla regola.
Inoltre, molti
cubani si accanivano nel raggiungere gli Stati Uniti prima
dell’abrogazione della Legge di Aggiustamento Cubano che dice che chi
fugge a Cuba ed entra negli Stati Uniti, avrà il permesso di residenza
un anno e un giorno dopo. Se tale legge esistesse per l’India, il Punjab
si svuoterebbe presto.
Visione dei russi
Per i russi Castro rimane una figura eroica fedele all’ideale fino alla fine. Secondo Andrej Fomin, direttore di Oriental Review di Mosca,
“Nel braccio di ferro della guerra fredda era impossibile sottovalutare il significato della Rivoluzione cubana per Mosca. Da giovane, vivace e brillante oratore che coraggiosamente sfidò l’impero nel cortile di casa, divenne subito l’eccezionale opportunità di proiettare l’influenza di Mosca nella regione e nel mondo“.
Qualcuno potrebbe obiettare
che Castro fu uno strumento di propaganda utile, ma per la Russia era un
fedele alleato. Fomin ha detto a RIR:
“Anche se era un amico sincero dell’Unione Sovietica, non ha mai compromesso gli interessi fondamentali del popolo cubano. La storia della rivoluzione cubana nel 1959-1991 è un eccellente esempio di leadership impegnata e giusta dall’entusiasmo popolare“.
La Russia potrebbe essersi allontanata
dal comunismo, teoria superata ideata dal tedesco Karl Marx mentre era
rintanato nella biblioteca di Londra, umida e fredda, ma molti russi
comprendono che il capitalismo clientelare nel loro Paese è un male
peggiore del comunismo. Al contrario, le élite di Cuba non mutano in
“conglomerati di cinici avidi”. La prosperità di Cuba è in larga misura
dovuta ai miliardi di dollari di aiuti sovietici, fondamentali davanti a
blocco e sanzioni economiche. Tuttavia, dopo la dissoluzione
dell’Unione Sovietica nel 1991, Cuba non si è arresa al bullismo
statunitense.
“Ciò che seguì dimostrò che fonte e forza della Rivoluzione Cubana giacevano nel popolo cubano e nei suoi leader“, dice Fomin.
“In assenza del sostegno straniero negli ultimi 25 anni e soggetti a severe sanzioni economiche dagli Stati Uniti, non si arresero né scelsero la Pepsi. Per la maggioranza dei russi fu e sarà per sempre un pilastro di speranza e vera libertà. Ci sarebbe piaciuto avere il nostro Fidel, e sono sicuro che molte altre nazioni pensano lo stesso“.
Castro scaccia l’apartheid dall’Africa
Negli anni ’70, con il sostegno russo, i cubani diedero un ampio aiuto
militare estero a numerose nazioni come Algeria, Etiopia, Guinea-Bissau,
Congo, Camerun, Mozambico, Zimbabwe, Sierra Leone, Yemen, Vietnam,
Cambogia e Laos. In molte occasioni i militari cubani combatterono
battaglie feroci contro gli ascari degli occidentali, spesso vincendo, e
il più spettacolare fu nel 1977, quando la tenaglia cubano-etiopica,
sostenuta da un massiccio ponte aereo russo per carri armati e
artiglieria, sconfisse la Somalia appoggiata dagli USA.
Tuttavia, fu in
Angola che la macchina militare cubana ebbe la vittoria più celebre,
schiacciando gli occupanti delle Forze di Difesa del Sud Africa,
contribuendo al rapido crollo dell’apartheid. Cuba per primo inviò
truppe nel novembre 1975, dopo la richiesta del Presidente angolano
Agostinho Neto che temeva l’invasione del Sud Africa. I sudafricani, che
sostenevano l’assassino Jonas Savimbi e la sua forza Unita, ebbero
molti sostenitori in occidente, in particolare negli Stati Uniti, Regno
Unito e Francia. Allarmati dal crescente coinvolgimento degli
occidentali nella guerra, Cuba inviò più di 65000 truppe in Angola.
Con
Castro che inviava gli ufficiali in Angola, i cubani inflissero una
pesante sconfitta al regime razzista. Più di ogni altra cosa, questa
sconfitta l’occidente non poté sopportarla, dato che Stati Uniti e Regno
Unito la considerarono propria, aggravando la ferita. Perciò i media di
questi Paesi sono i più striduli nel dipingere Castro come un malvagio.
Hanno perso la bussola ed ora che non c’è più, l’occidente vuole
usurparne l’eredità. Ma questi sono semplici fatti scomodi per chi
critica Castro. Se volete partecipare alle celebrazioni degli
statunitensi per la sua morte, fate pure. Non sanno, o non gli
interessa, della vostra esistenza.
Rakesh Krishnan Simha RBTH 30 novembre 2016
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
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