Non credete minimamente a ciò che dico. Non prendete nessun dogma o libro come infallibile. (Buddha)
giovedì 2 febbraio 2017
Uno spettro si aggira in Europa Il suo nome è “Sostituzionismo”
grande sostituzione a Bordeaux
Parla lo scrittore Renaud Camus Renaud Camus è uno scrittore e poeta francese.
Autore prolifico e di grande cultura fu una delle voci più ascoltate
negli anni ’89/’90. Politicamente avvicinatosi alle tesi del Front
National, da anni conduce una battaglia contro il vento e la marea
costituita dall’immigrazione di massa, fenomeno qualificato come
invasione e colonizzazione.
E’ autore di una espressione già consacrata in Francia come “Le Grand Remplacement” (la grande sostituzione), titolo di una delle sue opere di maggiore successo. L’espressione vuole rappresentare il processo di sostituzione della popolazione francese e dell’insieme della popolazione europeada parte di popolazioni straniere ed il cambiamento di civilizzazione che deriverà
da questo processo. Lo scrittore è stato trascianto varie volte davanti
ai Tribunali della Repubblica in quanto accusato di “incitazione
all’odio razziale” ed alla “discriminazione” contro diversi collettivi
etnici e razziali.
Nonostante questo, Renaud Camus continua a mettere allerta i suoi
compatrioti circa la continua immigrazione di massa ed i pericoli che
questa comporta. L’11 Settembnre del 2013 lanciò un appello con il “No
al Cambio di Popolo di Civiltà” (BCPC), definito come un fronte del
rifiuto, il movimento di tutti quelli che dicono No alla Grande
Sostituzione. Questa grande sostituzione è presentata come ” la più
grave crisi della nostra Storia ed il problema più grave che oggi
dobbiamo affrontare”.
Intervista a Renaud Camus
- Cosa la porta a dedicare tanto tempo e sforzi al compito a cui si sta impegnando?
Noi ci disperiamo nel constatare come il fenomeno che ci sembra la
lontano il più importante nella nostra epoca e che continuerà come il
più decisivo, il cambiamento di popolo e necessariamente di civiltà, la
trasformazione radicale del paesaggio demografico, culturale e fisico
del nostro paese e di tutto il continente europeo, si sta realizzando nel più completo silenzio politico senza che i popoli autoctoni siano stati mai consultati,
e senza che questa questione maggiore, di capitale importanza, al
confronto della quale le altre, per quanto importanti e dolorose,
appaiono come secondarie, sia mai stata impostata.
R.Camus, scrittore francese
– Potrebbe spiegare ai nostri lettoriin cosa consiste quella che lei chiama la Grande Sostituzione?
E’ molto semplice: c’era un paese e c’era un popolo, nello spazio di
una generazione, in questo stesso territorio, già si sono impiantati
altre popolazioni con la loro propria cultura, le loro religioni, le
loro lingue ed i loro concetti circa il lavoro, la vita civica, la vita
sociale, le leggi, la vita privata, le relazioni di vicinanza, il
territorio…. E’ un concetto molto basso e molto umiliante di quello che è
l’uomo e di quello che sono i popoli, il fatto di pensare che con con
altri uomini, con altre donne, con altri popoli, con altre religioni,
con altre culture si possa continuare ad avere la stessa Storia, la
stessa Nazione, la stessa Europa.
Combattiamo contro questo concetto dell'”uomo intercambiabile”,
dell'”uomo sostituibile”, instupidito dall’insegnamento della
dimenticanza e per la cretinizzazione di massa, che si può trasferire da
un posto ad un altro come un mobile, che si possano promuovere gli
interessi della finanza internazionale e le esigenze del villaggio
universale.
– Come attuare una “rimmigrazione” (inversione dei flussi migratori) in modo umano?
Senza dubbio non imitando la brutalità dell’Algeria quando questa ha
stimato che con un 10% di popolazione straniera, estranea alle proprie
tradizioni (i denominati Pieds-Noirs, i francesi d’Algeria) non sarebbe
stata davvero un paese indipendente. E queste minoranze europee,
francesi o spagnole, cristiani o ebrei, furono cacciati al mare con la
violenza che sappiamo, la “valigia o la bara” (formula con cui gli
indipendentisti algerini terrorizzavano gli europei). E non parliamo
degli harkis massacrati (mussulmani che avevano scelto il campo
francese). No, nulla di questo, ben al contrario.
Tuttavia abbiamo l’intenzione di prendere la parola a coloro che
rinnegano continuamente la nazionalità francese, proclamando ben chiaro
che questa non significa niente per loro, e che sfilano in ogni minore
occasione sotto le bandiere algerine o marocchine, spaccando tutto al
loro passaggio, e rimandarli verso la loro patria. Bisogna anche
procedere all’espulsione di tutti quelli che commettono delitti nel
nostro paese. D’altra parte gli incitamenti finanziati al ritorno ai
loro paesi d’origine sono perfettamente concepibili: costeranno sempre
meno che la stessa immigrazione.
– In cosa differisce il suo discorso da quello che tiene il Front National?
L’Europa si trova ad affrontare una vera conquista, una colonizzazine
di cui non può confessare neppure il nome. L’Europa non è il nostro
avversario. Dobbiamo difendere una unione con gli altri popoli europei
che devono svegliarsi dal loro letargo, dobbiamo tornare alla Storia, ad
una idea di Europa come protagonista della sua storia, basata su una
delle più alte civiltà che la terra abbia conosciuto. Personalmente mi
sento tanto europeo come francese.
Il Front National è obbligato a prendere atto del cambio di popolazione e
resistere alla tentazione di considerare la Grande Sostituzione come un
fatto concluso, irreversibile. Il tema dell’invasione e della
colonizzazione della Francia deve costituire il nucleo del suo
programma politico. Mentre sia così, io stesso appoggerà il Front nella
sua lotta per far rinascere la Francia.
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